“Resto al Sud”: incentivi per giovani imprenditori e professionisti.

dott. Luca De Franciscis.
“Resto al Sud”: incentivi per giovani imprenditori e professionisti.
Martedi 24 Settembre 2019

Il 4 agosto il Ministro Di Maio ha firmato il decreto che modifica il regolamento della misura “Resto a Sud”.

Con tale decreto si mira ad incentivare ancor di più le attività imprenditoriali nelle regioni di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, rivolgendosi sia ai giovani imprenditori di età compresa tra 18 e 45 anni, estendendo l’incentivo anche ai liberi professionisti.

La misura di “Resto al Sud” nasce per le nuove imprese e prevede il finanziamento fino al 100% delle spese ammissibili. La misura, infatti, permette di ottenere un contributo a fondo perduto del 35% e un finanziamento bancario del 65% a tasso zero, da restituire in otto anni.

L’importo che si potrà ricevere va da 50.000 euro per le iniziative presentate da un unico soggetto a 200.000 euro per le ipotesi di associazione tra più soggetti. Possono presentare la domanda le imprese individuali, le società di persone, le società di capitali e le società cooperative ed ora anche i professionisti.

L’accesso ai benefici della normativa “Resto al Sud”, accordato anche ai liberi professionisti rileva molto, unitamente all’innalzamento dell’età che passa da 35 anni a 45 anni. Aumenta di larga misura il numero di soggetti che vogliono iniziare una nuova attività d’impresa o anche di lavoro autonomo.

La legge di Bilancio che ha esteso i benefici anche ai liberi professionisti e agli under 46 ha posto, però, una limitazione: i professionisti non devono risultare, nei dodici mesi precedenti, titolari di partita iva per l’esercizio di un’attività analoga a quella proposta con l’istanza per il contributo.

A mo’ d’esempio Invitalia, su questo punto, chiarisce che potranno beneficiare delle agevolazioni i professionisti, ex dipendenti di uno studio, che vorranno aprirne uno proprio o chiunque voglia uscire da una situazione di precariato o lavoro irregolare.

Importante è sapere che per presentare la domanda non ci sono scadenze e graduatorie. Invitalia esamina i progetti in base all’ordine cronologico di arrivo e ne valuta la sostenibilità tecnico-economica, dando una prima risposta formale entro 60 giorni dalla presentazione dell’istanza.

Il decreto, dopo l’iter di rito (visto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, dello Sviluppo Economico, del Consiglio di Stato e della Corte dei Conti) dev’essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Per il tempo già trascorso è molto probabile che il decreto sarà pubblicato a brevissimo, se non proprio nei prossimi giorni, e Invitalia potrà aprire la piattaforma dedicata per la presentazione delle nuove domande, e fornire atre modalità operative con una nuova circolare.

Conviene, pertanto, avviarsi per tempo e iniziare a predisporre il business plan e tutta la documentazione relativa al progetto. Si ricorda che per presentare la domanda bisogna disporre di una firma digitale e di un indirizzo di posta certificata (PEC) valido e attivo (tutte le comunicazioni avvengono esclusivamente via PEC).

Invitalia esamina i progetti in base all’ordine cronologico di arrivo e ne valuta la sostenibilità, dando una prima risposta formale entro 60 giorni dalla presentazione dell’istanza.

Per avere altri dettagli, sul contributo a fondo perduto e sul finanziamento a tasso zero di “Resto al Sud”, si rinvia alle pagine on line del sito di Invitalia e ai video tutorial presenti sul sito.

Luca De Franciscis

dottore commercialista

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