La scadenza fissata dall’art. 1 del decreto-legge 16 ottobre 2017, n. 148, intitolato “Estensione della definizione agevolata dei carichi”, avvertiva che le domande per la rottamazione dovevano essere presentate entro il 31 dicembre 2017, con definite modalità e pagamenti a partire dal 31 maggio 2017. Ma quanto innanzi è tutto da rivedere perché sono stati presentati emendamenti, in commissione Bilancio del Senato, che modifica la data di presentazione della domanda e scadenze per i pagamenti. Per quanto innanzi precisato la domanda andrà presentata entro la nuova data del 15maggio 2018 e potranno rientrare i soggetti che avrebbero dovuto pagare le rate a luglio e inizio ottobre ma senza potervi provvedere. Sarà una riammissione in termini per i mancati pagamenti.
Il termine del 31 dicembre 2017 per la presentazione della domanda viene spostato al 15 maggio 2018 e consentirà di sistemare i vecchi carichi dal 2000 al 2016 e le nuove cartelle ricevute entro fine settembre 2017.
Le nuove scadenze per il pagamento dell’importo a debito sono le seguenti:
Unica soluzione entro luglio 2018;
Se si scelgono 5 rate di pari importo le scadenze saranno:
Luglio 2018, settembre 2018, ottobre 2018, novembre 2018 e febbraio 2019.
Come per la precedente rottamazione si potrà scegliere di pagare il dovuto anche in due, tre, o quattro rate.
L’Agenzia della Riscossione con nuovo e recente comunicato del 6 novembre 2017 fornisce indicazioni per il “Fai D.A. te” (acronimo di Definizione Agevolata).
In effetti si rappresenta la possibilità di presentare la dichiarazione via internet senza dover fare code agli uffici e con più semplicità.
Le indicazioni contenute nel “comunicato” comprendono le nuove modalità e le nuove scadenze previste dall’emendamento presentato nella Commissione Bilancio del Senato.
Per approfondire: Comunicato dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Per la compilazione del modello: GUIDA alla compilazione del modello “DA-2017.
L’Agenzia del Direttore Ruffini.
Il Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini mantiene l’impostazione già annunciata all’atto del suo insediamento. Lo spunto di parlarne ci vien sollecitato dall’intervista del quotidiano “La Repubblica” al Direttore Ruffini dell’11 novembre scorso, molto ben condotta, nella quale ha sostenuto, tra l’altro: Troppe tasse inutili. Basta condoni, ma i contribuenti vanno aiutati a mettersi in regola.
"Rottamazione, lo dico da tributarista, non è tecnicamente un condono. L'Agenzia delle entrate - Riscossione non riscuote solo le imposte evase e non sempre chi riceve le cartelle si può definire evasore. A Bologna mi è capitato un signore con una cartella di 6 mila euro di mense scolastiche non pagate, multe dell'autobus e dell'autostrada: aveva perso il lavoro. Era un evasore? Il 53% ha debiti non superiori a 1.000 euro.
Credo che dare ai cittadini la possibilità di mettersi in regola senza un salasso di sanzioni e interessi non sia sbagliato".
Dall’intera intervista si capisce che l’attuale Direttore dell’Agenzia delle Entrate conserva l’impostazione delle cose dette all’atto dell’insediamento nel nuovo incarico.
La conferma la si coglie dai comunicati del 21 luglio 2017, inoltrati ai dipendenti (sito Agenzia delle Entrate) che si riportano:
Cambiamo per rapporto meno lunare coi cittadini.
“So bene che quando soffia la forza del cambiamento c’è chi alza muri e chi invece costruisce mulini a vento. Mi auguro di poter costruire, insieme a voi, un nuovo futuro che si basi sulle professionalità che vanno premiate in ogni modo e ad ogni livello e su un proficuo e costruttivo dialogo e rapporto con le forze sindacali”.
Lo scrive in un messaggio ai dipendenti il neo direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini che cita Martin Luther King: “Può darsi che non siamo responsabili per la situazione in cui ci troviamo, ma lo diventeremo se non facciamo nulla per cambiarla”. “Nei giorni in cui viene celebrato il primo uomo che camminò sulla Luna, riducendo le distanze fra il nostro pianeta e il suo satellite, mi piace pensare che riusciremo a ridurre le distanze fra fisco e cittadini, - conclude Ruffini - contribuendo alla costruzione di un’Italia più moderna, più coesa ed equa. Perché “diventeremo responsabili noi se non faremo nulla”.
