Sabato 15 Giugno 2013 |
Come dice il proverbio, “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”.
E quanto al “dire” non c’è che dire: sono tanti gli argomenti toccati nella conferenza stampa del 15 giugno, nella quale il Governo ha illustrato i provvedimenti che saranno oggetto del prossimo decreto. Ma sul fare?
Da una prima lettura del comunicato stampa, emerge subito che i punti all’ordine del giorno del nuovo decreto, nato sull’entusiasmo della recente promozione europea del risanamento in atto nel nostro splendido Paese, sono tanti, tantissimi, forse troppi per essere realizzati tutti con le risorse sempre più esigue, il pareggio di bilancio che incombe, e il "mare" degli interessi sul debito pubblico.
Il decreto è ricco di progetti e buoni propositi, come ad esempio lo sblocco dei cantieri per molte infrastrutture nei trasporti, investimenti per l’edilizia scolastica e la sicurezza stradale, agevolazioni alle le PMI per l’accesso al fondo di garanzia, finanziamenti a tasso agevolato per l’acquisto di macchinari, riduzione progressiva delle bollette elettriche, misure per l’ambiente, borse di mobilità per studenti capaci e meritevoli, semplificazioni burocratiche, wifi libero, domicilio digitale ecc. ecc.
Sono diverse inoltre le proposte, a costo zero, che tutti ci auspichiamo possano tradursi in legge, come ad esempio l’impignorabilità della prima casa, fatta eccezione per le abitazioni di lusso di categoria A/8 e A/9 (ville e castelli) e l’innalzamento del limite per procedere con l’esproprio da 20 mila a 120 mila euro (erano 50 mila nella prima stesura del decreto), anche se bisogna rilevare che per quanto riguarda l'abolizione dell’ IMU tutto tace.
Su fronte fiscale, prevista inoltre l' eliminazione della tassa sulle “piccole imbarcazioni” fino a 14 metri e il dimezzamento della tassa per quelle da 14 a 20 metri (quest’ultime dovrebbero pagare 1300 euro anziché 2600).
Equitalia inoltre avrà in gestione anche la riscossione delle sanzioni amministrative, come ad esempio le multe.
Ma tralasciamo il dettaglio dei punti sopra accennati e concentriamoci sulle novità in arrivo sul fronte della Giustizia Civile, alcune delle quali, se attuate, saranno accolte favorevolmente dagli organismi di mediazione, un po’ meno da tutti gli altri.
La priorità è trovare una soluzione all’annoso problema dello smaltimento dei contenziosi arretrati in ambito civile, e soprattutto alla lentezza della Giustizia Italiana.
E’ ormai di moda sostenere che gli imprenditori non investono in Italia perché la giustizia è lenta, perché per recuperare un credito occorrono anni ecc. ecc.
Non perché la tassazione è al 70%, perché il costo del lavoro è tra i più alti del mondo, perché spesso c’è una tassa occulta da pagare per poter lavorare, perché la burocrazia è lenta e farraginosa.
Per non parlare poi dei costi fissi della giustizia (contributo unificato, tassazione atti giudiziari, diritti di copia, bolli ecc.) che da un lato aumentano a dismisura, mentre dall’altro si cerca di svilire il lavoro dei professionisti imponendo tariffe poco dignitose (i famosi parametri).
Tra le soluzioni proposte vi è quella di ripristinare la mediazione obbligatoria, come noto bocciata dalla Corte Costituzionale nel suo carattere di obbligatorietà, tranne che per le cause inerenti i sinistri stradali, apportando dei correttivi e introducendo delle procedure che, secondo il governo, “consentiranno di non arrivare nemmeno al processo”.
Il comma 4-bis, aggiunto all' art. 16 del DLGS 28/2010, prevede inoltre che tutti gli avvocati siano abilitati di diritto a svolgre il ruolo di mediatore professionista, con buona pace di coloro che hanno investito tempo e denaro nei corsi di formazione e aggiornamento.
Si prevede inoltre un tetto massimo per l'indennità di mediazione (per ciascuna parte) quando al termine del primo incontro di programmazione con il mediatore, il procedimento si conclude con un mancato accordo (80 euro, per le controversie di valore fino a 1.000 euro; 120 euro, per quelle di valore fino a 10.000 euro; 200 euro, per quelle di valore fino a 50.000 euro; 250 euro, per le controversie di valore superiore). Un ottimo sistema questo, crediamo, per disincentivare le parti dal raggiungere un accordo quando fin dall'inizio manca la volontà di definire la lite, perché chi non vuole arrivare ad un accordo sa che non dovrà versare più di quell'importo.
Vedremo più avanti quali di questi correttivi saranno approvati e le eventuali modifiche, ma certo è che l’esperienza di questi ultimi due anni di mediazione non si può certo dire soddisfacente.
Leggi il testo del decreto in materia di mediazione.
