Si segnala la sentenza n. 7385 del 21 febbraio 2023 della Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione, nella quale viene individuata la rilevanza penale del cellulare, utilizzabile quale arma impropria.
Il caso: Il Giudice di Pace dichiarava non doversi procedere nei confronti di Tizio, in relazione al reato di cui all'art. 582 c.p., in quanto improcedibile per intervenuta remissione di querela.
Il Procuratore generale presso la Corte di Appello ricorre, deducendo come unico motivo, la violazione di legge, in riferimento all'art. 582, comma secondo, 585 cod. pen., ai sensi dell'art. 606 lett. b), cod. proc. pen., in quanto nel capo di imputazione risulta contestata in fatto la circostanza aggravante dell'arma impropria - nella specie, un telefono cellulare scagliato contro la persona offesa - rendendo così il reato perseguibile di ufficio.
Per la Cassazione il ricorso del P.G. è fondato: si osserva che:
a) alla luce della giurisprudenza di questa Corte di legittimità, va ribadito come anche un telefono cellulare possa essere utilizzato come arma impropria: in tal senso, infatti, la circostanza aggravante emerge evidente dalla realizzazione di una condotta lesiva attraverso l'uso di uno strumento di uso comune, nella specie utilizzato come corpo contundente e, pertanto, sicuramente idoneo nella sua idoneità offensiva;
b) nel caso in esame, peraltro, l'uso del telefono cellulare, scagliato contro la persona offesa, risulta chiaramente descritto dal capo di imputazione, con conseguente competenza per materia del Tribunale in relazione alla contestata fattispecie: ne discende, pertanto, l'annullamento della sentenza impugnata senza rinvio, con la trasmissione degli atti al PM territorialmente competente.