Professioni: intervista al Presidente della Commissione Giustizia

Professioni: intervista al Presidente della Commissione Giustizia

Il senatore Berselli riassume in un'intervista i punti che rendono il decreto difficilmente presentabile per la discussione in aula.

Giovedi 9 Febbraio 2012

Alcune nostre considerazioni

Dal giorno in cui è entrata in vigore la cosiddetta "liberalizzazione delle professioni", tutti si sono affannati a cercare di comprendere ed applicare la nuova normativa.

Mentre da un lato era doveroso colmare il vuoto normativo sulla liquidazione dei compensi in sentenza, creatosi in seguito all'abrogazione delle tariffe forensi - in tal senso il plauso va rivolto a tutti quei tribunali che hanno emanato diversi provvedimenti riparatori (ad es. Milano ha stabilito di utilizzare le tariffe previgenti) - non altrettanto comprensibile appare l'urgenza con cui molti ordini professionali hanno voluto impartire indicazioni sugli altri temi controversi del provvedimento.

In particolare, per quanto riguarda l'obbligo di preventivo, abbiamo assistito in pochi giorni alla produzione di un cospicuo numero di 'modelli di contratto' tra avvocato e cliente, predisposti da molti ordini professionali o da alcune associazioni di categoria, modelli caratterizzati da un'estrema eterogeneità: alcuni molto scarni ed essenziali, altri invece eccessivamente articolati, come il capitolato di un appalto pubblico, o complicati come il modello 'UNICO' dell'Agenzia delle Entrate.
Il tentativo, di per sé apprezzabile per l'impegno profuso e lodevole nelle intenzioni, non trova evidentemente soddisfazione nei risultati prodotti, che costituiscono la prova dell'assoluta inapplicabilità della norma.

Del resto è noto che la quadratura di un cerchio è cosa impossibile ed è perfettamente inutile affannarsi nel vano tenativo di dare un senso ad una norma che non ne ha alcuno.

Nelle more di una soluzione definitiva, è auspicabile da parte del CNF un'indicazione chiara, magari sulla falsa riga di quanto stabilito dai principali Tribunali.

E' vero che il comma 2 dell'art. 9 parla di 'parametri' in relazione agli organi giurisdizionali, ma è altrattanto vero che l'avvocatura, pur costituita da soggetti 'privati', è parte integrante del sistema giudiziario di questo Paese.

L'assurda dicotomia introdotta dalla norma (obbligo di parametri per i giudici e divieto di utilizzo degli stessi parametri per gli avvocati) è un altro elemento che la rende inapplicabile.

Nel frattempo, come abbiamo anticipato nel precedente articolo, qualcuno sta provando a ricondurre il tutto nell'ambito della logica e a tal proposito segnaliamo l'intervista rilasciata dal senatore Berselli, presidente della seconda commissione giustizia al Senato.

Chi è daccordo con i contenuti dell'intervista è pregato di darne massima diffusione.

Il commento del Senatore Berselli

Ecco un breve riassunto dell'intervista:

Inanzitutto il Presidente della commissione rileva che mancano i presupposti di necessità e urgenza per un provedimento del genere e che le critiche all’articolo 9 provengono da tutti i professionisti, e non solo dagli Avvocati.

La tanto sbandierata necessità di liberalizzare le professioni per "aprirle ai giovani", come spesso si sente dire nei salotti televisivi, contrasta con la realtà italiana che vede il numero degli Avvocati in continua crescita (attualmente sono oltre 240.000); evidentemente l'accesso alla professione forense non è poi così difficile.

Per quanto riguarda l'articolo 9, sottolinea inoltre che la norma sul preventivo è inapplicabile perché un professionista al momento del conferimento dell’incarico non è in grado di prevedere gli sviluppi dell’attività.

Altra anomalia del decreto: la riduzione del 30% sul risarcimento al danneggiato che decide di scegliere una carrozzeria o un'officina diverse da quelle imposte dalla compagnia di assicurazione (altro che liberismo!).

L'intervista tocca anche il problema della norma sulla costituzione di società miste tra professionisti e soci di capitale che, alla luce dell'attuale normativa sugli avvocati in materia di partecipazioni societarie, relega questi ultimi ad una posizione di minoranza.

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