Pubblicato l'indice Istat di novembre 2025

A cura della Redazione.

Indice Istat in calo rispetto a ottobre e inflazione in frenata ai minimi dell'anno.

Martedi 16 Dicembre 2025

Nel mese di novembre 2025 l'indice Istat FOI scende di un decimo di punto a quota 121,3, lo stesso valore di giugno e aprile di quest'anno.

Ricordiamo che l'indice FOI è l'indice dei prezzi al consumo per Famiglie di Operai e Impiegati utilizzato per la rivalutazione annuale degli affitti, dell'assegno di mantenimento per il coniuge, delle pensioni, e in generale per tutte le rivalutazioni previste dalla legge.

Rallentano dei prezzi degli alimentari non lavorati (+1,1% da +1,9%) e si riduce la crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+1,5% da +2,1%), mentre l’inflazione di fondo si attesta al +1,7% (da +1,9%).

Scendono anche i prezzi dei beni energetici regolamentati (-3,2% da -0,5%) e di alcune tipologie di servizi, in particolare i trasporti (+0,9% da +2,0%) con una lieve ripresa degli energetici non regolamentati (-4,3% da -4,9%).

Dopo l'ultimo aggiornamento infatti, le percentuali da utilizzare per l'adeguamento annuale degli affitti, che - ricordiamo ancora una volta - vanno calcolate come variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente e non come semplice differenza algebrica degli indici, risultano le seguenti:

  • 0,75% per le rivalutazioni al 75%
  • 1,0% per le rivalutazioni al 100%.

Tabella riepilogativa (*):

Indice generale FOI 121,3
Variazione percentuale rispetto al mese precedente -0,1
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente +1,0
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese
di due anni precedenti
+2,2

(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.

L'indice ISTAT di dicembre sarà pubblicato il

16 gennaio 2026.


Applicazioni di Calcolo

In seguito alla pubblicazione del nuovo indice Istat abbiamo aggiornato come di consueto tutte le nostre applicazioni di calcolo che lo utilizzano.

Ricordiamo ancora una volta che, per le variazioni annuali Istat, come ad esempio l'adeguamento del canone di locazione, è errato calcolare la differenza degli indici ma bisogna invece determinare la variazione percentuale dell'indice di quest'anno rispetto allo stesso mese dello scorso anno, operazione che le nostre applicazioni eseguono automaticamente eliminando ogni possibilità di errore.

Il calcolo della variazione percentuale degli indici richiede qualche passaggio in più rispetto alla semplice differenza algebrica, e se desideri approfondire vai a questa pagina.

Ecco tutte le nostre applicazioni che fanno uso dell'indice Istat FOI:

Nota sull'aggiornamento dell'Indice FOI

A fine mese l'Istat pubblica una stima provvisoria dei prezzi al consumo e fornisce un'indicazione sull'andamento dell'indice NIC (indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività) da non confondere con l'indice FOI, che invece viene sempre pubblicato verso la metà del mese successivo.

E' bene ricordare però che, per tutte le rivalutazioni monetarie di legge, è obbligatorio fare riferimento esclusivamente all'indice FOI definitivo il cui valore ufficiale, come detto, è pubblicato dell'Istat solo verso la metà del mese successivo a quello di riferimento; per questo motivo bisogna sempre attendere qualche settimana in più per poter calcolare la rivalutazione relativa al mese precedente.

L'aggiornamento dell'indice Istat FOI nelle nostre applicazioni avviene nello stesso giorno in cui l'Istat pubblica il valore dell'indice sul proprio sito istituzionale; il comunicato stampa è diffuso in mattinata e pubblicato sul sito istituzionale dell'Istat generalmente poco dopo le 10.

Titoli di Stato

Per quanto riguarda i titoli a breve termine non vi sono variazioni degne di nota: i BOT si attestano al 2,05% ed i titoli a 12 mesi fanno registare un rendimento medio lordo del 2,06%, in linea con quello di ottobre.

Praticamente inalterato il rendistato che rimane al di sotto del 3% a quota 2,97%.

Per calcolare i rendimenti dei BOT in base al prezzo di acquisto e alla durata è disponibile questa applicazione.

Ricordiamo infine che il rendistato è il rendimento medio lordo mensile dei BTP con vita residua superiore ad un anno quotati alla Borsa Italiana e si utilizza generalmente per il calcolo del maggior danno.

Comunicato ISTAT

A novembre 2025, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, evidenzia una variazione pari a -0,2% su base mensile e a +1,1% su base annua (da +1,2% del mese precedente); la stima preliminare era +1,2%.

La lieve decelerazione dell’inflazione si deve prevalentemente al rallentamento, su base tendenziale, dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,0% a +0,9%), degli Alimentari non lavorati (da +1,9% a +1,1%), degli Alimentari lavorati (da +2,5% a +2,1%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +3,0%), a cui si aggiunge l’ampliarsi della flessione dei prezzi degli Energetici regolamentati (da -0,5% a -3,2%) e dei Servizi relativi alle comunicazioni (da -0,3% a -0,8%). Tali effetti sono solo in parte compensati dalla ripresa dei prezzi degli Energetici non regolamentati (da -4,9% a -4,3%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rallenta, come anche quella al netto dei soli beni energetici (entrambe da +1,9% a +1,7%).

La crescita tendenziale dei prezzi dei beni decelera da +0,2% a +0,1%, quella dei servizi da +2,6% a +2,3%. Pertanto, il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni diminuisce, portandosi a +2,2 punti percentuali (dai +2,4 p.p. del mese precedente).

In rallentamento i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +2,1% a +1,5%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,1% a +2,0%).

La variazione congiunturale negativa dell’indice generale riflette soprattutto la diminuzione dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (rispettivamente -1,6% e -1,3% soprattutto per effetti stagionali), solo in parte compensata dall’aumento dei prezzi degli Energetici non regolamentati (+0,7%) e degli Alimentari non lavorati (+0,4%).

L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a +1,5% per l’indice generale e a +1,8% per la componente di fondo.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una variazione pari a -0,2% su base mensile e a +1,1% su base annua (in rallentamento da +1,3% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una variazione congiunturale pari a -0,1% e una tendenziale del +1,0%.


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