La Giunta dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura (Oua) ha proclamato l'astensione dalle udienze il 20 e 21 settembre contro la revisione della geografia giudiziaria varata dal Governo (chiusura di oltre 1000 uffici giudiziari) e i provvedimenti sul processo civile, la riforma forense e la mediazione obbligatoria.
Il primo di agosto l'OUA aveva incontrato ufficialmente il Ministro della Giustizia, Paola Severino ma al momento non sembrano essere emerse novità di rilievo.
Durante l'incontro è stata confermata la disponibilità dell'OUA al confronto su proposte concrete per la riforma della giustizia (autogestione delle risorse, processo telematico e riorganizzazione degli uffici) ribadendo peraltro un secco "NO" alla rottamazione dei diritti e dei processi pendenti ed al mantenimento del fallimentare esperimento della mediaconciliazione obbligatoria.
E non dimentichiamoci poi del filtro di inammissibilità in appello previsto dal c.d. "decreto sviluppo", ormai approvato in via definitiva (v. articolo dell'OUA), che rischia di privare migliaia di cittadini del diritto al giusto processo (ancora una volta si preferisce la via più facile), oppure dell'abolizione delle tariffe forensi con l'introduzione dei parametri ex art. 9 per la determinazione dei compensi professionali da parte degli organi giurisdizionali.
Due giornate di sciopero sembrano poche di fonte all'enorme portata delle riforme in atto, che rischiano di destabilizzare il sistema giudiziario del nostro Paese, ma certamente serviranno per verificare fino a che punto le Istituzioni siano disponibili ad aprire un serio e concreto tavolo di trattative.