Oltre a questo si parla anche di:
Da notare inoltre che, tra i provvedimenti per accelerare il recupero crediti, c'è a riduzione a 30 giorni dei tempi di fissazione della prima udienza ad opera del Giudice nell’opposizione a decreto ingiuntivo (ci aspettiamo quindi una modifica del C.p.C. visto che l’udienza non è fissata dal Giudice ma dall’attore opponente, almeno nel rito ordinario).
Nulla si dice invece sul vero problema della giustizia italiana, ovvero la sistematica carenza di organico negli uffici giudiziari che costringe a ridurre sempre più i giorni di apertura al pubblico.
Estratto del comunicato stampa del 15 giugno 2013.
GIUSTIZIA CIVILE
Lo stato della giustizia civile costituisce, senza dubbio, uno dei fattori esogeni di svantaggio competitivo per la società italiana, in particolare per chi produce e lavora. Siamo al 158° posto nel mondo nell’indice di efficienza di recupero del credito a causa dei tempi lunghi e 1.210 giorni è la durata media dei procedimenti civili per il recupero crediti. Allarmante è, inoltre, il numero di condanne riportate dallo Stato per violazione del termine della ragionevole durata dei processi.
Cosa cambia
Per far fronte a queste criticità il decreto contiene una serie di misure volte a:
1. Incidere sui tempi della giustizia civile e migliorarne l’efficienza.
A tal fine si prevede:
Il ripristino – per diminuire il numero dei procedimenti giudiziari in entrata – della mediazione obbligatoria per numerose tipologie di cause, con l’esclusione (richiesta dall’avvocatura) delle controversie per danni da circolazione stradale, il netto contenimento dei costi per la mediazione e l’adeguato coinvolgimento della classe forense;
l’istituzione di stage di formazione presso gli uffici giudiziari dei tribunali. I giovani laureati in Giurisprudenza più meritevoli (valutati in funzione della media degli esami fondamentali e dalla media di laurea) potranno completare la predetta formazione presso i predetti uffici giudiziari, che si potranno avvalere del loro qualificato contributo;
l’istituzione di un contingente di 400 giudici non togati per lo smaltimento del contenzioso pendente presso le Corti di Appello;
l’istituzione della figura di assistente di studio presso la Corte di cassazione: 30 magistrati ordinari già in ruolo potranno essere assegnati dal CSM alle sezioni civili della Corte di Cassazione, per conseguire un aumento della produttività del settore, contrastando l’attuale tendenza ad un aumento delle pendenze (nel 2012 sono risultati quasi 100.000 processi pendenti).
la possibilità – nell’ambito dei processi di divisione di beni in comproprietà (notoriamente lunghi) – di attribuire la delega a un notaio nominato dal giudice delle operazioni di divisione, quando ci sia accordo tra i comproprietari sulla necessità di divisione del bene.
2. Contribuire a ricostituire un ambiente d’impresa accogliente per gli investitori nazionali e internazionali fondato sulla certezza del credito.
A tal fine si prevede:
La concentrazione esclusiva presso i Tribunali e le Corti di appello di Milano, Roma e Napoli delle cause che coinvolgono gli investitori esteri (senza sedi stabili in Italia) con lo scopo di garantire una maggiore prevedibilità delle decisioni e ridotti costi logicistici.
La revisione del cosiddetto concordato in bianco. Lo strumento è stato introdotto nel 2012 per consentire all’impresa in crisi di evitare il fallimento e di salvare il patrimonio dalle aggressioni dei creditori con la massima tempestività (depositando cioè al tribunale una domanda non accompagnata dalla proposta relativa alle somme che si intendono pagare ai creditori). Per impedire condotte abusive di questo strumento (cioè domande dirette soltanto a rinviare il momento del fallimento, quando lo stesso non è evitabile) emerse dai primi rilievi statistici, si dispone che l’impresa non potrà più limitarsi alla semplice domanda iniziale in bianco, ma dovrà depositare, a fini di verifica, l’elenco dei suoi creditori (e quindi anche dei suoi debiti). Il Tribunale potrà, inoltre, nominare un commissario giudiziale, che controllerà se l’impresa in crisi si sta effettivamente attivando per predisporre una compiuta proposta di pagamento ai creditori. In presenza di atti in frode ai creditori, il Tribunale potrà chiudere la procedura;
nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, la previsione che il giudice quando è presentata opposizione a decreto ingiuntivo debba fissare la prima udienza non oltre 30 giorni e, in quella sede, decidere sulla provvisoria esecuzione.
Le aspettative
Per effetto delle misure introdotte ci si attende, nei prossimi 5 ANNI, un consistente abbattimento del contenzioso civile, nonché un incremento dei procedimenti definiti. In particolare:
TRIBUNALI Definiti in 5 anni: + 675.000
APPELLO Definiti in 5 anni: + 262.500
CASSAZIONE Definiti in 5 anni: + 20.000
IMPATTO TOTALE IN 5 ANNI
Maggiori definiti: + 957.500
Minori sopravvenienze: - 200.000
Minori pendenze complessive: 1.157.000