L’Assegno Unico e Universale, introdotto dal D. Lgs. n. 230/2021 come misura di sostegno economico per i figli a carico, spetta anche ai minori collocati in affido familiare.
Lunedi 1 Settembre 2025 |
L’INPS, con messaggio n. 773 del 21 febbraio 2024, ha precisato che le famiglie affidatarie possono richiederne direttamente l’erogazione, a condizione che venga predisposto un ISEE a sé per il minore. In tal modo, l’assegno segue il bambino nella sua effettiva condizione di vita, assicurando che il contributo economico previsto dalla legge sia concretamente destinato al suo benessere presso la famiglia affidataria.
L’Assegno Unico e Universale per i figli a carico, introdotto dal decreto legislativo n. 230 del 2021, rappresenta oggi il principale strumento di sostegno economico per le famiglie italiane. Si tratta di una prestazione mensile erogata dall’INPS, che sostituisce e accorpa precedenti misure frammentarie come gli assegni familiari e le detrazioni fiscali per figli a carico, ed è destinata a tutti i nuclei familiari con figli minorenni e, in alcuni casi, fino ai ventuno anni, indipendentemente dalla condizione lavorativa dei genitori.
L’importo varia in base all’ISEE e alla composizione familiare, con l’obiettivo di assicurare un contributo economico uniforme e semplificato, riconosciuto esclusivamente nell’interesse del minore. In questo contesto, assume rilievo anche l’istituto dell’affido familiare, disciplinato dalla legge n. 184 del 1983, che consente a un minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo di essere accolto in un altro nucleo, garantendo il mantenimento, l’educazione e l’assistenza affettiva e relazionale.
L’affido, dunque, non recide i legami giuridici con la famiglia di origine, ma rappresenta un supporto temporaneo, finalizzato a tutelare il superiore interesse del minore e ad assicurargli stabilità in una fase di difficoltà del suo nucleo originario. Alla luce di questa cornice normativa, l’Assegno Unico, in quanto misura disegnata per accompagnare il minore in ogni sua condizione, deve seguirlo anche nella situazione di affido. Ciò significa che, qualora il minore venga collocato presso una famiglia affidataria, quest’ultima ha diritto a presentare domanda di Assegno Unico, anche se il bambino risulta anagraficamente ancora inserito nel nucleo familiare di origine.
L’INPS, con il messaggio n. 773 del 21 febbraio 2024, ha confermato che anche gli affidatari possono essere legittimati beneficiari, a condizione che venga predisposto un ISEE del minore a sé stante, così da determinare l’importo spettante senza commistioni con la situazione economica della famiglia di origine. Questa soluzione consente al minore di godere pienamente della misura economica, garantendo che il sostegno previsto dalla legge lo accompagni effettivamente nel contesto in cui vive quotidianamente, ovvero presso la famiglia affidataria che ne cura i bisogni e la crescita. L’assegno, dunque, resta sempre uno strumento del minore, non dei genitori, e segue la sua condizione reale, permettendo che le risorse previste dalla normativa vengano concretamente impiegate a suo favore.