Accettazione tacita’ dell’eredita’: presupposti

Accettazione tacita’ dell’eredita’: presupposti

Con l’ordinanza 33162, pubblicata il 10 novembre 2022, la Corte di Cassazione si è pronunciata sui presupposti affinchè possa configurarsi l’accettazione tacita dell’eredità da parte di un soggetto chiamato a succedere nel patrimonio di un soggetto deceduto.

Martedi 15 Novembre 2022

IL CASO: La vertenza approdata all’esame dei giudici di legittimità parte da una sentenza emessa dal Tribunale con la quale quest’ultimo, in accoglimento della domanda proposta dal proprietario di un fabbricato, ordinava ai convenuti confinanti di abbattere il loro fabbricato, che versava in stato di abbandono e dal quale provenivano delle infiltrazione in danno della proprietà dell’attrice. I convenuti, venivano anche condannati al pagamento di una somma a titolo di risarcimento danni in favore dell’attrice.

La decisione di primo grado veniva confermata dalla Corte di Appello la quale riteneva sufficienti, ai fini della configurabilità dell’accettazione tacita dell’eredità da parte della appellante, il comportamento processuale della stessa che, tra l’altro, non aveva eccepito la sua carenza di legittimazione passiva, accettando il contraddittorio e che nella comparsa conclusionale in primo grado, aveva evidenziato di essersi attivata per cedere la propria quota gratuitamente ai fratelli e/o anche a terzi, contattando anche la controparte, senza peraltro esservi riuscita.

La vertenza, pertanto, giungeva all’esame della Corte di Cassazione a seguito del ricorso promosso dall’appellante, la quale, deduceva l’erroneità della decisione dei giudici di merito evidenziando che gli stessi non avevano considerato il fatto che l’immobile oggetto della causa le era pervenuto per successione e che non essendovi mai stata accettazione dell’eredita, né espressa né tacita, era decorso il termine decennale per l’accettazione. Pertanto, secondo la ricorrente, l’immobile non era mai entrato nel suo patrimonio e nel corso giudizio non aveva assunto alcuna condotta idonea ad integrare un accettazione tacita del bene.

LA DECISIONE: La Cassazione, accogliendo la proposta del relatore, ha dichiarato inammissibile il ricorso, ricordando il costante orientamento giurisprudenziale di legittimità secondo il quale “L'accettazione tacita di eredità, che si ha quando il chiamato all'eredità compie un atto che presuppone la sua volontà di accettare e che non avrebbe diritto di compiere se non nella qualità di erede, può essere desunta anche dal comportamento del chiamato, che abbia posto in essere una serie di atti incompatibili con la volontà di rinunciare o siano concludenti e significativi della volontà di accettare; pertanto l'accettazione tacita dell'eredità può essere desunta dal comportamento complessivo del chiamato all'eredità che ponga in essere non solo atti di natura meramente fiscale, come la denuncia di successione di per sè sola inidonea a comprovare l'accettazione tacita, ma anche atti che siano al contempo fiscali e civili, come la voltura catastale che rileva non solo dal punto di vista tributario ma anche dal punto civile per l'accertamento, legale o semplicemente materiale, della proprietà immobiliare e dei relativi passaggi” (Cass. Sez.2, Sentenza n. 7075 del 07/07/1999, conf. Cass. Sez.2, Sentenza n. del 11/05/2009).

Per l’accettazione tacita dell’eredità, hanno osservato gli Ermellini, sono necessarie due condizioni, e, cioè, il compimento di un atto che presuppone necessariamente la volontà di accettare e la qualificazione di tale atto, nel senso che ad esso non sia legittimato se non chi abbia la qualità di erede.

L’accettazione tacita è configurabile nel caso in cui il chiamato rilasci ipoteca su uno dei beni compresi nell’eredità essendo un atto di disposizione del patrimonio ereditario, tutte le volte in cui essa viene posta in essere in assenza di qualsiasi riferimento ad una delle circostanze che potrebbero giustificarne il compimento da parte del chiamato.

La manifestata intenzione di cedere la proprietà della quota ereditaria di cui si controverte, anche se gratuitamente, è considerato un atto che presuppone la proprietà del cespite.

L’accertamento e l’interpretazione della ricerca della volontà del chiamato di accettare l’eredità, hanno concluso, si risolve in un'indagine di fatto non suscettibile di censura in sede di legittimità, purché il risultato sia congruamente motivato, senza errori di logica o di diritto.

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