Aiutiamo chi alza la saracinesca tutti i giorni. Innanzitutto cittadini e poi contribuenti.
“Non appartengo alla squadra di chi sostiene che gli italiani hanno nel proprio Dna la furbizia dell’evasore. Non esiste questo tratto genetico. A chi in Agenzia vede gli italiani come contribuenti prima che come cittadini, come evasori prima che come contribuenti, consiglio di cambiare approccio in tempi rapidissimi”. (Ernesto Maria Ruffini in una lettera ai dipendenti).
Meno adempimenti, timbri e balzelli.
(Lettera inviata a tutti i dipendenti). “Vi è la necessità di offrire agli italiani un servizio diverso. La parola d’ordine dovrà essere in realtà un piccolo semplice tratto: il segno meno. Meno burocrazia, carta e timbri, meno adempimenti, ingiustizie, meno distacco dalla vita reale di chi produce, meno distanza dalla lingua italiana e, se saremo bravi, anche meno balzelli”.
“Con impegno, pazienza e responsabilità dovremo, tutti insieme, far crescere il livello di rispetto dell’obbligo tributario - prosegue il neo direttore - con un’azione costante nel tempo e articolata nei mezzi: norme chiare e ordinate, istruzioni tempestive, interpretazioni imparziali, adempimenti più semplici con strumenti moderni, flessibili e testati, accertamenti basati sulla sostanza e motivati in modo impeccabile, presenza attenta nelle sedi giurisdizionali. E su tutto e prima di tutto, ascolto continuo e dialogo instancabile con i cittadini. Elementi determinanti anche per orientare le scelte degli investitori internazionali che osservano e analizzano il quadro fiscale di riferimento di ciascun Paese. Principi - prosegue la lettera di Ruffini - che dobbiamo far valere anche in ambiti nuovi della giustizia fiscale europea in cui possiamo essere un vero punto di riferimento, con l’obiettivo di non creare concorrenza sleale, squilibri e distonie tra operatori nazionali e internazionali”.
L’Agenzia deve cambiare strada.
(Il neo Direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini in una lettera inviata ai dipendenti). “Inizia un cammino nuovo, per me, e nel contempo anche per Agenzia delle entrate che vive il cambio al suo vertice. Una grande sfida perché siamo tutti chiamati a prendere una strada nuova”.
“Vivo questa esperienza con profondo onore ed anche con l’umiltà di chi, entrando in una grande famiglia, ha il dovere di farlo in punta di piedi, di rispettarne i valori, la storia, il lavoro, le eccellenze, le battaglie legate ad un ruolo complesso e forse mai pienamente apprezzato dal Paese”. “Le politiche fiscali - prosegue Ruffini - messe in campo dai Governi in questi ultimissimi anni e mesi hanno consentito di avviare un percorso di riforme innovativo anche per capovolgere il rapporto con i cittadini. Un percorso che va valorizzato dall’Agenzia e reso più solido non solo con la quotidiana azione di recupero dell’evasione fiscale, ma – come ha opportunamente ribadito il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – anche “per rafforzare il sentimento di responsabilità civica fiscale, attraverso un serrato e continuo dialogo collaborativo tra fisco e contribuente che favorisca comportamenti virtuosi e, là dove necessario, auto correttivi”.
Ascoltare allarmi professionisti, più dialogo e servizi.
“Ho avuto modo di leggere ed approfondire le tante istanze di vari e autorevoli corpi intermedi del tessuto sociale, produttivo, associativo o professionale. Istanze costruttive, ma anche sirene d’allarme verso Agenzia, sul modello di Agenzia e nei confronti delle nostre dinamiche”.
“Allarmi che mettono in evidenza un rapporto difficile che - al di là di legittime rivendicazioni - deve trovare una nuova password di dialogo e collaborazione e quindi di crescita. Password che deve essere un altro leggero, quanto a volte difficile, tratto: il segno più. Più efficienza. Più dialogo. Più giustizia. Più fiducia. Più raccolta. Più servizi. Più coesione sociale. Più coerenza nelle risposte. E, ancora, - prosegue Ruffini - più rispetto per il professionista, per l’intermediario fiscale, ma anche più rispetto e considerazione per chi, ogni giorno, indossando la maglia dello Stato, deve far rispettare leggi e regole”.
Miglioreranno i rapporti contribuenti e fisco? Non ci resta che ben sperare.
Luca De Franciscis
dottore commercialista