Il Consiglio d’Europa il 12 Marzo 2025 ha approvato la Convenzione per la protezione della professione di Avvocato, per la tutela dei difensori soprattutto in quei contesti in cui è chiamato a proteggere i Diritti Umani (v.testo in calce).
Lunedi 31 Marzo 2025 |
La Convenzione è destinata a tutelare gli Avvocati da minacce, molestie e intimidazioni, ostruzioni o interferenze indebite nell' espletamento del proprio mandato difensivo.
La nozione di “Avvocato”, delineata nel rilevante documento europeo, include ogni persona fisica, qualificata e abilitata all’esercito della Professione Forense in conformità al diritto nazionale.
L’ambito di applicazione dei diritti professionali, la libertà di espressione e le misure di protezione, in particolare, viene estesa anche alle Associazioni professionali di Avvocati e ad altre persone, come, ad es, gli accademici o i rappresentanti di ONG, che, pur non essendo Avvocati, sono comunque autorizzati a rappresentare una parte davanti ad una Corte o ad un Tribunale internazionale o ad un’Organizzazione Internazionale.
Importanti diritti vengono riconosciuti nel Trattato sulla garanzia di comunicazioni confidenziali tra l’Avvocato e i suoi clienti, il diritto a svolgere incontri riservati soprattutto quando i clienti sono privati della libertà, la tutela di informazioni e dei documenti ricevuti dai clienti, la protezione dell’Avvocato da responsabilità civili o penali nei discorsi e negli scritti difensivi, il diritto di partecipare in modo effettivo nei procedimenti a tutela dei propri clienti, senza limitazioni nel diritto di esaminare e controesaminare i testimoni, salvo quelle dettate dal rispetto della vita privata di questi, della tutela delle indagini penali e della salvaguardia della sicurezza nazionale.
Trova una specifica protezione nella Convenzione la libertà di espressione, non solo per le questioni connesse alla professione forense, ma anche per tutte quelle che riguardano la legge e la sua applicazione, inclusi aspetti relativi alla protezione e promozione dei Diritti Umani.
Appare significativa anche l’attenzione rivolta dal documento al diritto delle Associazioni forensi ad essere consultate nei processi legislativi, diritto fondato, come si legge nel testo adottato, anche su ragioni pratiche, legate alla profonda conoscenza e comprensione del sistema legale da parte di chi esercita la professione ogni giorno nelle Aule di Giustizia e conosce i possibili impatti dei mutamenti legislativi (!!).
Tra le misure di protezione specifiche vi sono quelle previste per i casi in cui l’avvocato viene privato della libertà personale o è soggetto a perquisizione.
In tali casi, esso avrà diritto ad un legale di propria scelta, a richiedere che venga informata tempestivamente l’Associazione professionale di riferimento e ad avere la presenza. all’atto della perquisizione, di un rappresentante dell’Associazione o di un Avvocato, anche per tutelare gli interessi dei propri clienti.
La Convenzione impegna, infine, gli Stati Europei ad adottare regole finalizzate a garantire l’indipendenza degli Avvocati, che devono essere liberi da ogni ingerenza nella attività professionale svolta.
La Convenzione sarà aperta alla firma dei Paesi aderenti a partire dal 13 maggio 2025,in occasione della riunione dei Ministri degli Affari esteri del Consiglio d’Europa che si terrà a Lussemburgo e per entrare in vigore, il Trattato dovrà essere ratificato da almeno otto Paesi, di cui almeno sei appartenenti al Consiglio d’Europa e la ratifica sarà un passaggio fondamentale affinché gli Stati aderenti assumano un impegno concreto per la protezione dell’indipendenza degli avvocati nell’esercizio professionale in ambito giudiziario.
L’Unione delle Camere Penali, nel manifestare con un proprio Comunicato Stampa, apprezzamento per la approvazione del Trattato, ricordano che esso è frutto di più di due anni di stretta collaborazione tra il Comitato europeo di cooperazione giuridica (CDCJ) e il Comitato di esperti sulla protezione degli Avvocati (CJ-AV) e rappresenta il primo Trattato internazionale vincolante sulla protezione degli Avvocati che riconosce l'importanza fondamentale dell'indipendenza della professione legale ed interviene a salvaguardare, altresì, la riservatezza nei rapporti avvocato-cliente e a garantire il diritto degli Avvocati di esercitare la professione senza pregiudizi, interferenze o intimidazioni.
