Invariato l'indice Istat FOI di novembre ma non si attenuano le spinte inflazionistiche. Rendimenti ancora in calo per i BOT e nuovo taglio dei tassi BCE.
Lunedi 16 Dicembre 2024 |
Nel mese di novembre l'indice Istat FOI resta invariato a quota 120,1 ma nel contempo aumenta la variazione tendenziale sullo stesso mese del 2023.
L'indice FOI è l'indice dei prezzi al consumo per Famiglie di Operai e Impiegati utilizzato per la rivalutazione annuale degli affitti, delle pensioni, dell'assegno di mantenimento per il coniuge, e in generale per tutte le rivalutazioni di legge.
In seguito a quest'ultimo aggiornamento le percentuali da utilizzare per l'adeguamento annuale degli affitti, calcolate come variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, risultano pari allo 0,9% per le rivalutazioni al 75% ed all'1,2% per le rivalutazioni al 100% (ad ottobre erano rispettivamente lo 0,6% e lo 0,8%).
L’inflazione generale, calcolata sulla base dell'altro indice NIC (al lordo dei tabacchi), a novembre si attesta a +1,3%, tornando allo stesso livello di luglio.
Secondo il comunicato dell'Istat siamo ancora in presenza di alcune dinamiche inflazionistiche in diversi settori, come ad esempio nel caso dei beni alimentari che registrano un’accentuazione della loro crescita su base annua, e dei beni energetici, la cui riduzione è sensibilmente ridimensionata, oppure ancora dei servizi relativi ai trasporti.
Il tasso di crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” sale a +2,3%.
Tabella riepilogativa (*):
Indice generale FOI | 120,1 |
Variazione percentuale rispetto al mese precedente | +0,0 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente | +1,2 |
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese di due anni precedenti |
+1,9 |
(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.
L'indice FOI di dicembre sarà pubblicato dall'Istat in data:
16 gennaio 2025
Contestualmente alla pubblicazione del nuovo indice, abbiamo aggiornato tutte le nostre applicazioni di calcolo che lo utilizzano.
Ricordiamo che, per tutte le variazioni annuali Istat, come ad esempio l'adeguamento del canone di locazione, si deve calcolare la variazione percentuale dell'indice di quest'anno rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, operazione che le nostre applicazioni eseguono automaticamente eliminando ogni possibilità di errore nei calcoli.
L'errore più comune infatti è quello di calcolare la differenza algebrica dei due indici ma ciò non è corretto, sia da un punto di vista matematico che normativo, perché dal confronto dei due indici bisogna sempre ottenere una percentuale per poterla applicare all'importo da rivalutare.
Per approfondire la modalità di calcolo della variazione percentuale Istat leggi qui.
Riportiamo di seguito tutte le nostre applicazioni che fanno uso dell'indice Istat FOI:
A fine mese l'Istat pubblica una stima provvisoria dell'andamento dei prezzi al consumo e fornisce un'indicazione sull'andamento dell'indice NIC (indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività) da non confondere con l'indice FOI, che invece viene sempre pubblicato verso la metà del mese successivo.
A questo proposito si ricorda che per tutte le rivalutazioni monetarie di legge bisogna utilizzare esclusivamente l'indice FOI (e non il NIC) il cui valore ufficiale, come detto, è pubblicato dell'Istat solo verso la metà del mese successivo a quello di riferimento e per questo motivo bisogna sempre attendere qualche settimana in più per poter calcolare la rivalutazione.
L'aggiornamento dell'indice Istat FOI nelle nostre applicazioni avviene nello stesso giorno in cui l'Istat pubblica il valore dell'indice sul proprio sito istituzionale; il comunicato stampa è diffuso in mattinata e pubblicato sul sito istituzionale dell'Istat, solitamente verso le 10 o in alcuni casi alle 11.
Inoltre in questa pagina, così come in molte applicazioni disponibili su questo sito, pubblichiamo sempre la data di aggiornamento del prossimo indice Istat in modo che all'occorrenza possiate prenderne nota.
Continua la discesa dei rendimenti dei BOT che passano dal 2,91% al 2,75% mentre è in controtendenza il rendistato che segna un leggero aumento passando dal 3,09% al 3,15%.
Ricordiamo che il rendistato è il rendimento medio lordo mensile dei BTP con vita residua superiore ad un anno quotati alla Borsa Italiana e si utilizza generalmente per il calcolo del maggior danno.
Se vuoi calcolare i rendimenti dei BOT in base al prezzo di acquisto e alla durata puoi utilizzare questa applicazione gratuita.
Per quanto riguarda il costo del denaro segnaliamo che la BCE ha disposto un nuovo taglio dei tassi dello 0,25% a partire dal 18 dicembre di quest'anno che porta il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale al 3%.
Si tratta del quarto taglio dal mese di giugno che sicuramente porterà nel breve periodo dei benefici per chi ha stipulato mutui a tasso variabile e nel medio periodo anche per i nuovi sottoscrittori di mutui a tasso fisso.
Nel mese di novembre 2024, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,1% su base mensile e aumenta dell’1,3% su base annua (da +0,9% del mese precedente); la stima preliminare era +1,4%.
La risalita del tasso d’inflazione risente in primo luogo dell’accelerazione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +3,9% a +7,4%) e dell’attenuarsi della flessione di quelli dei Beni energetici non regolamentati (da -10,2% a -6,6%). Un sostegno all’inflazione deriva inoltre dall’andamento dei prezzi dei Beni alimentari, sia non lavorati (da +3,4% a +3,8%) sia lavorati (da +1,7% a +1,9%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,0% a +3,5%), dei Beni non durevoli (da +0,9% a +1,4%) e, in misura minore, di quelli dei Servizi relativi all’abitazione (da +2,3% a +2,5%) e dei Servizi relativi alle comunicazioni (da +1,0% a +1,2%).
Nel mese di novembre l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera (da +1,8% a +1,9%), come anche quella al netto dei soli beni energetici (da +1,9% a +2,0%).
La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra un’inversione di tendenza portandosi su valori positivi (da -0,5% a +0,2%) e quella dei servizi accelera lievemente (da +2,7% a +2,8%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si riduce quindi, portandosi a +2,6 punti percentuali (dai +3,2 di ottobre).
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano su base tendenziale (da +2,0% a +2,3%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +1,0% a +1,6%).
La diminuzione congiunturale dell’indice generale si deve principalmente ai prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,2%) e a quelli dei Beni durevoli (-0,6%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’incremento dei prezzi degli Energetici regolamentati (+2,7%), degli Alimentari non lavorati (+1,2%), degli Alimentari lavorati, dei Servizi relativi all’abitazione e dei Beni non durevoli (tutti +0,3%).
L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +1,0% per l’indice generale e a +2,0% per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,1% su base mensile e aumenta dell’1,5% su base annua (in accelerazione da +1,0% di ottobre); la stima preliminare era +1,5%.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una variazione nulla su base mensile e aumenta dell’1,2% su base annua.