L'indice Istat FOI relativo al mese di febbraio, utilizzato per le rivalutazioni monetarie di affitti, pensioni ed assegni di mantenimento, risulta invariato a quota 106,7.
La variazione rispetto allo stesso mese del 2012, da utilizzare per le consuete rivalutazioni annuali, scende di quasi mezzo punto rispetto al mese precedente, attestandosi al 1,8%.
Tabella riepilogativa:
Indice generale | 106,7 |
Variazione percentuale rispetto al mese precedente | + 0,0 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente | + 1,8 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese di due anni precedenti |
+ 5,1 |
Prossimo aggiornamento dell' indice Istat (relativo al mese di marzo): 12 aprile 2013
Aggiornati come di consueto i servizi di calcolo che utilizzano l'indice Istat FOI:
(*) I nuovi valori per il calcolo del maggior danno saranno pubblicati non appena la Banca d'Italia avrà aggiornato la base dati pubblica, operazione che normalmente avviene con qualche giorno di ritardo rispetto alla pubblicazione dell'indice Istat.
Visualizza anche l' andamento storico dell' indice Istat FOI e delle sue variazioni congiunturali a partire dal 1947.
Nel mese di febbraio 2013, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,1% rispetto al mese precedente e dell'1,9% nei confronti di febbraio 2012 (era +2,2% a gennaio), dati questi che confermano le stime provvisorie.
L'ulteriore rallentamento dell'inflazione a febbraio è in parte imputabile alla frenata della crescita su base annua dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+3,1%, dal +4,8% di gennaio).
Un ulteriore fattore di contenimento dell'inflazione è riconducibile al calo dei prezzi dei Servizi relativi alle comunicazioni (-4,2% in termini sia congiunturali sia tendenziali).
L'inflazione acquisita per il 2013 è pari allo 0,8%.
A febbraio l'inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, scende a +1,5% dal +1,7% di gennaio.
Al netto dei soli beni energetici, la crescita tendenziale dell'indice dei prezzi al consumo è in netto rallentamento (+1,5% da +1,8% di gennaio).
Rispetto a febbraio 2012, il tasso di crescita dei prezzi dei beni scende al 2,0%, dal 2,3% di gennaio, e quello dei prezzi dei servizi si porta all'1,7% (era +2,1% nel mese precedente). Pertanto il differenziale inflazionistico tra beni e servizi si amplia, rispetto a gennaio, di un decimo di punto percentuale.
I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori aumentano dello 0,4% su base mensile e del 2,4% su base annua, in ulteriore rallentamento dal 2,7% di gennaio.
A febbraio 2013, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce su base mensile dello 0,2% e aumenta su base annua del 2,0% (dal 2,4% di gennaio). Anche in questo caso sono confermate le stime preliminari. La flessione congiunturale è in larga
parte dovuta alla dinamica dei saldi invernali dell'abbigliamento e calzature, di cui l'indice NIC non tiene conto.
L'indice IPCA a tassazione costante (IPCA-TC) diminuisce dello 0,2% sul piano congiunturale e aumenta dell'1,9% su quello tendenziale.
Variazioni al Paniere ISTAT
Nel 2013 il paniere utilizzato per il calcolo degli indici dei prezzi al consumo per l'intera collettività nazionale (NIC) e per le famiglie di operai e impiegati (FOI) risulta composto da 1.429 prodotti (1.383 nel 2012), aggregati in 603 posizioni rappresentative (597 nel 2012).
Il paniere utilizzato per il calcolo dell'indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA) incorpora 1.451 prodotti, aggregati in 608 posizioni rappresentative (602 nel 2012).
Entra nel paniere la posizione rappresentativa Gas metano per autotrazione, mentre viene ampliata la gamma di prodotti in cui si articolano le posizioni rappresentative Smartphone e Tablet PC, che ora comprendono rispettivamente i Phablet (che combinano le caratteristiche degli smartphone e dei mini tablet) e i Tablet trasformabili, utilizzabili anche come notebook.
Escono dal paniere le posizioni rappresentative Netbook e Mediazione civile: la prima perché si è ridotta la spesa delle famiglie destinata a tale bene, la seconda a seguito della Sentenza della Corte costituzionale del 24 ottobre 2012, che ne ha cancellato l'obbligatorietà, inizialmente prevista per alcune materie.