La Cassazione chiarisce i rapporti tra domanda risarcitoria e chiamata di terzo

La Cassazione chiarisce i rapporti tra domanda risarcitoria e chiamata di terzo

La VI Sezione Civile della Corte di Cassazione nell' ordinanza n. 6623/2016 si è pronunciata su una questione processuale in tema di rapporti tra domanda risarcitoria e chiamata di terzo.

Giovedi 14 Aprile 2016

Nel caso in esame due condomini, proprietari di un appartamento, convengono in giudizio altri due condomini, proprietari dell'unità immobiliare soprastante, per sentirli condannare al risarcimento dei danni da infiltrazioni da acqua piovana.

I convenuti chiamano in causa il Condominio, ritenendolo responsabile dell'evento dannoso e quest'ultimo a sua volta chiama in garanzia la compagnia di assicurazioni, che si costituisce contestando la domanda.

Il giudice di pace accoglie la domanda degli attori e condanna il condominio al risarcimento del danno; il condominio propone appello e il Tribunale riforma la sentenza di primo grado ritenendo che “gli attori avevano sempre e solo richiesto (anche dopo la chiamata in causa del condominio) la condanna dei convenuti (n.d.r. i due condomini) al risarcimento, sicchè la condanna ai danni direttamente nei confronti del condominio era stata pronunciata senza vi fosse domanda in tal senso da parte degli attori.”

I due attori, soccombenti in secondo grado, propongono quindi ricorso per Cassazione, deducendo violazione o falsa applicazione dell'art. 106 c.p.c.; la Cassazione, nell'accogliere il ricorso, osserva che nel caso di specie trova applicazione il principio dell'estensione automatica della domanda della parte attrice al terzo chiamato.

In particolare, ribadisce la Corte, nell'ipotesi in cui il terzo sia stato chiamato in causa dal convenuto come soggetto effettivamente e direttamente obbligato alla prestazione pretesa dall'attore, la domanda attrice si estende automaticamente ad esso, senza necessità di un'espressa istanza, dal momento che il giudizio verte sull'individuazione del responsabile sulla base di un rapporto - obbligazione ex illicito - oggettivamente unico.

E infatti i due condomini convenuti hanno chiamato in causa il Condominio indicando in quest'ultimo il soggetto responsabile dei danni, e pertanto ad esso la causa deve ritenersi comune.

Ne consegue che, non trattandosi di chiamata in garanzia, nè propria nè impropria, la domanda attorea deve ritenersi estesa di diritto al condominio.

Testo dell'ordinanza n. 6623

Iscriviti gratis alla nostra newsletter


Aggiungi al tuo sito i box con le notizie
Prendi il Codice





Sito ideato dall’Avvocato Andreani - Ordine degli Avvocati di Massa Carrara - Partita IVA: 00665830451
Pagina generata in 0.112 secondi