Esso si fonda, per espresso rinvio contenuto nel suo preambolo, sulla Convenzione Europea dei Diritti Umani e dei suoi Protocolli nonché sulla giurisprudenza della Corte europea dei Diritti dell'Uomo, tenendo, altresì, conto dei Principi fondamentali sul ruolo degli Avvocati, adottati dall'Ottavo Congresso delle Nazioni Unite sulla prevenzione del crimine e il trattamento dei trasgressori nel 1990, nonché della Raccomandazione Rec (2000) 21 del Comitato dei Ministri agli Stati membri del Consiglio d’Europa sulla libertà di esercizio della professione di avvocato e della Risoluzione n.44/9 sull'indipendenza e l'imparzialità della magistratura, dei giurati e dei consulenti tecnici adottata dal Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite il 16 luglio 2020.
Il contenuto dell'accordo risulta ispirato anche da quanto stabilito dalla Carta dei principi essenziali della professione forense europea, che analizzava il Codice di condotta degli avvocati europei del 1988 (modificato nel 2006 e nel 2007).
Secondo questo documento, i principi fondamentali della professione legale sono i seguenti:
L'indipendenza dell'avvocato e la libertà dell'avvocato di perseguire gli interessi del suo cliente.
Il diritto-dovere dell'avvocato di mantenere segreti gli affari dei suoi clienti e di rispettare il segreto professionale.
La prevenzione dei conflitti di interessi, sia tra clienti diversi che tra cliente e avvocato.
La dignità e l'onore della professione legale, nonché l'integrità e la buona reputazione dell'avvocato.
Fedeltà del cliente.
Trattamento equo dei clienti in relazione alle tariffe.
La competenza professionale dell'avvocato.
Rispetto per i colleghi professionisti.
Rispetto dello Stato di diritto e della corretta amministrazione della giustizia.
Autoregolamentazione della professione forense.
In linea con quanto innanzi, con la nuova Convenzione, in commento, gli Stati firmatari si impegnano a garantire la libertà di esercizio della professione senza discriminazioni, indebite pressioni o atti di violenza.
Inoltre, si riconosce espressamente il diritto degli Avvocati a esprimersi liberamente su questioni legali e di giustizia senza subire conseguenze negative o ritorsioni.
La Convenzione oltre a prevedere la tutela delle Associazioni professionali per assicurare l’autonomia dell’Avvocatura rispetto a pressioni politiche o governative, istituisce un meccanismo di monitoraggio internazionale, denominato GRAVO, per garantire il rispetto delle disposizioni del trattato e verificare eventuali violazioni che avrà il compito di valutare periodicamente l’attuazione della Convenzione nei vari Stati aderenti, anche attraverso visite nei Paesi per verificare il rispetto delle norme e raccogliere segnalazioni da parte degli Ordini Professionali, Organizzazioni non governative e altre istituzioni della società civile.
Inoltre, gli Stati dovranno assicurare che gli Avvocati possano svolgere la loro attività professionale senza il timore di subire aggressioni fisiche, minacce, molestie o interferenze indebite ed in caso di attacchi, sarà necessario garantire indagini efficaci e tempestive.
Le Associazioni forensi dovranno, a loro volta, poter operare in maniera indipendente, senza ingerenze, per garantire la difesa della professione e il rispetto delle regole deontologiche.
L’UCP ricorda, ancora, che negli ultimi anni, il Consiglio d’Europa ha espresso più volte preoccupazione relativamente alla sicurezza degli avvocati, sempre più spesso bersagli di intimidazioni, attacchi fisici e pressioni indebite, compromettendo l’efficacia della difesa e il diritto a un Giusto Processo.
La Convenzione rappresenta, in definitiva, una risposta concreta a queste problematiche, ponendo un argine a fenomeni di violenza e repressione nei confronti della Avvocatura sempre più diffusi.
Secondo la Relazione illustrativa della Convenzione, infatti, viene riconosciuto agli Avvocati un ruolo fondamentale per la tenuta dello Stato di diritto e il funziona mento equo dei Sistemi giudiziari.
Tuttavia, in molti Paesi, essi sono tutt’ora soggetti a limitazioni arbitrarie dell’attività professionale, minacce alla loro indipendenza e persino ad attacchi fisici in ragione del loro lavoro in difesa dei Diritti umani e della giustizia.
Tale affermazione di principio scaturisce anche da alcune aberrazioni giuridiche che si sono consolidate nel tempo in alcuni Paesi, si pensi, per esempio, alla Russia e alla Turchia , Paesi in cui l’assimilazione tra Avvocato e Assistito è ricorrente con inevitabili rischi per chi rappresenta il diritto di difesa.
L’applicazione della Convenzione sarà monitorata da un gruppo di esperti e da un comitato delle parti.
