Pubblicato l'indice Istat di gennaio 2023

A cura della Redazione.
Pubblicato l'indice Istat di gennaio 2023

L'indice Istat FOI aumenta dello 0,1% su base mensile. Sempre alta l'inflazione che però mostra segni di rallentamento e torna sotto il 10%.

Mercoledi 22 Febbraio 2023

Nel mese di gennaio 2023 l'indice Istat FOI cresce dello 0,1% su base mensile arrivando a quota 118,3.

Ricordiamo che l'indice FOI è l'indice dei prezzi al consumo per Famiglie di Operai e Impiegati e si utilizza per la rivalutazione degli affitti, delle pensioni, dell'assegno di mantenimento per il coniuge, e in tutte le altre rivalutazioni previste per legge. 

L'adeguamento annuale degli affitti risulta quindi pari all 7,35% per le rivalutazioni al 75% ed al 9,8% per quelle al 100%.

Dopo la crescita inarrestabile dell'anno scorso, l'inflazione mostra per la prima volta segnali di rallentamento (nei tre mesi precedenti è sempre stata superiore all'11%).

Questa flessione, secondo quanto rileva l'Istat nel comunicato mensile, è dovuta principalmente all’inversione di tendenza dei beni energetici regolamentati che, per la prima volta, scendono del 12% su base annua, anche se permangono sempre forti tensioni sui prezzi dei beni alimentari e di altri settori merceologici che, al netto delle componenti "energetiche", mantengono sempre alto il livello dell' "inflazione di fondo".

Tabella riepilogativa (*):

Indice generale FOI 118,3
Variazione percentuale rispetto al mese precedente +0,1
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente +9,8
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese
di due anni precedenti
+15

(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.

La prossima pubblicazione dell'indice Istat è prevista per il

16 marzo 2023

Applicazioni di Calcolo

Come di consueto, in seguito alla pubblicazione del nuovo valore dell'indice Istat FOI, abbiamo aggiornato tutte le nostre applicazioni di calcolo che lo utilizzano.

Per quanto riguarda le modalità di calcolo della variazione Istat, ricordiamo che l'adeguamento del canone di locazione, così come qualsiasi altro aumento legale basato ull'indice Istat FOI, non è la semplice differenza algebrica tra l'indice di quest'anno e quello dell'anno scorso, ma la variazione percentuale dei due indici, che consiste nel calcolare quanto è aumentato in percentuale l'indice Istat rispetto a un anno fa (la cosiddetta "variazione tendenziale", mentre quella "congiunturale" è calcolata rispetto al mese precedente).

Di seguito tutte le nostre applicazioni che utilizzano l'indice Istat FOI:

Nota sull'aggiornamento dell'Indice FOI

L'aggiornamento dell'indice Istat FOI nelle nostre applicazioni avviene sempre nello stesso giorno in cui l'Istat pubblica il valore dell'indice FOI sul proprio sito; il comunicato stampa è pubblicato sul sito in mattinata, solitamente tra le 10 e le 10:30 oppure tra le 11 e le 11:30.

In questa pagina e in quasi tutte le nostre applicazioni pubblichiamo sempre la data di aggiornamento del prossimo indice Istat.

Titoli di Stato

Ancora in crescita i rendimenti dei BOT (dal 2,67% al 2,99%), che fanno registrare una crescita annuale di oltre il 3%, pur rimanendo però abbondamente al di sotto del tasso di inflazione.

Sostanzialmente stabile il rendistato (dal 3,60% al 3,66%).

Ricordiamo che il rendistato è il rendimento medio lordo dei BTP con vita residua superiore ad un anno quotati alla Borsa italiana ed è uno degli indicatori utilizzati come riferimento per il calcolo del maggior danno.

Paniere dei prezzi 2023

L'ISTAT, come ogni hanno, ha pubblicato il nuovo paniere dei prezzi 2023 utilizzato per le rilevazioni statistiche sull'andamento dei prezzi nelle città italiane e tramite il quale, ogni mese, vengono calcolati i valori dei principali indici dei prezzi al consumo: il NIC (indice nazionale per l’intera collettività) e il FOI (indice per famiglie di operai e impiegati).

Per maggiori informazioni leggi il comunicato stampa.

Comunicato ISTAT

Nel mese di gennaio 2023, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,1% su base mensile e del 10,0% su base annua, da +11,6% nel mese precedente; la stima preliminare era +10,1%.

La flessione del tasso di inflazione si deve, principalmente, al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +70,2% a -12,0%) e, in misura minore, di quelli degli Energetici non regolamentati (da +63,3% a +59,3%), degli Alimentari non lavorati (da +9,5% a +8,0%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,2% a +5,5%); gli effetti di tali andamenti sono stati solo in parte controbilanciati dall’accelerazione dei prezzi dei Beni durevoli (da +6,4% a +6,8%), dei Beni non durevoli (da +6,1% a +6,7%) e dei Servizi relativi all’abitazione (da +2,1% a +3,2%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +5,8% a +6,0%, mentre quella al netto dei soli beni energetici resta stabile a +6,2%.

Su base annua, i prezzi dei beni evidenziano un profilo in rallentamento (da +17,1% a +14,1%), mentre quello relativo ai servizi evidenzia un lieve incremento (da +4,1% a +4,2%); si ridimensiona, quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -13,0 di dicembre a -9,9 punti percentuali).

Si attenua la dinamica tendenziale dei prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +12,6% a +12,0%), mentre al contrario si accentua quella dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,5% a +8,9%).

L’aumento congiunturale dell’indice generale si deve prevalentemente ai prezzi dei Servizi per l’abitazione (+1,6%), degli Alimentari lavorati (+1,3%), dei Beni durevoli (+1,1%) e non durevoli (+0,7%), degli Alimentari non lavorati (+0,6%) e degli Energetici non regolamentati (+0,5%); un effetto di contenimento deriva invece dal calo dei prezzi degli Energetici regolamentati (-25,7%) e di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (-1,7% a causa di fattori stagionali).

L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,2% per l’indice generale e a +3,2% per la componente di fondo.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dell’1,5% su base mensile, a causa dell’avvio dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature di cui l’indice NIC non tiene conto, e aumenta del 10,7% su base annua (in rallentamento da +12,3% di dicembre); la stima preliminare era +10,9%.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% su base mensile e del 9,8% su base annua.

Il commento

A gennaio, l’inflazione evidenzia un netto rallentamento, scendendo a +10,0%. La discesa risente dell’andamento delle componenti più volati dell’indice dei prezzi al consumo, fortemente condizionato dall’inversione di tendenza dei Beni energetici regolamentati (-12,0% su base annua). Restano diffuse, tuttavia, le tensioni sui prezzi al consumo di diverse categorie di prodotti, quali gli alimentari lavorati, gli altri beni (durevoli e non durevoli) e i servizi dell’abitazione, che contribuiscono alla lieve accelerazione della componente di fondo.


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