Nel mese di maggio l'indice Istat FOI è aumentato dello 0,2% rispetto al mese precedente a quota 119,5 con una variazione rispetto allo stesso mese dello scorso anno pari allo 0,8%.
Ricordiamo che l'indice FOI è l'indice dei prezzi al consumo per Famiglie di Operai e Impiegati utilizzato per la rivalutazione periodica degli affitti, delle pensioni, degli assegni di mantenimento per il coniuge, ed in generale per tutte le rivalutazioni previste dalla normativa vigente.
Dopo l'ultimo aggiornamento l'adeguamento annuale degli affitti risulta pari allo 0,6% per le rivalutazioni al 75% ed allo 0,8% per le rivalutazioni al 100%.
Tabella riepilogativa (*):
Indice generale FOI | 119,5 |
Variazione percentuale rispetto al mese precedente | +0,2 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente | +0,8 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese di due anni precedenti |
+8,0 |
(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.
La prossima pubblicazione dell'indice Istat è prevista per il
16 luglio 2024.
Come di consueto, in seguito alla pubblicazione del nuovo indice, abbiamo aggiornato tutte le nostre applicazioni di calcolo che lo utilizzano.
Ricordiamo inoltre che, per quanto riguarda le variazioni annuali Istat, come ad esempio l'adeguamento del canone di locazione, non si deve calcolare la differenza algebrica tra l'indice di quest'anno e quello dell'anno scorso, ma la variazione percentuale dei due indici, operazione che richiede qualche passaggio in più eseguito automaticamente da tutte le nostre applicazioni.
Se vuoi saperne di più sulla corretta modalità di calcolo della variazione percentuale Istat leggi qui.
Riportiamo di seguito tutte le applicazioni che utilizzano l'indice Istat FOI:
A fine mese l'Istat pubblica una stima provvisoria dell'andamento dei prezzi al consumo e fornisce un'indicazione sull'andamento dell'indice NIC (indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività) da non confondere con l'indice FOI, che invece viene sempre pubblicato verso la metà del mese successivo.
A questo proposito si ricorda che per tutte le rivalutazioni monetarie di legge bisogna utilizzare esclusivamente l'indice FOI (e non il NIC) il cui valore ufficiale, come detto, è pubblicato dell'Istat solo verso la metà del mese successivo a quello di riferimento e per questo motivo bisogna sempre attendere qualche settimana in più per poter calcolare la rivalutazione.
L'aggiornamento dell'indice Istat FOI nelle nostre applicazioni avviene nello stesso giorno in cui l'Istat pubblica il valore dell'indice sul proprio sito istituzionale; il comunicato stampa è diffuso in mattinata e pubblicato sul sito istituzionale dell'Istat, solitamente tra le 10 e le 10:30.
Inoltre in questa pagina, così come in molte applicazioni disponibili su questo sito, pubblichiamo sempre la data di aggiornamento del prossimo indice Istat in modo che all'occorrenza possiate prenderne nota.
Anche per questo mese non si registrano variazioni significative dei rendimenti dei BOT che scendono leggermente al 3,54% così come per il rendistato che passa dal 3,61% al 3,63%.
Ricordiamo che il rendistato è il rendimento medio lordo mensile dei BTP con vita residua superiore ad un anno quotati alla Borsa Italiana e si utilizza generalmente per il calcolo del maggior danno.
Se vuoi calcolare i rendimenti dei BOT in base al prezzo di acquisto e alla durata puoi utilizzare questa applicazione gratuita.
Per quanto riguarda il tasso BCE, ossia il tasso di riferimento della Banca Centrale Europea, segnialiamo la sua riduzione dal 4,50% al 4,25% comunicata il 12 giugno.
Quello di giugno è il primo taglio dei tassi operato dalla BCE dopo la serie di aumenti iniziata a luglio del 2022 e le previsioni dei mercati sono per un ulteriore taglio a settembre, condizionato ovviamente dall'andamento dell'inflazione in Europa.
Ricordiamo che il tasso BCE è utilizzato come parametro per l'indicizzazione dei mutui ipotecari a tasso variabile e per questo motivo dobbiamo attenderci nei prossimi mesi una riduzione dei tassi operati dalle banche.
Un'altra conseguenza della riduzione dei tassi è quella di un aumento generalizzato del valore dei titoli obbligazionari emessi in precedenza che, almeno per i fondi di investimento obbligazionari o misti, porterà col tempo ad un rialzo del valore delle quote, sempre che i rendimenti dei titoli a medio termine seguano l'andamento dei tassi, cosa che in passato è sempre accaduta.
Nel mese di maggio 2024, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenti dello 0,2% su base mensile e dello 0,8% su base annua (come nel mese precedente), confermando la stima preliminare.
La stabilità dell’inflazione sottende andamenti contrapposti di diversi aggregati di spesa: in rallentamento risultano i prezzi dei Beni alimentari lavorati (da +2,5% a +1,8%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,7% a +2,4%) e dei Servizi relativi all’abitazione (da +2,8% a +2,6%); per contro, si attenua la flessione dei prezzi degli Energetici non regolamentati (da -13,9% a -13,5%) e si interrompe quella dei regolamentati (da -1,3% a +0,7%) e accelerano lievemente i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,8% a +4,3%).
Nel mese di maggio l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera, così come quella al netto dei soli beni energetici (entrambe da +2,1% a +2,0%).
La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione leggermente più ampia (da -0,6% a -0,9%) e quella dei servizi è stabile (a +2,9%), determinando un aumento del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+3,8 punti percentuali, dai +3,5 di aprile).
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale (da +2,3% a +1,8%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,6% di aprile a +2,5%).
L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+1,9%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,5%) e dei Beni alimentari non lavorati (+1,4%). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (-1,1%) e dei Beni durevoli (-0,5%).
L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,8% per l’indice generale e a +1,8% per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta di 0,2% su base mensile e dello 0,8 su base annua (da +0,9% di aprile), confermando la stima preliminare.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una variazione dello 0,2% su base mensile e di 0,8 su base annua.
A maggio l’inflazione si mantiene sullo stesso livello di aprile (+0,8%). La stabilizzazione del ritmo di crescita si deve principalmente al venir meno delle tensioni sui prezzi dei Beni alimentari lavorati (+1,8% da +2,5% di aprile) e di alcune tipologie di servizi (di trasporto e relativi all’abitazione), i cui effetti compensano l’affievolirsi delle spinte deflazionistiche provenienti dal settore energetico, dove i prezzi mostrano un profilo tendenziale in netta risalita, pur restando su valori ampiamente negativi (-11,6% da -12,1%). La dinamica su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” continua la sua discesa (+1,8% da +2,3%), come anche l’inflazione di fondo, che si attesta a +2,0% (da +2,1%).