In forte rialzo l'indice FOI. Inflazione a due cifre per la prima volta dal 1984. Affitti sempre più cari, colpiti i risparmi delle famiglie.
Mercoledi 16 Novembre 2022 |
Brusco rialzo dell'indice Istat FOI che nel mese di ottobre 2022 tocca il valore di 117,2 con un aumento del 3,3% rispetto al mese precedente.
Ricordiamo che l'indice FOI, ossia l'indice dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati, è utilizzato per la rivalutazione degli affitti, dell'assegno di mantenimento per il coniuge, delle pensioni e di tutte le altre rivalutazioni previste dalla normativa vigente.
Per trovare un'inflazione a due cifre bisogna risalire al mese di luglio del 1984 (38 anni fa!) quando l'inflazione in Italia era al 10,5%. Questo valore è stato l'ultimo di una serie di in incrementi a due cifre iniziato nell'aprile del 1973, con il massimo storico assoluto registrato a novembre del 1974 (26,2%).
L'incremento in percentuale per calcolare l'adeguamento annuale dell'affitto è pari all' 11,5% per le rivalutazioni al 100% ed all' 8,625% per le rivalutazioni al 75%.
La forte accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è dovuta ancora una volta ai prezzi dei beni energetici (da +44,5% di settembre a +71,1%) sia regolamentati (da +47,7% a +51,6%) sia non regolamentati (da +41,2% a +79,4%), ed ai prezzi dei beni alimentari (da +11,4% a +12,9%), sia lavorati (da +11,4% a +13,3%) sia non lavorati (da +11,0% a +12,9%).
Tabella riepilogativa (*):
Indice generale FOI | 117,2 |
Variazione percentuale rispetto al mese precedente | +3,3 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente | +11,5 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese di due anni precedenti |
+14,9 |
(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.
La prossima pubblicazione dell'indice Istat è prevista per il
16 dicembre 2022.
Come di consueto, abbiamo aggiornato il nuovo valore dell'indice Istat FOI in tutte le applicazioni di calcolo che lo utilizzano.
Per richiedere l'adeguamento annuale del canone di locazione è disponibile anche la nostra applicazione gratuita che consente di creare in pochi click la lettera da inviare al conduttore, con il calcolo automatico dell'aumento Istat e la possibilità di modificare il testo direttamente online ed inviarlo tramite Email con un semplice click.
Per rispondere alle numerose segnalazioni degli utenti, ricordiamo inoltre che l'adeguamento del canone di locazione, così come qualsiasi altro aumento legale basato ull'indice Istat FOI, non è la semplice differenza algebrica tra l'indice di quest'anno e quello dell'anno scorso, ma la variazione percentuale dei due indici, che prevede di calcolare quanto è aumentato in percentuale l'indice Istat rispetto a un anno fa (la cosiddetta variazione "tendenziale").
La formula matematica è leggermente più complicata di una semplice differenza ma potete stare tranqulilli che le nostre applicazioni calcolano automaticamente la corretta variazione percentuale secondo quanto prevede la legge.
Di seguito le applicazioni che utilizzano l'indice Istat FOI:
L'aggiornamento dell'indice Istat FOI nelle nostre applicazioni avviene sempre nello stesso giorno in cui l'Istat pubblica il valore dell'indice FOI sul proprio sito (il comunicato stampa è pubblicato sul sito in mattinata, solitamente poco dopo le 10:30 e in alcuni casi alle 11:30).
In questa pagina e in quasi tutte le nostre applicazioni pubblichiamo sempre la data di aggiornamento del prossimo indice Istat.
In rialzo di mezzo punto i rendimenti dei BOT che a ottobre salgono dal 2,05% al +2,53%.
Stesso andamento anche per il rendistato che passa dal 3,45% al 3,83%.
I rendimenti medi dei titoli di stato restano comunque abbondantemente al di sotto dell'inflazione tendenziale che nei prossimi mesi è destinata a erodere pesantemente i risparmi degli italiani, senza che siano disponibili sul mercato prodotti finanziari a basso rischio in grado di compensare fin da subito la perdita di potere di acquisto.
Addirittura il rialzo del costo del denaro e l'aumento dei rendimenti dei titoli di stato causano paradossalmente una perdita di valore degli investimenti in obbligazioni che si riflette negativamente sull'andamento di quasi tutti i fondi di investimento obbligazionari e monetari, sia italiani che europei, i quali hanno ancora in portafoglio titoli emessi qualche anno fa, che avevano rendimenti più bassi e che, per questo motivo, hanno oggi un valore di mercato inferiore a quello dei titoli di nuova emissione.
Ricordiamo che il rendistato è il rendimento medio lordo dei BTP con vita residua superiore ad un anno quotati alla Borsa italiana ed è uno degli indicatori utilizzati come riferimento per il calcolo del maggior danno..
Nel mese di ottobre 2022, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento del 3,4% su base mensile e dell’11,8% su base annua (da +8,9% del mese precedente); la stima preliminare era +11,9%.
La forte accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve soprattutto ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +44,5% di settembre a +71,1%) sia regolamentati (da +47,7% a +51,6%) sia non regolamentati (da +41,2% a +79,4%), e in misura minore ai prezzi dei Beni alimentari (da +11,4% a +13,1%), sia lavorati (da +11,4% a +13,3%) sia non lavorati (da +11,0% a +12,9%), e degli Altri beni (da +4,0% a +4,6%). Rallentano invece i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,7% di settembre a +5,2%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +5,0% a +5,3% e quella al netto dei soli beni energetici da +5,5% a +5,9%.
Su base annua accelerano i prezzi dei beni (da +12,5% a +17,6%), mentre rallentano di poco quelli dei servizi (da +3,9% a +3,8%); si amplia in misura marcata, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -8,6 di settembre a -13,8 punti percentuali).
Accelerano i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +10,9% a +12,6%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,4% a +8,9%).
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi dei Beni Energetici non regolamentati (+28,3%), ai Beni energetici regolamentati (+20,0%) e in misura minore a quelli degli Alimentari non lavorati (+2,4%), degli Alimentari lavorati (+1,6%), dei Beni non durevoli (+0,7%) e dei Beni durevoli (+0,6%); in calo invece, a causa per lo più di fattori stagionali, i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,7%) e dei Servizi relativi ai trasporti (-0,8%).
L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +8,0% per l’indice generale e a +3,7% per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta del 3,8% su base mensile e del 12,6% su base annua (da +9,4% nel mese precedente); la stima preliminare era +12,8%.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento del 3,3% su base mensile e dell’11,5% su base annua