Aumenta di un decimo di punto l'indice Istat FOI (120,1). Riprende a salire l'inflazione. Lieve calo per i rendimenti dei titoli di stato.
Venerdi 15 Novembre 2024 |
Nel mese di ottobre l'indice Istat FOI è cresciuto dell 0,1% rispetto al mese precedente a quota 120,1.
Si ricorda che l'indice FOI è l'indice dei prezzi al consumo per Famiglie di Operai e Impiegati utilizzato per la rivalutazione annuale degli affitti, delle pensioni, dell'assegno di mantenimento per il coniuge, e in generale per tutte le rivalutazioni di legge.
Dopo l'ultima pubblicazione le percentuali da utilizzare per l'adeguamento annuale degli affitti, calcolate come variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, risultano pari allo 0,6% per le rivalutazioni al 75% ed allo 0,8% per le rivalutazioni al 100%.
L'accelerazione del tasso d’inflazione dipende essenzialmente dall’andamento dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (da +0,3% a +3,4%), dall’aumento degli alimentari lavorati (da +1,5% a +1,7%) con effetti sensibili sul 'carrello della spesa' e dei prezzi dei trasporti (da +2,4% a +3,0%). A questi si aggiunge la riduzione della flessione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati che frenano la loro discesa (da -11,0% a -10,2%).
Tabella riepilogativa (*):
Indice generale FOI | 120,1 |
Variazione percentuale rispetto al mese precedente | +0,1 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente | +0,8 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese di due anni precedenti |
+2,5 |
(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.
La prossima pubblicazione dell'indice Istat è prevista per il
16 dicembre 2024.
In seguito alla pubblicazione del nuovo indice, abbiamo aggiornato le nostre applicazioni di calcolo che lo utilizzano.
Ricordiamo che, per quanto riguarda le variazioni annuali Istat, come ad esempio l'adeguamento del canone di locazione, si deve calcolare la variazione percentuale dell'indice di questo'anno rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, operazione che le nostre applicazioni eseguono automaticamente eliminando ogni possibilità di errore.
L'errore più comune infatti è quello di calcolare la differenza algebrica dei due indici ma ciò non è corretto, sia da un punto di vista matematico che normativo, perché dal confronto dei due indici bisogna sempre ottenere una percentuale per poterla applicare all'importo da rivalutare.
Per approfondire la modalità di calcolo della variazione percentuale Istat leggi qui.
Riportiamo di seguito tutte le nostre applicazioni che fanno uso dell'indice Istat FOI:
A fine mese l'Istat pubblica una stima provvisoria dell'andamento dei prezzi al consumo e fornisce un'indicazione sull'andamento dell'indice NIC (indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività) da non confondere con l'indice FOI, che invece viene sempre pubblicato verso la metà del mese successivo.
A questo proposito si ricorda che per tutte le rivalutazioni monetarie di legge bisogna utilizzare esclusivamente l'indice FOI (e non il NIC) il cui valore ufficiale, come detto, è pubblicato dell'Istat solo verso la metà del mese successivo a quello di riferimento e per questo motivo bisogna sempre attendere qualche settimana in più per poter calcolare la rivalutazione.
L'aggiornamento dell'indice Istat FOI nelle nostre applicazioni avviene nello stesso giorno in cui l'Istat pubblica il valore dell'indice sul proprio sito istituzionale; il comunicato stampa è diffuso in mattinata e pubblicato sul sito istituzionale dell'Istat, solitamente tra le 10 e le 10:30.
Inoltre in questa pagina, così come in molte applicazioni disponibili su questo sito, pubblichiamo sempre la data di aggiornamento del prossimo indice Istat in modo che all'occorrenza possiate prenderne nota.
Ancora in calo i rendimenti medi dei BOT (dal 3,01% al 2,91% con i BOT annuali al 2,86%), il che conferma la tendenza in atto da diversi mesi innescata parzialmente dai tagli al costo del denaro operati dalla BCE nel corso del 2024.
Anche il rendistato fa registrare un ulteriore calo (dal 3,15% al 3,09%) avvicinandosi sempre di più alla soglia del 3%.
Ricordiamo che il rendistato è il rendimento medio lordo mensile dei BTP con vita residua superiore ad un anno quotati alla Borsa Italiana e si utilizza generalmente per il calcolo del maggior danno.
Se vuoi calcolare i rendimenti dei BOT in base al prezzo di acquisto e alla durata puoi utilizzare questa applicazione gratuita.
Nel mese di ottobre 2024, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra una variazione nulla su base mensile e aumenta dello 0,9% su base annua (da +0,7% del mese precedente), confermando la stima preliminare.
La lieve accelerazione del tasso d’inflazione riflette principalmente l’andamento dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +0,3% a +3,4%) e, in misura minore, l’attenuazione della flessione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -11,0% a -10,2%) e l’accelerazione degli Alimentari lavorati (da +1,5% a +1,7%) e dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,4% a +3,0%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dal rallentamento dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +10,4% a +3,9%) e dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,0% a +3,6%).
Nel mese di ottobre l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile a +1,8% e quella al netto dei soli beni energetici sale a +1,9% (da +1,7%).
La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione meno ampia rispetto al mese precedente (da -0,9% a -0,5%) e quella dei servizi risulta in decelerazione (da +2,8% a +2,7%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si riduce, portandosi a +3,2 punti percentuali (dai +3,7 di settembre).
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano su base tendenziale (da +1,0% a +2,0%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +0,5% a +1,0%).
La stabilità sul piano congiunturale dell’indice generale risente delle dinamiche opposte di diverse componenti: da una parte, la crescita dei prezzi Beni energetici regolamentati (+7,1%), dei Beni alimentari non lavorati (+2,7%) e lavorati (+0,2%) e dei Servizi vari (+0,4%); dall’altra, la diminuzione dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,3%), dei Beni energetici non regolamentati (-0,9%), dei Beni durevoli (-0,3%) e non durevoli (-0,2%).
L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +1,0% per l’indice generale e a +2,0% per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,3% su base mensile e dell’1,0% su base annua (in accelerazione da +0,7% di settembre).
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una variazione positiva dello 0,1% su base mensile e dello 0,8% su base annua.