Decreto carceri: innalzato il limite per la custodia cautelare

Decreto carceri: innalzato il limite per la custodia cautelare
Un emendamento approvato al Senato innalza da 4 a 5 anni la pena massima prevista per la custodia cautelare in carcere: ‘stalkers’ e ‘colletti bianchi’ ringraziano.
Mercoledi 31 Luglio 2013

L’emendamento 1.5, presentato in seconda formulazione nell’ambito della conversione del D.L. n. 78/2013, pubblicato nella G.U. n. 153 del 2 luglio 2013, con scadenza il 31 agosto 2013, è stato accolto in commissione giustizia, con parere favorevole del governo, e approvato in aula per la successiva discussione alla Camera.

L’emendamento introduce nell'art.1, comma 1. del D.L. 78, la seguente lettera  0a):

“all’articolo 280, comma 2, la parola: "quattro" è sostituita dalla seguente: "cinque"”;

In base a tale modifica il comma 2 dell’articolo 280 del Codice di Procedura Penale sarebbe modificato come segue:

La custodia cautelare in carcere può essere disposta solo per delitti, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni”.

Tra i reati esclusi dalla carcerazione preventiva troviamo il finanziamento illecito ai partiti, la falsa testimonianza, l’abuso d’ufficio, la truffa per contraffazione ma anche reati contro la persona come il reato di stalking, introdotto da pochi anni nel nostro ordinamento con l’intenzione di arginare il fenomeno delle persecuzioni, di cui sono vittime soprattutto le donne, e che ora rischia di vedere fortemente depotenziato il proprio deterrente.

Sono già stati presentati in tal senso degli emendamenti per riportare il testo nella sua versione originaria ma al momento non sembra profilarsi all’orizzonte alcuna possibilità di un dietrofront.

A detta dei proponenti si tratta infatti di un “principio di libertà che non può essere rimesso in discussione”, ma non è certo aumentando di un solo anno il limite di pena per l’applicabilità della carcerazione preventiva che si può dire di aver risolto la questione (era stato presentato un precedente emendamento che innalzava a 10 anni il limite di applicabilità ma è stato ritirato).

Anzi, questo modo di procedere può ingenerare il sospetto, peraltro legittimo di questi tempi, che il legislatore abbia inteso favorire in ultima analisi chi si trova (o si troverà) in difficoltà per vicende giudiziarie legate a quei reati commessi sovente nei rapporti tra privati e pubblica amministrazione.

Tant’è che il reato di abuso d’ufficio rientra proprio tra quelli per i quali, se questo emendamento sarà confermato anche alla Camera, è esclusa a priori la custodia preventiva in carcere.

Poco importa poi se, a farne le spese, saranno le migliaia di vittime di stalking per le quali, evidentemente, “la libertà” di non aver paura è ritenuta di scarsa importanza.

 

Vedi anche tutti gli emendamenti approvati al Senato sul decreto carceri.

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