Lieve calo dell'indice Istat FOI. Inflazione giù di oltre 3 punti percentuali.
Mercoledi 15 Novembre 2023 |
Nel mese di ottobre l'indice Istat FOI è sceso dello 0,1% rispetto al mese precedente a quota 119,2 riducendo sensibilmente l'incremento rispetto allo stesso mese dell'anno scorso (+1,7%).
Ricordiamo che l'indice FOI è l'indice dei prezzi al consumo per Famiglie di Operai e Impiegati ed è utilizzato per la rivalutazione degli affitti, delle pensioni, dell'assegno di mantenimento per il coniuge, del danno biologico e in generale per tutte le rivalutazioni di legge.
Sulla base di questo nuovo aggiornamento l'adeguamento annuale degli affitti risulta pari al 1,275% per le rivalutazioni al 75% ed al 1,7% per le rivalutazioni al 100%.
Secondo il comunicato dell'Istat la sensibile riduzione del tasso di inflazione è dovuta prevalentemente al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici, (da +7,6% a -17,7% quelli non regolamentati e da -27,9% a -31,7% quelli regolamentati) e, in misura minore, dei prezzi degli alimentari che, dopo gli aumenti a due cifre registrati nell'ultimo anno, rallentano la corsa (da +7,7% a +4,9% gli alimentari non lavorati e da +8,9% a +7,3% quelli lavorati).
Tabella riepilogativa (*):
Indice generale FOI | 119,2 |
Variazione percentuale rispetto al mese precedente | -0,1 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente | +1,7 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese di due anni precedenti |
+13,4 |
(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.
La prossima pubblicazione dell'indice Istat è prevista per il
15 Dicembre 2023
Come di consueto abbiamo aggiornato le nostre applicazioni di calcolo con il valore del nuovo indice FOI.
Ricordiamo che, per quanto riguarda le variazioni annuali Istat, come ad esempio l'adeguamento del canone di locazione, non si deve calcolare la differenza algebrica tra l'indice di quest'anno e quello dell'anno scorso, ma è necessario calcolare la variazione percentuale dei due indici, ossia quanto incide in termini percentuali tale differenza rispetto all'indice di un anno fa.
Le nostre applicazioni eseguono automaticamente questa operazione calcolando la variazione percentuale dell'indice istat rispetto allo scorso anno o rispetto al periodo scelto.
Riportiamo di seguito tutte le nostre applicazioni che utilizzano l'indice Istat FOI:
A fine mese l'Istat pubblica sempre una stima provvisoria dell'andamento dei prezzi al consumo e fornisce un'indicazione sull'indice NIC (indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività) da non confondere con l'indice FOI, pubblicato in via definitiva solo verso la metà del mese successivo.
Si ricorda che per tutte le rivalutazioni monetarie di legge non va utilizzato l'indice NIC ma solamente l'indice FOI che, come detto, viene pubblicato dall'Istat (solo in via definitiva) verso la metà del mese successivo a quello di riferimento.
L'aggiornamento dell'indice Istat FOI nelle nostre applicazioni avviene nello stesso giorno in cui l'Istat pubblica il valore dell'indice FOI sul proprio sito istituzionale; il comunicato stampa è diffuso in mattinata, solitamente tra le 10 e le 10:30 e in alcuni casi tra le 11 e le 11:30.
Inoltre, in questa pagina e in quasi tutte le nostre applicazioni, pubblichiamo sempre la data di aggiornamento del prossimo indice Istat in modo che all'occorrenza possiate prenderne nota.
Sulla base delle ultime rilevazioni di Bankitalia si confermano vicini al 4% i rendimenti medi dei BOT (3,97%).
Grazie alla riduzione del tasso di inflazione è la prima volta da oltre tre anni che il rendimento dei titoli di stato italiani a breve termine risulta superiore al livello attuale di inflazione (v. grafico).
Per calcolare i rendimenti dei BOT in base al prezzo di acquisto puoi utilizzare questa applicazione.
Continua la crescita del rendistato che passa dal 4,17% al 4,44% collocandosi anch'esso sopra al livello dell'inflazione.
Ricordiamo che il rendistato è il rendimento medio lordo mensile dei BTP con vita residua superiore ad un anno quotati alla Borsa Italiana e si utilizza generalmente per il calcolo del maggior danno.
A ottobre 2023 si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,2% su base mensile e un aumento di 1,7% su base annua, da +5,3% nel mese precedente (la stima preliminare era +1,8%).
La consistente decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli energetici, sia non regolamentati (da +7,6% a -17,7%) sia regolamentati (da -27,9% a -31,7%) e, in misura minore, di quelli degli alimentari non lavorati (da +7,7% a +4,9%) e lavorati (da +8,9% a +7,3%). Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei servizi relativi all’abitazione (da +3,7% a +4,0%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +3,8% a +4,0%).
L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta anch’essa (da +4,6% a +4,2%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +4,8%, registrato a settembre, a +4,2%).
Si arresta la crescita su base annua dei prezzi dei beni (nulla la variazione tendenziale da +6,0%), mentre quella dei servizi resta stabile (a +4,1%), riportando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni su valori ampiamente positivi (+4,1 punti percentuali, dai -1,9 di settembre).
Rallentano ulteriormente in termini tendenziali i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +8,1% a +6,1%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +6,6% a +5,6%).
La diminuzione congiunturale dell’indice generale si deve principalmente ai prezzi degli energetici non regolamentati (-1,9%), dei servizi culturali, ricreativi e per la cura della persona (-0,9%) e dei servizi relativi ai trasporti (-0,6%); tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’incremento dei prezzi degli energetici regolamentati (+13,8%) e dei servizi relativi all’abitazione (+0,4%).
L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,1% su base mensile e di 1,8% su base annua (in netta decelerazione da +5,6% di settembre); la stima preliminare era +1,9%.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una diminuzione di 0,1% su base mensile e un aumento di 1,7% su base annua.