Pubblicato l'indice Istat di febbraio 2023

A cura della Redazione.
Pubblicato l'indice Istat di febbraio 2023

L'indice Istat FOI aumenta dello 0,2% su base mensile. Inflazione sotto il 9%.

Giovedi 16 Marzo 2023

Nel mese di febbraio 2023 l'indice Istat FOI raggiunge il valore di 118,5 con un incremento dello 0,2% rispetto al mese precedente.

L'indice FOI è l'indice dei prezzi al consumo per Famiglie di Operai e Impiegati ed è utilizzato per la rivalutazione degli affitti, delle pensioni, dell'assegno di mantenimento per il coniuge, e in generale per tutte le rivalutazioni previste dalla normativa vigente. 

Con il nuovo indice l'adeguamento annuale degli affitti è pari al 6,675% per le rivalutazioni al 75% ed all' 8,9% per le rivalutazioni al 100%.

Tabella riepilogativa (*):

Indice generale FOI 118,5
Variazione percentuale rispetto al mese precedente +0,2
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente +8,9
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese
di due anni precedenti
+15

(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.

La prossima pubblicazione dell'indice Istat è prevista per il

17 aprile 2023

Applicazioni di Calcolo

Contestualmente alla pubblicazione del nuovo indice Istat, abbiamo aggiornato tutte le nostre applicazioni di calcolo che lo utilizzano.

Per quanto riguarda le modalità di calcolo della variazione Istat, ricordiamo ancora una volta che l'adeguamento del canone di locazione, così come ogni altro aumento legale basato sull'indice Istat FOI, non è la semplice differenza algebrica tra l'indice di quest'anno e quello dell'anno scorso, ma la variazione percentuale dei due indici che  comporta un calcolo leggermente diverso.

Ecco le applicazioni che fanno uso dell'indice Istat FOI:

Nota sull'aggiornamento dell'Indice FOI

L'aggiornamento dell'indice Istat FOI nelle nostre applicazioni avviene sempre nello stesso giorno in cui l'Istat pubblica il valore dell'indice FOI sul proprio sito; il comunicato stampa è pubblicato sul sito in mattinata, solitamente tra le 10 e le 10:30 oppure tra le 11 e le 11:30.

In questa pagina e in quasi tutte le nostre applicazioni pubblichiamo sempre la data di aggiornamento del prossimo indice Istat.

Titoli di Stato

In leggera crescita i rendimenti dei BOT che superano il 3% per la prima volta dopo molti anni (dal 2,99% al 3,18%) tornando ad essere nuovamente interessanti per arginare la perdita di potere di acquisto dovuta all'inflazione che resta pur sempre molto alta, soprattutto se si considera che ancora oggi molte banche continuano a mantere a zero il rendimento sui conti correnti e che il mercato azionario è soggetto a forti volatilità, dovute principalmente alle tensioni internazionali.

Anche il rendistato aumenta di circa mezzo punto percentuale, e passa dal 3,66% al 3,8% avvicinandosi nuovamente alla soglia del 4% che non si vedeva da tempo.

Ricordiamo che il rendistato è il rendimento medio lordo dei BTP con vita residua superiore ad un anno quotati alla Borsa italiana ed è uno degli indicatori utilizzati come riferimento per il calcolo del maggior danno.

 

Comunicato ISTAT

Nel mese di febbraio 2023, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,2% su base mensile e del 9,1% su base annua, da +10,0% nel mese precedente; la stima preliminare era +9,2%.

Il rallentamento dell’inflazione si deve, in primo luogo, all’accentuarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da -12,0% a -16,4%) e alla decelerazione di quelli degli Energetici non regolamentati (da +59,3% a +40,8%), i cui effetti sono stati solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi degli Alimentari, sia lavorati (da +14,9% a +15,5%) sia non lavorati (da +8,0% a +8,7%), di quelli dei Tabacchi (da una variazione tendenziale nulla a +1,8%), dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +6,1%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +5,9% a +6,4%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +6,0% a +6,3%, quella al netto dei soli beni energetici da +6,2% a +6,4%.

Si attenua la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +14,1% a +12,4%), mentre al contrario si accentua quella relativa ai servizi (da +4,2% a +4,4%), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -8,0 punti percentuali, da -9,9 di gennaio.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano un’accelerazione in termini tendenziali (da +12,0% a +12,7%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto rimangono pressoché stabili (da +8,9% a +9,0%).

L’aumento congiunturale dell’indice generale si deve prevalentemente ai prezzi degli Alimentari non lavorati (+2,4%), dei Tabacchi (+1,9%), degli Alimentari lavorati (+0,9%), dei Servizi relativi ai trasporti (+0,8%), dei Beni durevoli (+0,7%), dei Beni non durevoli (+0,6%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,5%) e dei Servizi relativi all’abitazione (+0,4%); un effetto di contenimento deriva invece dal calo dei prezzi degli Energetici, sia regolamentati (-4,9%) sia non regolamentati (-4,2%).

L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,4% per l’indice generale e a +3,7% per la componente di fondo.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,1% su base mensile e del 9,8% su base annua (in rallentamento da +10,7% di gennaio); la stima preliminare era +9,9%.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e dell’8,9% su base annua.


Il commento dell'Istat

A febbraio si consolida la fase di rapido rallentamento dell’inflazione (scesa a +9,1%). La flessione è frutto dell’attenuazione delle tensioni sui prezzi dei Beni Energetici, sia della componente regolamentata sia di quella non regolamentata. Tuttavia, si mantengono le spinte al rialzo dei prezzi nel comparto dei Beni alimentari, lavorati e non, dei Tabacchi e dei Servizi, quasi tutti in accelerazione tendenziale. Come conseguenza di tali andamenti, si accentua la crescita su base annua della componente di fondo (+6,3%) e quella del cosiddetto “carrello della spesa”, che risale a +12,7%, dopo il rallentamento osservato a gennaio.


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