Aggiornamento Indice Istat Novembre 2011

L'indice Istat aumenta ancora; inflazione stabile al 3,2%
A cura della Redazione.
Aggiornamento Indice Istat Novembre 2011
Giovedi 15 Dicembre 2011

Nel mese di novembre l’indice nazionale ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, utilizzato per le rivalutazioni monetarie di affitti e assegni di mantenimento, è salito dello 0,1% attesandosi a quota 103,7.

Nonostante l'aumento dell'indice rispetto a ottobre, il tasso di inflazione rispetto allo stesso mese dell'anno precedente resta invariato al 3,2%. (v. serie storiche).

Sono forti le preoccupazioni per i prossimi mesi nei quali si aspetta un rialzo dell'inflazione dovuto soprattutto ai recenti aumenti delle accise sui carburanti che già hanno fatto sentire i loro effetti alla pompa.

L'inflazione europea è prevista intorno al 2% per l 2012 mentre in Italia gli esperti prevedono un valore più alto.

Tabella riepilogativa:

Indice generale 103,7
Variazione percentuale rispetto al mese precedente +0,1
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente +3,2
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese
di due anni precedenti

+5,0

Prossimo comunicato ISTAT: 16 gennaio 2012.

Come di consueto abbiamo aggiornato le tabelle dei nostri servizi di calcolo:

NOTE:

Per adeguare periodicamente i valori monetari dei canoni di locazione e degli assegni dovuti al coniuge separato, si utilizza l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) al netto dei tabacchi.

L'indice Istat FOI si riferisce ai consumi dell'insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente operaio o impiegato. Tale indice è pubblicato mensilmente sulla Gazzetta Ufficiale ai sensi dell'art. 81 della legge 27 luglio 1978, n. 392.

Nei primi mesi dell'anno l'Istat ha rivisto la metodologia di calcolo dei coefficienti di rivalutazione (v. articolo pubblicato).

Tra le modifiche apportate ricordiamo ad esempio che il calcolo dei coefficienti di rivalutazione secca viene effettuato con tre cifre decimali mentre le variazioni percentuali rispetto ai periodi precedenti continuano ad essere espresse con una cifra decimale.

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