Da una ricerca effettuata in rete, a seguito di alcune segnalazioni, sono emerse alcune differenze tra le cancellerie che talvolta comportano la necessità di un’integrazione della marca
Venerdi 2 Ottobre 2015 |
Può sembrare strano che nell’epoca del PCT ci troviamo ancora alle prese con copie cartacee e duplicati analogici, ma ancora più strano è che gli importi per i diritti di copia possano risultare diversi da una cancelleria all'altra.
Precisiamo subito che le differenze sono irrisorie, ossia dell’ordine di pochi centesimi di euro, e che gli importi coinvolti sono soltanto due, ma in taluni casi il richiedente può essere costretto a versare alla propria cancelleria un' integrazione, con inutili complicazioni e perdite di tempo.
Per sgombrare il campo chiariamo che non è nostra intenzione sollevare il problema per pochi centesimi di differenza, ma piuttosto per la peculiarità del problema stesso e per i disguidi che questi disallineamenti possono creare a coloro che si trovano a lavorare con cancellerie diverse oppure consultano i dati online.
In sostanza, per i diritti di copia autentica da 5 a 10 pagine, alcune cancellerie chiedono € 13,47 mentre altre € 13,48, così come per i diritti da 21 a 50 pagine che possono essere € 19,23 oppure € 19,24.
Ecco alcuni esempi trovati in rete per i diritti da 5 a 10 pagine:
€ 13,47: Alessandria, Ravenna, Piacenza
€ 13,48: Torino, Varese, Genova, Sassari, Treviso, Catania
A questo punto la domanda sorge spontanea: “Come mai troviamo queste differenze?”
Sembra che il problema si sia presentato dopo l’introduzione del D.L. 193/2009 che ha stabilito l’aumento del 50% per tutti i diritti di copia, creando tra l’altro, come forse molti ricorderanno, molte difficoltà iniziali a causa di un problema di interpretazione della normativa, chiarito con una successiva circolare.
In pratica il Ministero aggiorna e pubblica periodicamente la tabella con gli allegati 6 e 7 senza tener conto del D.L. 193, obbligando in tal modo tutte le cancellerie a calcolarsi da sole l’aumento del 50%.
Ed è proprio qui che nascono le differenze.
Per capirlo facciamo riferimento alle tabelle dell’ultimo decreto di adeguamento con particolare riguardo all’allegato 7 (diritto di copia autentica).
Diversamente dal diritto di copia senza certificazione di conformità, l'importo dell'allegato 7 è costituito da due voci:
Il diritto totale, ovvero l'importo da versare, è dato dalla somma delle due colonne.
In particolare, per il numero di pagine da 5 a 10 abbiamo:
Allegato 7
Pagine |
diritto di copia forfettizzato | diritto di certificazione di conformità | Totale delle colonne 2 e 3 |
5-10 |
2,57 |
6,41 |
8,98 |
E’ probabile che una parte delle cancellerie abbia applicato l’aumento del 50% all’importo totale effettuando la seguente operazione (prima modalità di calcolo):
8,98 + 4,49 = 13,47.
Altre invece hanno applicato l'aumento alle singole voci separatamente, arrotondando al centesimo di euro e sommando successivamente i valori ottenuti (seconda modalità di calcolo).
La prima modalità di calcolo nasce probabilmente dalla considerazione, peraltro condivisibile, che debba essere aumentato del 50% l'importo totale (€ 8,98) atteso che è proprio questo l'importo da versare.
Del resto, anche nella citata circolare ministeriale, per giustificare l’estensione di tale aumento anche al diritto di certificazione di conformità, si asserisce che “le stesse disposizioni legislative e regolamentari di cui al DPR 115/02 considerano il diritto di copia autentica come un diritto unico la cui misura è stabilita dagli importi fissati dalla tabella contenuta nell’allegato n. 7”.
Per inciso, da un punto di vista strettamente matematico, lo stesso risultato si ottiene anche calcolando il 50% sulle singole voci senza però arrotondare gli importi intermedi:
Pagine | diritto di copia forfettizzato | diritto di certificazione di conformità | Totale delle colonne 2 e 3 |
5-10 |
2,57 + 1,285 = 3,855 |
6,41 + 3,205 = 9,615 |
3,855 + 9,615 = 13,47 |
Se invece, come detto, si applica l'aumento alle singole voci arrotondando gli importi intermedi, si ottiene quel centesimo in più di differenza (3 per le copie urgenti):
Allegato 7 con aumenti del 50% arrotondati al centesimo
Pagine | diritto di copia forfettizzato | diritto di certificazione di conformità | Totale delle colonne 2 e 3 |
5-10 |
2,57 + 1,29 = 3,86 |
6,41 + 3,21 = 9,62 |
3,86 + 9,62 = 13,48 |
Ecco spiegata quindi la piccola discrepanza tra le tabelle.
Sembra che in rete siano prevalenti le tabelle create con la seconda modalità ma, in ogni caso, non è possibile avere un quadro completo poiché non sappiamo quante sono le cancellerie (o gli ordini degli avvocati) che pubblicano le loro tabelle online (non è da escludere inoltre che possa non esservi corrispondenza tra quanto pubblicato online e quanto esposto fuori delle cancellerie).
E non è semplice neanche disquisire su quale sia la modalità di calcolo corretta in base alla normativa vigente.
Qualcuno infatti potrebbe sostenere che, trattandosi di un importo considerato unico, come peraltro sostenuto nella citata circolare ministeriale, sia più corretto applicare l’aumento solo all’importo finale, che, del resto, è quello che deve essere versato (infatti non si acquistano separatamente le marche del “diritto di copia” e del “diritto di conformità”).
Al contrario, altri potrebbero sostenere che, dovendo ricostruire la tabella ex D.L. 193, l'aumento del 50% vada applicato alle singole voci con arrotondamento degli importi, anche in analogia a quanto avviene in contabilità per il calcolo della fatture, dove si arrotondano gli importi al centesimo di euro.
In buona sostanza chiunque può argomentare a favore della propria tesi, ma una cosa è certa: la normativa non specifica nulla al riguardo, dando forse per scontato qualcosa che, evidentemente, scontato non è.
Per rimediare sarebbe sufficiente una tabella ufficiale di riferimento cui tutte le cancellerie dovrebbero attenersi oppure una circolare ministeriale di chiarimento, magari con un esempio di calcolo.
Applicazione e tabelle di calcolo
Nella nostra applicazione avevamo adottato la prima modalità di calcolo ma, alla luce di quanto emerso, riteniamo opportuno, da un punto di vista puramente pragmatico, modificare al rialzo i due importi in € 13,48 per le copie autentiche da 5 a 10 pagine e in € 19,24 per le copie autentiche da 21 a 50 pagine, considerato che le cancellerie possono pretendere l’integrazione (è nel loro diritto) se manca anche un solo centesimo, mentre se l'importo è superiore solitamente non sollevano obiezioni.