E’ di queste ore la notizia secondo cui sarebbe in esame al Consiglio dei Ministri la bozza di un decreto legge che prevede lo slittamento al 1° gennaio 2014 del previsto aumento dell’IVA dal 21% al 22%.
Per la copertura finanziaria si prevede l’aumento delle accise sui carburanti (2 centesimi al litro per quest’anno e 2,5 centesimi fino al 15 febbraio 2015, in pratica quasi le vecchie “cento lire”), l’aumento dell’IVA sui tabacchi lavorati e l’incremento degli acconti Ires e Irap.
Inutile sottolineare che, a prima vista, si tratta di un provvedimento nel suo complesso contradditorio in quanto da un lato si rinvia (ma attenzione: non si abolisce) l’aumento dell’IVA, con una dilazione di soli 3 mesi, mentre dall’altro si consolidano aumenti sui carburanti, che già sono i più cari di tutta Europa, per quasi 5 centesimi al litro fino al 2015 aumentando nel contempo le aliquote per alcuni acconti fiscali.
Infatti quando a gennaio l’IVA passerà al 22%, con buona pace del rilancio dei consumi, i suddetti aumenti continueranno a restare in vigore, pesando ancora di più sul bilancio familiare.
Da alcune simulazioni effettuate infatti, come si legge in questo articolo, sembra che l’aumento delle accise sia destinato a pesare sulla spesa complessiva delle famiglie più di quello dell’IVA.
Nel decreto sono contenuti altri provvedimenti, tra cui il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga per 2013 e delle missioni internazionali.
In cantiere anche l’ipotesi di dismissione di circa un miliardo di euro di immobili pubblici e tagli lineari (leggi: tagli a pioggia su tutta la spesa) per 400 milioni, tutto questo naturalmente nell’ottica del pareggio di bilancio impostoci dall’Europa.
Per contro sembra che i concessionari delle slot machine potranno chiudere il conto con il fisco pagando solo il 20% della sanzione applicata ma per saperne di più occorre attendere il testo definitivo.
Aggiornamento dell'ultima ora: sembra che il decreto sia stato sospeso in attesa di un chiarimento politico per i venti di crisi che sofffiano sull'attuale governo.
Se così fosse l'IVA passerebbe al 22% a partire dal 1° ottobre 2013.