Il comma 601 della Legge di Bilancio amplia la portata del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, convertito in legge 3 agosto 2017, n. 123, - intitolata “misura a favore dei giovani imprenditori nel Mezzogiorno”, meglio conosciuta come “Resto al Sud” - ed estende i benefici anche ai liberi professionisti e agli under 46.
L’accesso ai benefici della normativa “Resto al Sud”, accordato anche ai liberi professionisti rileva molto, unitamente all’innalzamento dell’età che passa da 35 anni a 45 anni. Aumenta di larga misura il numero di soggetti che vogliono iniziare una nuova attività d’impresa o anche di lavoro autonomo professionale nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia Sardegna e Sicilia.
Nel testo della legge di Bilancio è stato inserito, però, una limitazione per le attività libero-professionali: …”ad eccezione delle attività libero-professionali, per le quali è richiesto esclusivamente che i soggetti presentanti le istanze di cui al comma 3 non risultino, nei dodici mesi precedenti la presentazione della domanda di agevolazione, titolari di partita IVA per l’esercizio di un’attività analoga a quella proposta”.
A mo’ d’esempio Invitalia, su questo punto, chiarisce che potranno beneficiare delle agevolazioni i professionisti, ex dipendenti di uno studio, che vorranno aprirne uno proprio o chiunque voglia uscire da una situazione di precariato o lavoro irregolare.
La novità dell’innalzamento dell’età a 45 anni e l’accesso esteso ai liberi professionisti offre la possibilità, a chi vuole investire sulle proprie competenze, ma ha difficoltà a reinserirsi nel mercato del lavoro. Le agevolazioni di “Resto al Sud” consentono di avere un finanziamento che copre il 100% delle spese ammissibili.
L’importo del finanziamento è pari a 50 mila euro per le iniziative presentate da soggetto singolo e a 200.000 euro per le iniziative presentate dall’associazione di più soggetti.
Di questi importi il 35% è dato come contributo a fondo perduto e il 65% concesso con finanziamento bancario a tasso zero.
Esempio: una società costituita da 4 soci potrà avere un finanziamento complessivo di 200.000 euro (50.000 euro per ciascun socio). Di quest’importo il contributo a fondo perduto sarà di 70.000 euro (35%) dell’investimento complessivo, ed il finanziamento bancario a tasso zero di euro 130.000 (65%) dell’investimento complessivo.
Per quanto detto innanzi possono presentare la domanda ed accedere ai benefici di “Resto al Sud” le imprese individuali, le società di persone, le società di capitali, le società cooperative ed ora anche i liberi professionisti.
Coloro che non hanno studiato a fondo la normativa di “Resto al Sud”, perché non rientranti nei vecchi parametri di legge, ora possono farlo.
Importante è sapere che per presentare la domanda non ci sono scadenze e graduatorie. Invitalia esamina i progetti in base all’ordine cronologico di arrivo e ne valuta la sostenibilità tecnico-economica, dando una prima risposta formale entro 60 giorni dalla presentazione dell’istanza.
I richiedenti devono essere residenti in una delle regioni del Mezzogiorno, come sopra individuate, al momento della presentazione della domanda. La legge, comunque, consente anche ai non residenti nelle regioni del Mezzogiorno di presentare la domanda, ma impone il trasferimento della residenza entro 60 giorni dalla comunicazione di esito positivo dell’istruttoria della domanda presentata. Il termine imposto per il trasferimento della residenza si allunga a 120 giorni per i residenti all’estero.
La limitazione imposta dalla Legge di Bilancio 2019 per i liberi professionisti non opera per le altre attività d’impresa. Il Decreto “Resto al Sud” è entrato in vigore il 21 giugno 2017 ed è questa la data cui fare riferimento. Vale quanto già previsto dal D. L. 91/2017 e precisato anche da Invitalia.
L’accesso al beneficio è consentito anche a coloro che sono in possesso di partita iva non movimentata, ovvero non titolari di attività d’impresa in esercizio alla data del 21 giugno 2017.
Nel caso di società per accedere agli aiuti di “Resto al Sud”, non bisogna essere rappresentante legale di società iscritte al registro delle imprese.
Coloro che hanno un lavoro a tempo indeterminato possono accedere al beneficio ma dovranno lasciare il lavoro dopo l’approvazione della domanda.
Possono presentare la domanda anche le società esistenti ad oggi (società di persone, società di capitali, comprese le società unipersonali), se costituite dopo il 21 giugno 2017, incluse le società cooperative.
Possono accedere al finanziamento di “Resto al Sud” i progetti d’impresa concernenti le attività di:
- Produzione di beni nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;
- Fornitura di servizi alle imprese e alle persone:
- Servizi al turismo.
Non possono accedere al finanziamento le attività agricole e il commercio.
Le domande, presentate esclusivamente on line sul sito web di Invitalia, devono essere corredate da tutta la documentazione relativa al progetto imprenditoriale, attraverso la piattaforma dedicata, accessibile dal sito Invitalia.it.
Molto interessanti sono i video tutorial di Invitalia che permettono di comprendere in video-ascolto tutte le notizie utili. Consultandoli è possibile comprendere:
- Come funziona la piattaforma informatica e per approfondire gli aspetti più tecnici;
- Come compilare l’anagrafica per un’impresa non ancora costituita;
- Come compilare l’anagrafica per un’impresa già costituita;
- Come richiedere gli incentivi online;
- Come si invia la richiesta di incentivi sulla piattaforma on line;
L’app di “Resto al Sud”. Di sicuro è una novità lo strumento digitale che permette di ricevere sul proprio smartphone le ultime notizie ed essere aggiornati, in tempo reale, sullo stato di avanzamento del progetto presentato ed altro ancora.
dottore commercialista