Nel comunicato diramato dalle agenzie di stampa, L'unione Nazionale dei Giudici di Pace denuncia “il comportamento reiteratamente lesivo ed omissivo del Ministro della Giustizia in sede di corretta amministrazione della Giustizia, di garanzie di indipendenza del giudice, di riconoscimento dei più elementari diritti del lavoro (previdenza, equo compenso, continuità sino all'età pensionabile, titela della maternità ecc), di osservanza dei precetti fondamentali dettati dalla Costituzione e dalle principali Istituzioni Europee...”

Al riguardo, nel comunicato si sottolinea che “con decisione del 5 luglio 2016 il Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d'Europa ha accertato che la legislazione italiana viola il principio di non discriminazione previsto dall'art. E in combinato disposto con l'art. 12 della Carta Sociale Europea....deliberando che i giudici di pace ì, sotto il profilo delle funzioni, dei doveri e del lavoro svolto, sono equiparabili ai magistrati professionali, con particolare riguardo al diritto inviolabile ad un trattamento previdenziale e assistenziale corrispondente...”

“Al contrario, il Ministro della Giustizia ha disatteso ogni parola data, facendo approvare una legge delega di riforma della magistratura c.d. onoraria che va nella direzione opposta da quanto promesso ...e tale volontà mortificatrice appare ancora più incomprensibile alla luce dei dati statistici di efficienza degli uffici, i quali evidenziano che i giudici di pace trattano già oggi il 30% del contenzioso civile (destinato ad aumentare in vista delle nuove competenze) e garantiscono una durata media dei processi civili e penali ben inferiore ad un anno”.

Allegato:

comunicato Unione Nazionale dei Giudici di Pace