Sinistri stradali: senza urto tra i veicoli non si applica l'art. 2054 c.c comma 2

Sinistri stradali: senza urto tra i veicoli non si applica l'art. 2054 c.c comma 2

Nell'ordinanza n. 19282/2022 la Corte di Cassazione si pronuncia in merito all'onere della prova che grava sul danneggiato caduto dalla motocicletta allorchè non vi sia stata alcuna collisione tra i mezzi.

Lunedi 11 Luglio 2022

Il caso: Tizio conveniva in giudizio, davanti al Giudice di pace di Teramo, Caio, Mevia e la Alfa assicurazioni rispettivamente in qualita' di proprietario, conducente e assicuratore, chiedendo che fossero condannati al risarcimento dei danni da lui subiti in occasione di un sinistro stradale verificatosi in una strada cittadina di Teramo.

Esponeva, a sostegno della domanda, che, mentre era alla guida del suo motociclo, l'autovettura condotta da Mevia, immettendosi in modo imprudente sulla carreggiata da lui percorsa, l'aveva costretto ad una manovra improvvisa per evitare l'impatto, a causa della quale egli aveva perso il controllo della moto finendo a terra.

Il Giudice di pace rigettava la domanda, compensando le spese; il Tribunale , in funzione di giudice di appello, respingeva l'appello principale di Tizio e, in riforma della sentenza di primo grado, condannava l'appellante al pagamento delle spese di lite di primo grado, nonché al pagamento delle spese del giudizio di appello.

Tizio ricorre in cassazione, deducendo che:

a)  il Tribunale non aveva fatto corretta applicazione delle regole sulla prova presuntiva, dovendo il materiale probatorio a disposizione essere letto nel senso che il conducente del motociclo aveva perso il controllo a causa della manovra imprudente dell'autovettura;

b) quindi, doveva essere riconosciuto l'apporto causale di Mevia nella determinazione dell'incidente;

c) il Tribunale, poi, avrebbe dovuto fare applicazione della presunzione di cui al citato articolo 2054, comma 2, pur in assenza di scontro tra i due mezzi.

La Cassazione, nel ritenere infondate le censure, osserva quanto segue:

1)  in materia di responsabilita' da sinistri derivanti dalla circolazione stradale, la ricostruzione delle modalita' del fatto generatore del danno, la valutazione della condotta dei singoli soggetti che vi sono coinvolti, l'accertamento e la graduazione della colpa, l'esistenza o l'esclusione del rapporto di causalita' tra i comportamenti dei singoli soggetti e l'evento dannoso, integrano altrettanti giudizi di merito, come tali sottratti al sindacato di legittimita' se il ragionamento posto a base delle conclusioni sia caratterizzato da completezza, correttezza e coerenza dal punto di vista logico-giuridico;

2) nel caso in esame, essendo pacifico che tra i due mezzi non vi era stato alcuno scontro, non poteva essere applicata la presunzione di pari responsabilita' del citato articolo 2054, comma 2; dalle deposizioni dei testimoni emergeva come Mevia fosse intenta a effettuare una manovra da destra a sinistra e che Tizio era caduto a terra non appena aveva toccato i freni della moto.

3) infatti la presunzione di pari responsabilita' nella causazione di un sinistro stradale, prevista dall'articolo 2054 c.c., comma 2, e' applicabile, di regola, soltanto quando tra i veicoli coinvolti vi sia stato un urto; tuttavia, anche quando manchi una collisione diretta tra veicoli, e' consentito applicare estensivamente la suddetta norma al fine di graduare il concorso di colpa tra i vari corresponsabili, sempre che sia stato accertato in concreto il nesso di causalita' tra la guida del veicolo non coinvolto e lo scontro;

4) nel caso di specie, mancando ogni elemento in ordine alla velocita' dei mezzi coinvolti ed essendo stata immediata la caduta della moto, la stessa poteva essere stata causata anche da un semplice sbandamento: ne' vi era prova della sussistenza di una qualche colpa a carico di Mevia, poiche' nessuna violazione delle norme sulla sicurezza stradale era stata dimostrata.

Decisione: rigetto del ricorso.

Allegato:

Cassazione civile ordinanza n.19282 2022

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