Pubblicato l'indice Istat di settembre 2025

A cura della Redazione.
Pubblicato l'indice Istat di settembre 2025

In lieve calo l'indice Istat FOI, stabile l'inflazione.

Giovedi 16 Ottobre 2025

Nel mese di settembre 2025 l'indice Istat FOI scende di un decimo di punto tornando a quota 121,7.

Ricordiamo che l'indice FOI è l'indice dei prezzi al consumo per Famiglie di Operai e Impiegati utilizzato per la rivalutazione annuale degli affitti, dell'assegno di mantenimento per il coniuge, delle pensioni, e in generale per tutte le rivalutazioni previste dalla legge.

In base al comunicato Istat risultano in ripresa, su base tendenziale, i prezzi dei beni Energetici (-3,7% da -4,8% di agosto) e, per la prima volta dopo diversi mesi, rallentano quelli degli Alimentari (+3,5% da +3,8%) con un'inflazione complessiva che rimane sostanzialmente stabile all'1,6% ed un "carrello della spesa” che scende al +3,1% (da +3,4%) ma che si conferma molto al di sopra della media dei prezzi.

Dopo l'ultimo aggiornamento le percentuali da utilizzare per l'adeguamento annuale degli affitti, calcolate come variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, sono le seguenti:

  • 1,05% per le rivalutazioni al 75%
  • 1,4% per le rivalutazioni al 100%.

Tabella riepilogativa (*):

Indice generale FOI 121,7
Variazione percentuale rispetto al mese precedente -0,1
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente +1,4
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese
di due anni precedenti
+2,0

(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.

L'indice FOI di ottobre sarà pubblicato dall'Istat in data:

17 novembre 2025


Applicazioni di Calcolo

In seguito alla pubblicazione del nuovo indice Istat abbiamo aggiornato come di consueto tutte le nostre applicazioni di calcolo che lo utilizzano.

Ricordiamo ancora una volta che, per le variazioni annuali Istat, come ad esempio l'adeguamento del canone di locazione, è errato calcolare la differenza degli indici ma bisogna invece determinare la variazione percentuale dell'indice di quest'anno rispetto allo stesso mese dello scorso anno, operazione che le nostre applicazioni eseguono automaticamente eliminando ogni possibilità di errore.

Il calcolo della variazione percentuale degli indici richiede qualche passaggio in più rispetto alla semplice differenza algebrica, e se desideri approfondire vai a questa pagina.

Ecco tutte le nostre applicazioni che fanno uso dell'indice Istat FOI:

Nota sull'aggiornamento dell'Indice FOI

A fine mese l'Istat pubblica sempre una stima provvisoria dei prezzi al consumo e fornisce un'indicazione sull'andamento dell'indice NIC (indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività) da non confondere con l'indice FOI, che invece viene sempre pubblicato verso la metà del mese successivo.

E' bene ricordare però che, per tutte le rivalutazioni monetarie di legge, è obbligatorio fare riferimento esclusivamente all'indice FOI definitivo il cui valore ufficiale, come detto, è pubblicato dell'Istat solo verso la metà del mese successivo a quello di riferimento; per questo motivo bisogna sempre attendere qualche settimana in più per poter calcolare la rivalutazione relativa al mese precedente.

L'aggiornamento dell'indice Istat FOI nelle nostre applicazioni avviene nello stesso giorno in cui l'Istat pubblica il valore dell'indice sul proprio sito istituzionale; il comunicato stampa è diffuso in mattinata e pubblicato sul sito istituzionale dell'Istat generalmente poco dopo le 10.

Titoli di Stato

Non si registrano variazioni degne di nota per quanto riguarda i rendimenti dei BOT (2,04%) così come per il rendistato che si conferma sopra i 3 punti percentuali a quota 3,05%.

Si ricorda che il rendistato è il rendimento medio lordo mensile dei BTP con vita residua superiore ad un anno quotati alla Borsa Italiana e si utilizza generalmente per il calcolo del maggior danno.

Per calcolare i rendimenti dei BOT in base al prezzo di acquisto e alla durata è disponibile questa applicazione.

Comunicato ISTAT

Nel mese di settembre 2025, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, evidenzia una variazione del -0,2% su base mensile e del +1,6% su base annua (come nel mese precedente), confermando la stima preliminare.

La stabilità del tasso d’inflazione sottende andamenti differenziati dei diversi aggregati di spesa: sono in rallentamento i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,5% a +2,4%), degli Alimentari non lavorati (da +5,6% a +4,8%) e in accelerazione quelli degli Energetici regolamentati (da +12,9% a +13,9%), a cui si aggiunge la ripresa dei prezzi degli Energetici non regolamentati (da -6,3% a -5,2%).

Nel mese di settembre l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera (da +2,1% a +2,0%), come quella al netto dei soli beni energetici (da +2,3% a +2,1%).

La dinamica tendenziale è stabile per i prezzi dei beni (+0,6%), mentre quella dei servizi si attenua lievemente (da +2,7% a +2,6%). Dunque, il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni scende a +2,0 punti percentuali, dai +2,1 p.p. del mese precedente.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona decelerano (da +3,4% a +3,1%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano (da +2,3% a +2,6%).

La variazione congiunturale negativa dell’indice generale riflette soprattutto la diminuzione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-3,3%) e degli Alimentari lavorati (-0,5%), parzialmente attenuata dalla crescita dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+0,6%).

L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a +1,7% per l’indice generale e a +2,0% per la componente di fondo.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una variazione del -0,1% su agosto e del +1,4% su settembre 2024.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta di 1,3% su agosto, per effetto della fine dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e dell’1,8% rispetto a settembre 2024 (da +1,6% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

Nel terzo trimestre 2025 i prezzi al consumo, misurati dall’IPCA, evidenziano aumenti più contenuti per le famiglie con bassi livelli di spesa (+1,7%) e lievemente più alti per quelle con livelli di spesa elevati (+1,8%).


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