“Resto al Sud”. Nuovo limite d’età a 55 anni.

dott. Luca De Franciscis.
“Resto al Sud”. Nuovo limite d’età a 55 anni.
Martedi 12 Gennaio 2021

La nuova legge di bilancio all’art. 1 comma 170 ha innalzato ulteriormente il limite d’età, per l’accesso ai benefici di “Resto al Sud”, da 45 a 55 anni.

Ricordiamo la legge di bilancio dello scorso anno aveva concesso, in via transitoria, di presentare la domanda, per tutto l’anno 2020, anche a coloro che avessero compiuto i 46 anni dopo il 1° gennaio 2019.

Con il nuovo limite a 55 anni d’età si apre un nuovo scenario anche per coloro che, non più giovanissimi, intendano intraprendere nuovi percorsi lavorativi.

Aver lavorato bene, e maturato esperienza, è certamente un merito e può consentire a coloro che hanno perso il lavoro di iniziare un’attività in proprio, o anche con i colleghi di lavoro.

“Resto al Sud” è l’agevolazione che permette di espletare le proprie competenze in un lavoro d’impresa. Dapprima, le richieste di agevolazioni erano limitate a una fascia d’età più giovane e le domande potevano essere presentate da soggetti di età compresa tra i 18 e i 35 anni.

Ora tutto cambia e, con l’innalzamento del limite d’età a 55 anni, le possibilità di guardare avanti si aprono anche ai meno giovani. Potranno utilizzare la loro competenza, l’esperienza acquisita in tanti anni e con assennatezza avviare un’attività con gli aiuti di Invitalia. Le agevolazioni coprono il 100% delle spese di start up.

In questo strano periodo di restrizioni, di emergenza contagi, forse riesce difficile immaginare di reinventarsi e programmare un’attività, ma bisogna guardare avanti e capacitarsi che passerà. Nel frattempo, non è sbagliato avviarsi in tempo utile per far sì che la propria domanda venga accolta al più presto e programmare così il proprio futuro.

Oggi rispetto al passato le cose sono cambiate. Si consideri che dal 2018 (decreto 9.11.2017 n. 174) ad oggi la legge ha innovato e incentivato l’utilizzo di questa forma di aiuto, sia per l’allargamento a nuove aree geografiche che per l’apertura alle libere professioni, ma soprattutto per l’innalzamento della percentuale del fondo perduto e conseguente rimodulazione del finanziamento.

Le domande a Invitalia per la misura “Resto al Sud” possono essere presentate dai residenti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, e anche nelle Regioni del Lazio, Marche e Umbria.

Come accennato innanzi, l’attività può essere intrapresa sotto forma di impresa individuale o in forma societaria, comprese le cooperative e le società tra professionisti.

Ricordiamo anche che il Decreto 5 agosto 2019 ha apportato modifiche al regolamento del 9 novembre 2017, n. 174 e, dall’8 dicembre 2019, estende l’incentivo “Resto al Sud” anche alle attività libero-professionali, esercitate sia in forma individuale che come società di professionisti.

Le attività per le quali è possibile presentare la domanda e avviare nuove iniziative imprenditoriali sono:

♦ attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;

♦ fornitura di servizi alle imprese e alle persone;

♦ turismo;

♦ attività libero professionali (sia in forma individuale che societaria).

Il contributo a fondo perduto è di euro 50.000 per ogni richiedente e può arrivare fino a 200.000 euro nel caso di società composte da 4 soci.

Per le imprese esercitate in forma individuale, con un solo soggetto proponente, il finanziamento massimo è di euro 60.000.

Nel corso dell’attività, a supporto del fabbisogno circolante, è previsto un ulteriore contributo a fondo perduto di euro 15.000 per le ditte individuali e le attività professionali svolte in forma individuale e di euro 40.000 per le società.

Abbiamo detto che le agevolazioni coprono il 100% delle spese ammissibili perché oltre il contributo a fondo perduto pari al 50% vi è anche il finanziamento bancario del 50%, a tasso zero, garantito dal fondo di Garanzia per le PMI.

Per approfondire visitare il sito di Invitalia.

Per i video tutorial cliccare su video.

Luca De Franciscis

dottore commercialista

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