Scende l'indice Istat FOI per la prima volta dopo un anno. Inflazione sempre alta ma inferiore all'8%.
Lunedi 17 Aprile 2023 |
Nel mese di marzo 2023 l'indice Istat FOI torna a quota 118 con una flessione dello 0,4% rispetto al mese precedente.
Ricordiamo che l'indice FOI è l'indice dei prezzi al consumo per Famiglie di Operai e Impiegati ed è utilizzato per la rivalutazione degli affitti, delle pensioni, dell'assegno di mantenimento per il coniuge, e in generale per tutte le rivalutazioni previste dalla normativa vigente.
Con il nuovo indice l'adeguamento annuale degli affitti è pari al 5,55% per le rivalutazioni al 75% ed al 7,4% per le rivalutazioni al 100%.
Non è facile capire se si tratta di una flessione momentanea oppure di una vera e propria inversione di tendenza delle spinte inflazionistiche, anche perché proprio ad aprile dello scorso anno l'indice Istat aveva fatto registrare una diminuzione dello 0,2% ma nei mesi successivi l'inflazione aveva ricominicato la sua corsa fino ad arrivare all'11,5%.
I segnali positivi ci sono ma dovremo attendere i prossimi mesi per capire se il calo dei prezzi dei beni energetici porterà dei benifici duraturi oppure no.
Tabella riepilogativa (*):
Indice generale FOI |
118 |
Variazione percentuale rispetto al mese precedente | -0,4 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente | +7,4 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese di due anni precedenti |
+14,2 |
(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.
La prossima pubblicazione dell'indice Istat è prevista per il
16 maggio 2023
Contestualmente alla pubblicazione del nuovo indice Istat, abbiamo aggiornato tutte le nostre applicazioni di calcolo che lo utilizzano.
Per quanto riguarda le modalità di calcolo della variazione Istat, ricordiamo ancora una volta che l'adeguamento del canone di locazione, così come ogni altro aumento legale basato sull'indice Istat FOI, non è la semplice differenza algebrica tra l'indice di quest'anno e quello dell'anno scorso, ma la variazione percentuale dei due indici che comporta un calcolo diverso.
In altre parole non bisogna calcolare la differenza tra i due indici ma quanto è variato in percentuale l'indice di quest'anno rispetto a quello dello stesso mese dell'anno scorso.
Il calcolo è leggermente più complicato di una semplice differenza ma le nostre applicazioni lo eseguono automaticamente facendovi risparmiare tempo e con la garanzia di avere sempre il risultato corretto.
Ecco le applicazioni che fanno uso dell'indice Istat FOI:
L'aggiornamento dell'indice Istat FOI nelle nostre applicazioni avviene sempre nello stesso giorno in cui l'Istat pubblica il valore dell'indice FOI sul proprio sito; il comunicato stampa è pubblicato sul sito in mattinata, solitamente tra le 10 e le 10:30 e in alcuni casi tra le 11 e le 11:30.
In questa pagina e in quasi tutte le nostre applicazioni pubblichiamo sempre la data di aggiornamento del prossimo indice Istat in modo che all'occorrenza possiate prenderne nota.
Continua la crescita dei rendimenti dei BOT che a marzo toccano il valore record di 3,34% (era il 3,16% a febbraio).
Sostanzialmente stabile il rendistato che sale dal precedente +3,80% a +3,87%.
Ricordiamo che il rendistato è il rendimento medio lordo dei BTP con vita residua superiore ad un anno quotati alla Borsa italiana ed è uno degli indicatori utilizzati come riferimento per il calcolo del maggior danno.
Nel mese di marzo 2023, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,4% su base mensile e un aumento del 7,6% su base annua, da +9,1% nel mese precedente; la stima preliminare era +7,7%.
Il rallentamento dell’inflazione si deve, in primo luogo, alla decelerazione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +40,8% a +18,9%) e all’accentuarsi della flessione di quelli degli energetici regolamentati (da -16,4% a -20,3%), i cui effetti sono stati solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +8,7% a +9,1%), di quelli dei servizi relativi all’abitazione (da +3,3% a +3,5%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,1% a +6,3%) e dei tabacchi (da +1,8% a +2,5%).
L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile a +6,3%, così come quella al netto dei soli beni energetici, che si attesta a +6,4%.
Si attenua la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +12,4% a +9,7%), mentre si accentua di poco quella relativa ai servizi (da +4,4% a +4,5%), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -5,2 punti percentuali, da -8,0 di febbraio.
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano una seppur lieve decelerazione in termini tendenziali (da +12,7% a +12,6%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto mostrano una più cospicua frenata (da +9,0% a +7,6%).
La diminuzione congiunturale dell’indice generale si deve al calo dei prezzi degli energetici, sia non regolamentati (-9,6%) sia regolamentati (-4,6%), solo in parte compensato dall’aumento dei prezzi degli alimentari non lavorati (+1,0%), dei servizi relativi ai trasporti (+0,9%), degli alimentari lavorati e dei tabacchi (+0,7% entrambi), dei beni semidurevoli (+0,5%), dei beni non durevoli, dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei servizi relativi all’abitazione (tutti e tre +0,3%).
L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,0% per l’indice generale e a +4,0% per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,8% su base mensile, per la fine dei saldi stagionali di cui il NIC non tiene conto, e dell’8,1% su base annua (in netto rallentamento da +9,8% di febbraio); la stima preliminare era +8,2%.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,4% su base mensile e un aumento del 7,4% su base annua.
Nel primo trimestre 2023 l’impatto dell’inflazione, misurata dall’IPCA, è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa rispetto a quelle con livelli di spesa più elevati (+12,5% e +8,2% rispettivamente).
A marzo prosegue la fase di rapido rientro dell’inflazione (scesa a +7,6%), guidata dalla dinamica dei prezzi dei beni Energetici, sia della componente regolamentata sia di quella non regolamentata (entrambe in netto calo su base congiunturale). Emergono inoltre, nonostante il permanere delle tensioni al rialzo nel comparto dei beni alimentari non lavorati e dei servizi, segnali di esaurimento della fase di accelerazione che, nei mesi scorsi, aveva caratterizzato la dinamica dei prezzi di ampi settori del paniere. Dopo la progressione che ha caratterizzato il 2022, l’inflazione di fondo si stabilizza al +6,3%. Infine, i prezzi del “carrello della spesa” rallentano su base tendenziale, scendendo a +12,6%.