“Resto al Sud”: quali documenti da allegare alla domanda

dott. Luca De Franciscis.
“Resto al Sud”: quali documenti da allegare alla domanda

Due sono le novità che possono interessare coloro che vogliono accedere ai benefici accordati dalla misura “Resto al Sud”.

Martedi 10 Dicembre 2019

Una prima novità riguarda l’allungamento del limite di età.

Nel regolamento del 9 novembre 2017, n. 174 è previsto che le richieste di agevolazioni possono essere presentate dai soggetti di età compresa tra i 18 e i 35 anni, ma con provvedimento legislativo del 30 dicembre 2018, il limite dei 35 anni è stato innalzato a 45 anni ed è tutt’ora vigente, salvo attendere il nuovo anno 2020 per il superamento del limite dei 45 anni.

Sarà possibile, infatti, accedere alla misura di “Resto al Sud” con un’età di 46 anni non ancora compiuti alla data del 1° gennaio 2019.

Quanto innanzi lo si legge nel testo del disegno di Legge di Bilancio 2020, all’art. 39, comma 2-bis: “Per l'anno 2019 e per l'anno 2020, il requisito del limite di età (45 anni) …(omissis) si intende soddisfatto se posseduto alla data di entrata in vigore della legge n. 145 del 2018” (ovvero al 1° gennaio 2019).

Per usufruire del più ampio requisito anagrafico e, quindi, per presentare la domanda a Invitalia, bisognerà attendere il 31 dicembre 2019, termine utile per l’approvazione della Legge di Bilancio, e la successiva pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

Da quanto innanzi un esempio: dopo la pubblicazione della Legge di Bilancio 2020, chi ha compiuto 46 anni dopo il 1° gennaio 2019 avrà tempo, per presentare la domanda del progetto imprenditoriale, per tutto l’anno 2020.

Quindi il limite di 45 anni passa a 46 anni.

Appare a chi scrive che la legge avrebbe dovuto prevedere, per il requisito del limite di età, non “per l’anno 2019 e per l’anno 2020”, ma per l’anno 2020 e per l’anno 2021. Quando sarà operativa la nuova norma, l’anno 2019 sarà già trascorso. Probabilmente ci saranno chiarimenti su questo punto che, ad oggi, non appare del tutto chiaro e ragionevole.

Resto al Sud è l’incentivo che sostiene la nascita di nuove attività imprenditoriali nelle regioni del Mezzogiorno e nelle aree del Centro Italia colpite dai Terremoti del 2016 e 2017. Le domande a Invitalia per la misura “Resto al Sud” possono essere presentate dai residenti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, e anche nelle Regioni del Lazio, Marche e Umbria.

Sarà possibile presentare la domanda per avviare iniziative imprenditoriali per:

- produzione di beni nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;

- fornitura di servizi alle imprese e alle persone;

- servizi nel settore turismo.

L’attività può essere intrapresa sotto forma di impresa individuale o società, comprese le cooperative e le società tra professionisti.

Le nuove iniziative imprenditoriali potranno beneficiare di un finanziamento che copre il 100% delle spese ammissibili. Il 35% viene erogato come contributo a fondo perduto dell’investimento complessivo e, il restante 65%, come finanziamento bancario dell’investimento, garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi del finanziamento sono interamente coperti da contributo in conto interessi.

Altra novità riguarda gli esercenti attività libero-professionale.

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 275 entra in vigore, dall’8 dicembre 2019, il Decreto 5 agosto 2019 che apporta modifiche al regolamento del 9 novembre 2017, n. 174 ed estende l’incentivo “Resto al Sud” anche alle attività libero-professionali, esercitate sia in forma individuale che come società di professionisti.

La pubblicazione del suddetto decreto era attesa e sollecitata da più parti. In effetti l’allargamento alle attività libero-professionali aumenta di larga misura il numero di soggetti che vogliono iniziare una nuova attività d’impresa o anche di lavoro autonomo. Anche per i soggetti che esercitano attività libero-professionali va precisato che non devono risultare, nei dodici mesi precedenti, titolari di partita IVA per l’esercizio di un’attività analoga a quella proposta con l’istanza per il contributo.

Invitalia, su questo punto chiarisce, con un esempio: potranno beneficiare delle agevolazioni i professionisti, ex dipendenti di uno studio, che vorranno aprirne uno proprio o chiunque voglia uscire da una situazione di precariato o lavoro irregolare.

Prima di presentare la domanda per accedere al beneficio del contributo a fondo perduto del 32%, e al finanziamento del 65%, è opportuno prendere visione del Decreto 9 novembre 2017, n. 174 e del successivo Decreto 5 agosto 2019, n. 134 con le modifiche appena apportate.

Dalla lettura del suddetto Decreto si possono conoscere, le modalità di controllo della misura “Resto al Sud”, forniti a Invitalia (soggetto gestore della misura incentivante), e dei casi di revoca e di recupero delle agevolazioni. È possibile prendere visione anche dei criteri di dettaglio per l’ammissibilità alla misura, le modalità di attuazione della stessa nonché le modalità di accreditamento e le modalità di controllo e monitoraggio della misura incentivante.

Per ottimizzare i tempi, e non farsi cogliere impreparati, è opportuno ricordare che la domanda deve essere trasmessa con indirizzo di posta certificata (PEC) e firma digitale, e deve contenere il progetto imprenditoriale che si intende realizzare, ovvero il business plan con gli allegati indicati nella piattaforma Invitalia (art. 11 del “regolamento”).

Quel che conta molto per il finanziamento dell’iniziativa imprenditoriale è proprio il business plan. La predisposizione del programma di spesa, la rappresentazione quali-quantitativa degli investimenti e delle spese previste per l’attuazione del progetto. Occorre specificare, anche, i dati ed il profilo del soggetto richiedente, la descrizione dell’attività proposta, l’analisi del mercato e relative strategie, gli aspetti tecnico-produttivi ed organizzativi e gli aspetti economico-finanziari.

Sono ammesse a finanziamento le spese utili e necessarie per l’avvio dell’attività (materie prime, utenze, canoni di locazione ecc.), l’acquisto di programmi informatici, attrezzature, macchinari nuovi (non usati), servizi di tecnologie per l’informazione e la telecomunicazione e anche le spese per interventi per la ristrutturazione, o manutenzione straordinaria, di beni immobili con il limite massimo del 20% dell’intero programma dell’iniziativa (all’art. 6 del “regolamento” sono dettagliate le spese ammissibili e quelle non ammissibili).

Per approfondire: sito Invitalia.

Per il regolamento del 9 novembre 2017, n. 174, cliccare su: regolamento.

Per il Decreto del 23 novembre 2019, n. 275 cliccare su: Decreto 5 agosto 2019

Luca De Franciscis

dottore commercialista

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