Anatomia di una crisi di coppia e sorte dell’ animale d’affezione

Tribunale di Reggio Emilia (ord. 3177/2023)
Anatomia di una crisi di coppia e sorte dell’ animale d’affezione

Poche volte ho percepito in una sentenza una reale percezione di quelli che sono gli interessi dell’animale conteso rispetto a quelli delle parti che se lo contendono.

Martedi 20 Maggio 2025

Mevia dopo diversi anni di convivenza con Sempronio si trasferisce altrove lasciando il proprio cane presso l’ex fidanzato che si rifiuterà di restituirle il cane. Verosimilmente, a dire della stessa Mevia, più per ritorsione nei suoi confronti che per una una reale affezione verso l’animale. Ipotesi che in astratto è assai frequente, anche a parti invertite.

Mevia chiede e ottiene un provvedimento d’urgenza per la restituzione del cane, provvedimento che viene reclamato da Sempronio. Una modalità di tutela di un proprio diritto, quella cautelare, che - sussistendone i noti presupposti- appare quasi necessaria in controversie in cui involontari e protagonisti sono gli animali d’affezione. Interessante il profilo di urgenza che ha determinato l’accoglimento del ricorso poiché in ragione delle documentate problematiche comportamentali del cane, si è ritenuto che un difetto di corretta gestione lo avrebbe reso pericoloso per la incolumità altrui.

Sempronio nel suo reclamo verso il provvedimento di restituzione ottenuto da Mevia evidenzia come l’acquisto del cane fosse frutto di un comune accordo teso a soddisfare un desiderio comune della coppia e che l’intestazione a Mevia si giustificava con il fatto che non era possibile riferire il microchip identificativo a più persone.

In via preliminare il Collegio riconosce che entrambe le parti paiono animate da autentiche ragioni affettive verso il cane, ragioni che consentono di escludere volontà ritorsive e crudeli in danno dell'animale da parte di entrambi.

Ciò premesso viene dato rilievo al fatto che il cane convivesse con Sempronio da ormai circa sedici mesi, da quando cioè Mevia aveva lasciato la comune abitazione senza portar con sé l’animale. Periodo non breve osserva il Collegio, durante il quale non vi sono evidenze di episodi nei quali l'animale abbia avuto modo di esteriorizzare in modo pericoloso la propria aggressività in danno di terze persone. Parimenti non vi è evidenza di atti di maltrattamento o trascuratezza del cane stesso riconducibili a Sempronio. Anzi una valutazione comportamentale sul cane prodotta dallo stesso Sempronio evidenzia un non trascurabile miglioramento del cane quanto alla sua aggressività. Altra certificazione a cura di altro veterinario evidenzia come Sempronio avesse fatto tutto il possibile per garantire una buona qualità di vita dell’animale, nonostante i numerosi problemi dai quali questi risultava e risulta affetto.

Diversa la valutazione del comportamento di Mevia che -sottolinea il Collegio- ha deliberatamente scelto di lasciare il cane a Sempronio manifestando ella (come si è evinto dalla documentazione prodotta in atti) non sottovalutabili difficoltà nella gestione dello stesso anche nelle incombenze più elementari, così esponendo sé stessa a reazioni mordaci dell’animale (non consone ad una relazione affettiva). I documentati tentativi di mordere Mevia prodotti da Sempronio ne sono la conferma. Quest’ultima nel tentativo di delegittimare Sempronio aveva espresso nel cautelare preoccupazioni in ordine ad una intenzione di quello di cedere a terzi il cane.

Sul punto l’ordinanza del Collegio evidenzia che tale eventualità era stata prospettata da Sempronio proprio a tutela della stessa compagna come extrema ratio per evitarle ulteriori sofferenze laddove la convivenza tra i due fosse continuata. Dirimente, invece, la circostanza per cui la cessione a terzi di un cane, munito di microchip, non avrebbe potuto eseguirsi senza il consenso di chi ne risulta proprietario in base alle risultanze dell'anagrafe canina e, perciò, nel caso concreto, senza l’assenso di Mevia.

Alla luce di tali considerazioni segue il rigetto delle ricorso di Mevia. Dunque e probabilmente la battaglia sarà proseguita o proseguirà secondo le vie ordinarie. Spesso incerte anche se, questo rigetto, fa sperare in una auspicabile presa di coscienza di quello che sono le questioni riguardanti (almeno) il rapporto con gli animali domestici. Rimanere su binari privatistici non sempre è la soluzione più opportuna.


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