A cura della Redazione.
L'indice Istat dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (FOI) relativo al mese di marzo 2020, utilizzato per le rivalutazioni monetarie di legge, come ad esempio l'adeguamento dell'affitto e dell'assegno di mantenimento per il coniuge, aumenta di un decimo di punto, portandosi a 102,6.
La variazione rispetto allo stesso mese dell'anno precedente è pari allo 0,1% e le percentuali per l'adeguamento annuale degli affitti sono pertanto le seguenti:
+0,1 % al 100%
+0,075 % al 75%.
Tabella riepilogativa (*):
Indice generale FOI |
102,6 |
Variazione percentuale rispetto al mese precedente |
+0,1 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente |
+0,1 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese di due anni precedenti |
+0,9 |
(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.
La prossima pubblicazione dell'indice Istat è prevista per il:
15 maggio 2020
Applicazioni di Calcolo
Tutte le nostre applicazioni di calcolo che utilizzano l'indice Istat FOI sono state aggiornate sulla base del nuovo valore:
Emergenza coronavirus
In seguito alla chiusura della maggioranza degli esercizi commerciali al dettaglio, disposta per contenere il diffondersi del coronavirus, l'Istat ha dovuto adeguare e rivedere le modalità di calcolo delle variazioni dei prezzi al consumo.
A tal proposito l'Istat ha illustrato gli accorgimenti adottati per ridurre al minimo gli impatti negativi di tali chiusure sulla rilevazione dei prezzi in una nota metodologica di cui pubblichiamo un estratto.
Nota sull'aggiornamento dell'Indice FOI
L'aggiornamento delle nostre applicazioni è effettuato lo stesso giorno in cui l'Istat pubblica il valore dell'indice FOI (Famiglie di Operai e Impiegati) sul proprio sito ufficiale.
Per comodità pubblichiamo sempre la data di aggiornamento del prossimo indice Istat, in modo che possiate prendere nota del giorno di pubblicazione.
Oltre che in questo articolo, la data di pubblicazione del prossimo indice istat è riportata anche in alcune delle nostre applicazioni dove è possibile conoscere sempre l'ultimo indice disponibile.
Aggiornamento rendimento Titoli di Stato
Sul fronte dei titoli di stato dobbiamo registrare purtroppo l'impennata del rendistato che passa dallo 0,59% di febbraio all'1,19 % (praticamente è raddoppiato nel mese di marzo) ed al ritorno dei BOT in terreno positivo per la prima volta dopo diversi mesi.
Ciò significa che il nostro Paese, in un momento di difficoltà così drammatico come quello che stiamo vivendo, è costretto a pagare un tasso di interesse doppio rispetto al mese precedente per collocare sul mercato nuovi titoli che serviranno a finanziare parte dei provvedimenti di aiuto economico varati nelle scorse settimane per fronteggiare l'emergenza coronavirus.
Tutto questo è ovviamente legato all'aumento dello spread rispetto ai titoli tedeschi, dovuto ai timori per il futuro della nostra economia in seguito al lock-down delle attività produttive e commerciali, amplificato dal fatto che in Europa non esiste al momento un strumento comune di condivisione delle garanzie sul debito che possa mitigare gli effetti negativi della speculazione e le turbolenze dei mercati, in un momento dove tutto servirebbe tranne che un ulteriore aggravio delle condizioni economiche di un'intera Nazione.
Ricordiamo che il rendistato è il rendimento medio lordo dei BTP (Buoni Poliennali del Tesoro) con vita residua superiore a un anno ed è utilizzato anche nel calcolo del c.d. "maggior danno" nell'ambito delle obbligazioni pecuniarie.
Comunicato dell'Istat
Nel mese di marzo, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,1% sia su base mensile sia su base annua (da +0,3% di febbraio), confermando la stima preliminare.
La decelerazione dell’inflazione è imputabile prevalentemente alla dinamica dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (che registrano un’inversione di tendenza da +1,2% a -2,7%) e dei Servizi (che rallentano la loro crescita da +1,0% a +0,8%); tali andamenti sono stati solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari lavorati (da +0,5% a +1,1%) e dei Tabacchi (da +1,5% a +2,5%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici rimangono stabili a +0,7%.
La variazione congiunturale dell’indice generale è dovuta all’aumento dei prezzi dei Tabacchi (+2,3%) e dei Beni alimentari lavorati (+0,8%), solo in parte compensato dalla diminuzione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (-2,2%).
L’inflazione acquisita per il 2020 è pari a zero per l’indice generale e +0,2% per la componente di fondo.
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano da +0,3% di febbraio a +1,0%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto rallentano da +0,8% a +0,6%, registrando in entrambi i casi una crescita più sostenuta di quella riferita all’intero paniere.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta del 2,2% su base mensile, per effetto della fine dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature, e dello 0,1% su base annua (da +0,2% del mese precedente), confermando la stima preliminare.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% sia su base mensile che su base annua.
Gli indici dei prezzi al consumo di marzo sono stati elaborati nel contesto dell’emergenza sanitaria dovuta al diffondersi del coronavirus in Italia, con la sospensione di attività di ampi segmenti dell’offerta di beni e servizi di consumo. L’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati, ha consentito di ridurre gli effetti negativi dell’elevato numero di mancate rilevazioni
Allegato:
Nota metodologica emergenza covid-19