Cassazione penale Sez. VI Sentenza n. 38608 del 14/08/2018

Cassazione penale Sez. VI Sentenza n. 38608 del 14/08/2018
Venerdi 7 Settembre 2018
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Segue un'anteprima del testo:

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Presidente -

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere -

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere -

Dott. GIORDANO Emilia Anna - rel. Consigliere -

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

S.D., nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 07/06/2017 della CORTE APPELLO di CATANZARO;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere EMILIA ANNA GIORDANO;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. DE MASELLIS Mariella, che ha concluso chiedendo dichiarare l'inammissibilità del ricorso;

udito il difensore della parte civile V.M., avvocato Dimitri GOGGIAMANI Dimitri, quale sostituto processuale dell'avvocato Fabrizio FALVO, che si è associato alla richiesta del Procuratore generale, chiedendo, in subordine, il rigetto del ricorso, e che ha depositato conclusioni e nota spese;

udito l'avvocato Cesare BADOLATO, in difesa di S.D. Daniela, il quale ha insistito per l'accoglimento del ricorso.

Svolgimento del processo

1. La Corte di appello di Catanzaro, ha confermato la condanna alla pena di Euro 450,00 di multa inflitta a S.D. con sentenza del 24 maggio 2013 del giudice monocratico del Tribunale di Cosenza, per il reato di cui all'art. 388 c.p., comma 2, dal maggio 2009 all'ottobre 2010. Ha confermato, altresì, le statuizioni civili in favore di V.M., con danno da liquidarsi in separato giudizio. Dalla sentenza impugnata si evince che, alla stregua delle dichiarazioni rese da V.M., dal fratello di questi, Giovanni e delle relazioni redatte dagli assistenti sociali - acquisite in atti con il consenso delle parti - era pienamente comprovata la persistente elusione, da parte della ricorrente, del provvedimento con il quale il giudice civile aveva regolato i diritti di visita e di incontro tra V.M. ed il figlio minore, affidato alla madre. ...

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