Pubblicato l'indice Istat di novembre 2023

A cura della Redazione.
Pubblicato l'indice Istat di novembre 2023

Nuovo calo dell'indice Istat FOI. Inflazione ai livelli del 2021.

Venerdi 15 Dicembre 2023

Nel mese di novembre l'indice Istat FOI scende dello 0,4% rispetto al mese precedente a quota 118,7 con una variazione rispetto allo stesso mese dell'anno precedente pari allo 0,7%, valore che non si vedeva da marzo 2021.

Si ricorda che l'indice FOI è l'indice dei prezzi al consumo per Famiglie di Operai e Impiegati ed è utilizzato per la rivalutazione di affitti, pensioni, assegni di mantenimento per il coniuge, danno biologico e in generale per tutte le rivalutazioni previste dalla normativa vigente. 

Sulla base di questo nuovo aggiornamento l'adeguamento annuale degli affitti risulta pari allo 0,525% per le rivalutazioni al 75% ed allo 0,7% per le rivalutazioni al 100%.

Secondo il comunicato dell'Istat la sensibile flessione dell'inflazione dipende ancora una volta dalla riduzione degli energetici, sia non regolamentati (da -17,7% a -22,5%) che regolamentati (da -31,7% a -34,9%) compensata in parte dall'aumento dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +4,9% a +5,6%).,

Tabella riepilogativa (*):

Indice generale FOI  118,7
Variazione percentuale rispetto al mese precedente -0,4
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente +0,7
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese
di due anni precedenti
+12,3

(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.

La prossima pubblicazione dell'indice Istat è prevista per il

16 gennaio 2024.

Applicazioni di Calcolo

Come di consueto abbiamo aggiornato le nostre applicazioni di calcolo con il valore del nuovo indice FOI.

Ricordiamo che, per quanto riguarda le variazioni annuali Istat, come ad esempio l'adeguamento del canone di locazione, non basta calcolare la differenza algebrica tra l'indice di quest'anno e quello dell'anno scorso, ma bisogna calcolare la variazione percentuale dei due indici, cosa che richiede qualche passaggio in più.

Le nostre applicazioni eseguono automaticamente questo calcolo facendo risparmiare tempo e senza possibilità di errori.

Riportiamo di seguito tutte le applicazioni che fanno uso dell'indice Istat FOI:

Nota sull'aggiornamento dell'Indice FOI

A fine mese l'Istat pubblica sempre una stima provvisoria dell'andamento dei prezzi al consumo e fornisce un'indicazione sull'indice NIC (indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività) da non confondere con l'indice FOI, che invece viene pubblicato verso la metà del mese successivo.

Si ricorda che per tutte le rivalutazioni monetarie di legge non va utilizzato l'indice NIC ma bisogna considerare sempre l'indice FOI il cui valore, come detto, è disponibile solo verso la metà del mese successivo a quello di riferimento.

L'aggiornamento dell'indice Istat FOI nelle nostre applicazioni avviene nello stesso giorno in cui l'Istat pubblica il valore dell'indice FOI sul proprio sito istituzionale; il comunicato stampa è diffuso in mattinata, solitamente tra le 10 e le 10:30 e in alcuni casi tra le 11 e le 11:30.

Inoltre, in questa pagina e in quasi tutte le nostre applicazioni, pubblichiamo la data di aggiornamento del prossimo indice Istat in modo che all'occorrenza possiate prenderne nota.

Titoli di Stato e Tassi

Sul fronte dei titoli di Stato a breve scadenza non si registrano particolari variazioni, con i BOT che si confermano vicini al 4% (3,87%).

Per calcolare i rendimenti dei BOT in base al prezzo di acquisto puoi utilizzare questa applicazione.

Cede qualche decimo di punto il rendistato che scende dal 4,44% al 4,05% restando tuttavia saldamente al di sopra del tasso di inflazione.

Ricordiamo che il rendistato è il rendimento medio lordo mensile dei BTP con vita residua superiore ad un anno quotati alla Borsa Italiana e si utilizza generalmente per il calcolo del maggior danno.

Per quanto riguarda il costo del denaro la BCE ha deciso di non apportare alcuna correzione mantenendo l'attuale livello del 4,5%.

Nel breve periodo quindi non vi saranno sostanziali variazioni per quanto riguarda i tassi dei mutui che resteranno alti ancora per un pò di tempo, con gravi disagi per le famiglie che intendono accendere un mutuo o per coloro che avevano stipulato contratti a tasso variabile.

Stessa politica per la FED americana che tuttavia ha annunciato possibili tagli dei tassi per il 2024, cosa che nel medio termine potrebbe accadere anche in Europa, sempre che non si registri una nuova impennata dell'inflazione.

Comunicato ISTAT

A novembre 2023 si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,5% su base mensile e un aumento di 0,7% su base annua, da +1,7% nel mese precedente (la stima preliminare era +0,8%).

La decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente ai prezzi degli Energetici, sia non regolamentati (da -17,7% a -22,5%) sia regolamentati (da -31,7% a -34,9%), e, in misura minore, al rallentamento degli alimentari lavorati (da +7,3% a +5,8%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +4,6%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +4,0% a +3,5%). Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +4,9% a +5,6%).

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici continuano a rallentare (entrambe da +4,2%, registrato a ottobre, a +3,6%).

Dopo essersi annullata a ottobre, la dinamica tendenziale dei prezzi dei beni scende su valori negativi (a -1,4%), mentre quella dei servizi rimane su valori positivi, sebbene in ulteriore rallentamento (da +4,1% a +3,7%), determinando un ampliamento del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+5,1 punti percentuali, dai +4,1 di ottobre).

Continuano a rallentare in termini tendenziali i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +6,1% a +5,4%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,6% a +4,6%).

La diminuzione congiunturale dell’indice generale si deve principalmente ai prezzi degli energetici non regolamentati (-3,8%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,3%), dei servizi relativi ai trasporti e degli energetici regolamentati (-0,7% entrambi); tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’incremento dei prezzi degli alimentari non lavorati (+0,8%).

L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,6% su base mensile e aumenta di 0,6% su base annua, in ulteriore decelerazione da +1,8% di ottobre (la stima preliminare era +0,7%).

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una diminuzione di 0,4% su base mensile e un aumento di 0,7% su base annua.


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