L'Unione Nazionale Giudici di Pace e l'Associazione Nazionale Giudici di Pace con comunicato del 24/05/2016 hanno proclamato lo sciopero della categoria dal 6 all' 11 giugno 2016.
Venerdi 27 Maggio 2016 |
Nel documento reso noto agli organi di stampa gli organismi rappresentativi della categoria esprimono “il grave disagio della categoria per essere costretta, dinanzi al comportamento lesivo ed omissivo del Ministro della Giustizia e del Governo, a ricorrere a reiterate e prolungate astensioni per rivendicare l’adeguamento della condizione dei giudici di pace ad elementari e fondamentali principi di diritto costituzionale, comunitario ed internazionale, preordinati a garantire l’indipendenza, imparzialità e professionalità dei giudici e finalizzati ad assicurare ai cittadini l’effettività della tutela giurisdizionale dei loro inviolabili diritti”.
Sotto accusa è la recentissima legge 28 aprile 2016, n. 57 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, serie generale, n. 99, di “delega al Governo per la riforma organica della magistratura onoraria ed altre disposizioni sui giudici di pace”: le suddette organizzazioni ritengono tale legge altamente lesiva dei diritti dei giudici di pace e dei principi di indipendenza del giudice e di autonomia degli uffici; in particolare:
a) con una disposizione manifestamente lesiva del principio comunitario di non discriminazione è stato previsto che tutti i futuri oneri contributivi ricadano sui magistrati onorari;
b) con una disposizione immediatamente precettiva (articolo 5 della legge) è stato conferito ai presidenti di Tribunale il coordinamento degli uffici del Giudice di Pace, in aperta lesione dei principi costituzionali di autonomia degli uffici e di indipendenza del giudice;
c) con una disposizione incostituzionale è previsto il potere dei magistrati professionali di impartire direttive ai magistrati onorari nell’esercizio delle loro funzioni giurisdizionali, in aperta violazione dell’articolo 101 Costituzione;
d) è previsto inoltre il licenziamento in tronco, “mascherato sotto l’eufemismo della dispensa d’ufficio”, dei magistrati onorari che per cause di forza maggiore (gravidanza, grave malattia) dovranno assentarsi dall’ufficio per 6 mesi.