L’Unione delle Camere Penali Italiane, con i suoi Osservatori Europa e Avvocati Minacciati, pertanto, accoglie con favore l’adozione della Convenzione poichè, riconosce il valore nella salvaguardia dell’autonomia della professione forense e nel rafforzamento delle garanzie dello Stato di diritto.
In tale contesto, auspica che l’Italia sia tra i primi Paesi a firmare e ratificare il Trattato, riaffermando il proprio impegno nella difesa di un Sistema giudiziario equo, indipendente ed efficace in linea con gli standard europei e internazionali.
Il rispetto delle garanzie previste dal Trattato contribuirebbe, infatti, a garantire che il Sistema giudiziario operi in un contesto di massima tutela per coloro che esercitano la professione forense, poiché esse costituiscono principi chiari per prevenire questi fenomeni e fornire strumenti concreti di protezione.
Lo stesso Consiglio d’Europa, nella nota diffusa dopo l’approvazione, riconosce che «Gli Avvocati svolgono un ruolo fondamentale nella difesa dello Stato di diritto e nella garanzia di accesso alla giustizia per tutti, comprese le persone che si dichiarano vittime di violazioni dei diritti umani. Pertanto, la fiducia del pubblico nei sistemi giudiziari dipende anche dal ruolo svolto dagli avvocati».
Inoltre, la Convenzione riconosce sia gli Avvocati che le Associazioni professionali un ruolo fondamentale nella difesa dei diritti e degli interessi della professione forense ed evidenzia l’importanza dei diritti professionali, la libertà di espressione.
Gli Stati aderenti, dal canto loro, devono impegnarsi concretamente per assicurare agli Avvocati uno svolgimento sereno della loro attività professionale, impedendo che siano bersaglio di aggressioni fisiche, minacce, molestie, intimidazioni o qualsiasi ostruzione o interferenza indebita poiché «laddove tali circostanze costituiscano un reato penale – chiarisce il Consiglio d’Europa -, devono essere condotte indagini efficaci e deve, inoltre, essere assicurata alle associazioni professionali la possibilità di operare in qualità di organismi indipendenti e autonomi».
Sempre nella citata Relazione vi è un passaggio particolarmente significativo laddove viene sottolineato il ruolo sociale delle Toghe atteso che «Gli avvocati sono attori chiave del sistema legale e della corretta amministrazione della giustizia. Contribuiscono al mantenimento dello Stato di diritto e agiscono per garantire l’applicazione delle leggi in modo equo e coerente. Rappresentano persone fisiche o giuridiche in questioni legali, difendendo i loro diritti e interessi, nel quadro dei sistemi giudiziari; agiscono inoltre come intermediari tra i tribunali e il pubblico. La possibilità di essere rappresentati da un avvocato è quindi parte integrante degli elementi che costituiscono il diritto a un giusto processo».
Ad analoghe considerazioni perviene Leonardo Arnau, coordinatore della Commissione Diritti umani e protezione internazionale del Consiglio nazionale forense, che esprime soddisfazione per i contenuti del Trattato poiché «Quanto stabilito dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, con l’adozione del testo della Convenzione sulla professione di avvocato, segna un traguardo molto importante, che, senza cedere all’enfasi, può definirsi storico per l’avvocatura. Si è concluso un lungo percorso al quale il Consiglio nazionale forense ha attivamente partecipato anche attraverso le proprie rappresentanze in seno agli ordini forensi europei. Mi riferisco al Ccbe e all’Oiad, l’Osservatorio degli avvocati in pericolo.
La Convenzione riconosce il ruolo determinante degli avvocati per la salvaguardia ed il rafforzamento dello Stato di diritto e, pertanto, obbliga gli Stati a proteggerli e, significativamente, lo fa in un periodo storico che vede un preoccupante aumento dei casi di minacce e intimidazioni a loro rivolte».
Infine, secondo l’Illustre Giurista, «A seguito dell’adozione della Convenzione, in particolare gli Stati dovranno adottare misure tese a garantire il libero esercizio della professione forense, garantendo indagini efficaci con riferimento alle condotte poste in essere contro gli avvocati con l’obiettivo di ostacolarne la professione.
Vi è una crescente insofferenza per il ruolo dei difensori, soprattutto quando questi ultimi si impegnano a garantire l’effettività del diritto di difesa a coloro che sono accusati di crimini particolarmente efferati, che suscitano l’indignazione dell’opinione pubblica.
Negli ultimi tempi vi sono anche in Italia, purtroppo, episodi di minacce, intimidazioni e aggressioni agli avvocati, spesso identificati con i loro clienti e ci si dimentica che le regole del giusto processo e la presunzione di innocenza, costituzionalmente garantite, caratterizzano lo Stato di diritto, distinguendolo dalle ditta ture e dagli Stati autoritari».