La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione con la sentenza n. 23764 del 15 maggio 2017 si pronuncia in tema di legittimo impedimento del difensore dell'imputato, allorchè l'avvocato si trovi nella necessità di partecipare personalmente a due udienze in contemporanea.
Mercoledi 28 Giugno 2017 |
Nel caso di specie, La Corte di Appello di Torino – sezione per i minorenni – confermava – quanto alla responsabilità penale – la sentenza del Tribunale per i minorenni di Torino con la quale l’imputato era stato condannato per violenza sessuale continuata aggravata, in danno di persona minore, mentre rideterminava in diminuzione il trattamento sanzionatorio.
L'imputato peoponeva - tramite il difensore - ricorso per cassazione, chiedendone l'annullamento.
Il difensore dell'imputato faceva pervenire istanza di differimento di udienza, rilevando che nello stesso giorno avrebbe dovuto presenziare di fronte alla Corte d'appello di Torino - sezione per i minorenni - dove assisteva, come unico difensore, il padre di una minore oggetto di procedimento di adottabilità; procedimento di particolare delicatezza, nel quale lo stesso difensore non avrebbe la possibilità di farsi sostituire, non avendo collaboratori.
La Suprema Corte respinge l'istanza di differimento di udienza proposta dal difensore dell'imputato, sulla base dei seguneti motivi:
- nel caso di specie si devono applicare i principi affermati dalle Sezioni Unite di questa Corte che richiedono, quali condizioni di ammissibilità dell'istanza di differimento dell'udienza per contemporaneo impegno professionale, che il difensore:
a) prospetti l'impedimento non appena conosciuta la contemporaneità dei diversi impegni;
b) indichi specificamente le ragioni che rendono essenziale l'espletamento della sua funzione nel diverso processo;
c) rappresenti l'assenza in detto procedimento di altro codifensore che possa validamente difendere l'imputato;
d) rappresenti l'impossibilità di avvalersi di un sostituto ai sensi dell'art. 102 c.p.p., sia nel processo a cui intende partecipare sia in quello di cui chiede il rinvio.
- il giudice deve poter valutare nel merito l’urgenza del concomitante impegno difensivo ed il carattere eventualmente dilatorio dell’istanza di differimento, tenuto conto dell’obbligo di diligenza che grava sul difensore, il quale è tenuto a dare preferenza alla posizione processuale che risulterebbe maggiormente pregiudicata dalla mancata trattazione del giudizio;
- nel caso in esame, per gli Ermellini, il difensore non ha fornito elementi concreti in base ai quali il procedimento di fronte alla Corte d'appello di Torino, peraltro in sede civile, possa essere ritenuto più urgente del presente procedimento;
- tali specificazioni sarebbero state necessarie proprio per consentire alla Corte di verificare il rispetto il su citato obbligo di diligenza gravante sul difensore: peraltro, prosegue la Corte, nel caso di specie è difficile ipotizzare, anche in linea teorica, un maggiore pregiudizio della parte rappresentata dal difensore nel procedimento civile davanti alla Corte d'appello rispetto alla eventuale condanna penale definitiva dell'imputato nel presente giudizio, per un reato di rilevante gravità.
Esito: rigetto dell'istanza.