Indice Istat di agosto in rialzo ma scende l'inflazione. Stabili i rendimenti di BOT e BTP. Nuovo rialzo dei tassi da parte della BCE.
Venerdi 15 Settembre 2023 |
Nel mese di agosto l'indice Istat FOI cresce dello 0,3% rispetto al mese precedente toccando quota 119,1 e l'incremento rispetto allo stesso mese dell'anno scorso è pari al +5,2%.
Ricordiamo che l'indice FOI è l'indice dei prezzi al consumo per Famiglie di Operai e Impiegati ed è utilizzato per la rivalutazione degli affitti, delle pensioni, dell'assegno di mantenimento per il coniuge, del danno biologico e in generale per tutte le rivalutazioni di legge.
Con questo aggiornamento l'adeguamento annuale degli affitti risulta pari al 3,9% per le rivalutazioni al 75% ed al 5,2% per le rivalutazioni al 100%.
Nonostante l'aumento dell'indice FOI, l'inflazione scende di mezzo punto rispetto al mese scorso, prevalentemente per il rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, degli alimentari non lavorati e dei servizi relativi ai trasporti.
Resta alta inoltre, anche se in lieve flessione, la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa”, che ad agosto si attesta a +9,4%.
Tabella riepilogativa (*):
Indice generale FOI | 119,1 |
Variazione percentuale rispetto al mese precedente | +0,3 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente | +5,2 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese di due anni precedenti |
+13,8 |
(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.
La prossima pubblicazione dell'indice Istat è prevista per il
16 OTTOBRE 2023
In seguito alla pubblicazione del nuovo indice Istat, abbiamo aggiornato come di consueto tutte le nostre applicazioni di calcolo che lo utilizzano.
Ricordiamo che, per quanto riguarda le variazioni annuali Istat, come ad esempio l'adeguamento del canone di locazione, non va calcolata la differenza algebrica tra l'indice di quest'anno e quello dell'anno scorso, ma occorre determinare la variazione percentuale dei due indici, cosa che le nostre applicazioni fanno in modo automatico.
Riportiamo di seguito tutte le nostre applicazioni che utilizzano l'indice Istat FOI:
A fine mese l'Istat pubblica sempre una stima provvisoria dell'andamento dei prezzi al consumo e fornisce un'indicazione sull'indice NIC (indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività) da non confondere con l'indice FOI, pubblicato in via definitiva solo verso la metà del mese successivo.
Si ricorda che per le rivalutazioni monetarie di legge non va utilizzato l'indice NIC ma solamente l'indice FOI.
L'aggiornamento dell'indice Istat FOI definitivo nelle nostre applicazioni avviene nello stesso giorno in cui l'Istat pubblica il valore dell'indice FOI sul proprio sito istituzionale; il comunicato stampa è diffuso in mattinata, solitamente tra le 10 e le 10:30 e in alcuni casi tra le 11 e le 11:30.
Inoltre, in questa pagina e in quasi tutte le nostre applicazioni, pubblichiamo sempre la data di aggiornamento del prossimo indice Istat in modo che all'occorrenza possiate prenderne nota.
Restano stabili i rendimenti medi dei BOT al 3,83%; per calcolarne i rendimenti in base al prezzo di acquisto puoi utilizzare questa applicazione.
Anche il rendistato è pressoché stabile (3,94%) ma entrambi sono sempre al di sotto dell'inflazione tendenziale.
Ricordiamo che il rendistato è il rendimento medio lordo mensile dei BTP con vita residua superiore ad un anno quotati alla Borsa Italiana e si utilizza generalmente per il calcolo del maggior danno.
Prosegue inoltre la stretta monetaria da parte della BCE, con l'obbiettivo dichiarato di ricondurre l'inflazione sotto la soglia del 2%.
Nella giornata di ieri infatti, la BCE ha operato l'ennesimo aumento del costo del denaro (+ 0,25%) portando così il tasso di riferimento al 4,50%, il valore più alto di sempre dall'introduzione dell'Euro.
Nel breve periodo questo aumento avrà un effetto negativo per quanto riguarda i tassi dei mutui praticati praticati dalle banche ai clienti mentre potrebbero aumentare i rendimenti dei conti deposito e delle obbligazioni di nuova emissione, compresi ovviamente i titoli di stato, cosa che nel breve periodo comporterà una lieve perdita del valore delle quote dei fondi di investimento obbligazionari.
Ad agosto 2023, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,3% su base mensile e del 5,4% su base annua, da +5,9% nel mese precedente (la stima preliminare era +5,5%).
La decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente ai prezzi degli Energetici non regolamentati (da +7,0% a +5,7%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,6% a +5,8%), degli Alimentari non lavorati (da +10,4% a +9,2%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,4% a +1,2%), dei Beni durevoli (da +5,4% a +4,6%) e, in misura minore, degli Alimentari lavorati (da +10,5% a +10,0%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalla moderata accelerazione dei prezzi dei Servizi relativi all’abitazione (da +3,6% a +3,9%) e dall’attenuarsi della flessione degli Energetici regolamentati (da -30,3% a -29,6%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta ancora (da +5,2% a +4,8%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +5,5%, registrato a luglio, a +5,0%).
Si attenua la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +7,0% a +6,3%) e quella relativa ai servizi (da +4,1% a +3,6%), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -2,7 punti percentuali, dai -2,9 di luglio.
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano un ulteriore rallentamento in termini tendenziali (da +10,2% a +9,4%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto subiscono un’accelerazione (da +5,5% a +6,9%).
L’aumento congiunturale dell’indice generale si deve principalmente alla crescita dei prezzi degli Energetici sia non regolamentati (+1,7%) sia regolamentati (+1,1%), dei Servizi relativi ai trasporti (+1,2%), degli Alimentari lavorati (+0,6%), dei Beni durevoli (+0,4%) e dei Servizi relativi all’abitazione (+0,3%); tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’attenuazione dei prezzi degli Alimentari non lavorati (-0,5%).
L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,2% per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,2% su base mensile e del 5,5% su base annua (da +6,3% di luglio), confermando la stima preliminare. La flessione più marcata dell’IPCA, rispetto a quella osservata nel NIC, si deve alla dinamica dei saldi estivi (di cui il NIC non tiene conto); i prezzi di Abbigliamento e calzature registrano un calo congiunturale (-3,2%) più ampio di quello di agosto 2022 (-0,7%), determinando così, per questa divisione di spesa, un rallentamento da +5,4% a +2,7%.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e del 5,2% su base annua.