A febbraio nuovo aumento dell'indice Istat FOI. Inflazione ancora in crescita con rincari nel settore alimentare.
Lunedi 17 Marzo 2025 |
Nel mese di febbraio 2025 l'indice Istat FOI è cresciuto dello 0,2% su base mensile a quota 121,1 con una variazione rispetto allo stesso mese del 2024 pari all'1,5%, il valore più alto da novembre 2023.
Ricordiamo che l'indice FOI è l'indice dei prezzi al consumo per Famiglie di Operai e Impiegati ed è utilizzato per la rivalutazione annuale degli affitti, delle pensioni, dell'assegno di mantenimento per il coniuge, e in generale per tutte le rivalutazioni di legge.
Le percentuali da utilizzare per l'adeguamento annuale degli affitti, calcolate come variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, sono pertanto l'1,125% per le rivalutazioni al 75% e l'1,5% per le rivalutazioni al 100%.
Secondo il comunicato dell'Istat l'incremento degli indici risente dell’accelerazione dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da +27,5% a +31,4%) e dell’aumento del ritmo di crescita dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (da +2,2% a +2,9%) e lavorati (da +1,7% a +1,9%) che fanno salire il cosiddetto 'carrello della spesa' a +2,0%
Tabella riepilogativa (*):
Indice generale FOI | 121,1 |
Variazione percentuale rispetto al mese precedente | +0,2 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente | +1,5 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese di due anni precedenti |
+2,2 |
(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.
L'indice FOI di marzo sarà pubblicato dall'Istat in data:
16 aprile 2025
Contestualmente alla pubblicazione del nuovo indice, abbiamo aggiornato tutte le nostre applicazioni di calcolo che lo utilizzano.
Ricordiamo che, per tutte le variazioni annuali Istat, come ad esempio l'adeguamento del canone di locazione, si deve calcolare la variazione percentuale dell'indice di quest'anno rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, operazione che le nostre applicazioni eseguono automaticamente eliminando ogni possibilità di errore.
L'errore in cui si incorre più frequentemente quando si calcola la variazione dell'indice Istat è quello di calcolare la differenza algebrica dei due indici.
Ciò non è corretto, sia da un punto di vista matematico che normativo, perché dal confronto dei due indici bisogna sempre ottenere una percentuale per poterla applicare all'importo da rivalutare.
Il calcolo della variazione percentuale degli indici richiede qualche passaggio in più, come spiegato in questa pagina.
Riportiamo di seguito tutte le nostre applicazioni che fanno uso dell'indice Istat FOI:
A fine mese l'Istat pubblica una stima provvisoria dell'andamento dei prezzi al consumo e fornisce un'indicazione sull'andamento dell'indice NIC (indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività) da non confondere con l'indice FOI, che invece viene sempre pubblicato verso la metà del mese successivo.
Si ricorda che per le rivalutazioni monetarie di legge bisogna utilizzare esclusivamente l'indice FOI (e non il NIC) il cui valore ufficiale, come detto, è pubblicato dell'Istat solo verso la metà del mese successivo a quello di riferimento; per questo motivo bisogna sempre attendere qualche settimana in più per poter calcolare la rivalutazione.
L'aggiornamento dell'indice Istat FOI nelle nostre applicazioni avviene nello stesso giorno in cui l'Istat pubblica il valore dell'indice sul proprio sito istituzionale; il comunicato stampa è diffuso in mattinata e pubblicato sul sito istituzionale dell'Istat generalmente alle 10 e talvolta alle 11.
Inoltre in questa pagina, così come in molte applicazioni disponibili su questo sito, pubblichiamo sempre la data di aggiornamento del prossimo indice Istat in modo che all'occorrenza possiate prenderne nota.
Dopo l'aumento registrato a gennaio, tornano a scendere i rendimenti dei BOT (dal 2,53% al 2,32%).
Leggero calo anche per il rendistato che passa dal 3,19% al 3,08%.
Ricordiamo che il rendistato è il rendimento medio lordo mensile dei BTP con vita residua superiore ad un anno quotati alla Borsa Italiana e si utilizza generalmente per il calcolo del maggior danno.
Per calcolare i rendimenti dei BOT in base al prezzo di acquisto e alla durata puoi utilizzare questa applicazione gratuita.
Nel mese di febbraio 2025, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% rispetto a gennaio 2025 e dell’1,6% rispetto a febbraio 2024 (da +1,5% del mese precedente); la stima preliminare era +1,7%.
La dinamica tendenziale dell’indice generale risente dell’accelerazione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +27,5% a +31,4%), del marcato ridimensionamento della flessione di quelli dei Beni energetici non regolamentati (da -3,0% a -1,9%) e dell’aumento del ritmo di crescita dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +2,2% a +2,9%) e lavorati (da +1,7% a +1,9%). Di contro, si assiste a una decelerazione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,5% a +1,9%), dei Servizi relativi alle comunicazioni (da +1,1% a +0,5%) e di quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +3,0%).
Nel mese di febbraio l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, si riduce, così come quella al netto dei soli beni energetici (entrambe le variazioni tendenziali passano da +1,8% a +1,7%).
La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni evidenzia una nuova accelerazione (da +0,7% a +1,1%), mentre quella dei servizi rallenta (da +2,6% a +2,4%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni scende quindi a +1,3 punti percentuali (dai +1,9 di gennaio 2025).
Il tasso tendenziale di variazione dei prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumenta (da +1,7% a +2,0%), mentre quello dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto diminuisce (da +2,0% a +1,9%).
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi degli Energetici regolamentati (+0,8%) e non regolamentati (+0,7%), ma anche a quelli dei Beni non durevoli (+0,4%) e dei Servizi relativi all’abitazione (+0,3%); i prezzi dei Tabacchi (+2,5%) risentono anche dell’aumento delle accise. Gli effetti dei suddetti aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti e dei Beni durevoli (entrambi a -0,2%).
L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a +1,1% per l’indice generale e a +0,6% per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) a febbraio 2025 aumenta dello 0,1% su base mensile e dell’1,7% su base annua (stabile rispetto a gennaio 2025), confermando la stima preliminare.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, cresce dello 0,2% rispetto a gennaio e dell’1,5% rispetto a febbraio 2024.
A febbraio 2025 l’inflazione accelera leggermente, portandosi all’1,6% dall’1,5% di gennaio. Tale evoluzione risente principalmente della dinamica dei prezzi degli Energetici, tornata positiva (+0,6% da -0,7% di gennaio) e, in particolare, di quella della componente regolamentata (+31,4% da +27,5%).
Nel settore alimentare, i prezzi dei prodotti lavorati e di quelli non lavorati accelerano, così come quelli del cosiddetto “carrello della spesa” (+2,0% da +1,7%).
Rallentano, invece, i prezzi di alcuni servizi tra cui quelli relativi ai trasporti, alle comunicazioni e quelli ricreativi e culturali. A febbraio, l’inflazione di fondo scende a +1,7%.