Pubblicato l'indice Istat di marzo 2025

A cura della Redazione.

Sale ancora l'indice Istat FOI (+0,2%). Inflazione in crescita.

Mercoledi 16 Aprile 2025

Nel mese di marzo 2025 l'indice Istat FOI ha raggiunto quota 121,4 con una variazione rispetto allo stesso mese del 2024 pari all'1,7% ed un aumento su base mensile dello 0,2%.

Ricordiamo che l'indice FOI è l'indice dei prezzi al consumo per Famiglie di Operai e Impiegati ed è utilizzato per la rivalutazione annuale degli affitti, dell'assegno di mantenimento per il coniuge, delle pensioni, e in generale per tutte le rivalutazioni previste dalla legge.

Le percentuali da utilizzare per l'adeguamento annuale degli affitti, calcolate come variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, risultano pertanto l'1,275% per le rivalutazioni al 75% e l'1,7% per le rivalutazioni al 100%.

Come si legge dall'informativa Istat, il nuovo incremento dell'indice è legato principalmente alla variazione dei prezzi degli energetici non regolamentati (da -1,9% a +0,7%) e, anche per questo mese, degli alimentari non lavorati (da +2,9% a +3,3%). Crescono anche i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,1% a +3,5%) ed i servizi relativi alle comunicazioni (da +0,5% a +0,8%).

In controtendenza i beni energetici regolamentati (da +31,4% a+27,2%) e quelli dei servizi relativi ai trasporti (da +1,9% a +1,6%).

Tabella riepilogativa (*):

Indice generale FOI 121,4
Variazione percentuale rispetto al mese precedente +0,2
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente +1,7
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese
di due anni precedenti
+2,9

(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.

L'indice FOI di aprile sarà pubblicato dall'Istat in data:

16 maggio 2025


Applicazioni di Calcolo

In seguito alla pubblicazione del nuovo indice, come di consueto, abbiamo aggiornato tutte le nostre applicazioni di calcolo che lo utilizzano.

Si ricordiamo inoltre che, per calcolare correttamente tutte le variazioni annuali Istat, come ad esempio l'adeguamento del canone di locazione, si deve determinare la variazione percentuale dell'indice di quest'anno rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, operazione che le nostre applicazioni eseguono automaticamente eliminando ogni possibilità di errore.

L'errore in cui si incorre più frequentemente quando si calcola la variazione percentuale dell'indice Istat è quello di fare la semplice differenza algebrica degli indici.

Ciò non è corretto, sia da un punto di vista matematico che normativo, perché dal confronto dei due indici bisogna sempre ottenere una percentuale da applicare all'importo da rivalutare.

Il calcolo della variazione percentuale degli indici richiede qualche passaggio in più, come spiegato in questa pagina.

Riportiamo di seguito tutte le nostre applicazioni che fanno uso dell'indice Istat FOI:

Nota sull'aggiornamento dell'Indice FOI

A fine mese l'Istat pubblica una stima provvisoria dell'andamento dei prezzi al consumo e fornisce un'indicazione sull'andamento dell'indice NIC (indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività) da non confondere con l'indice FOI, che invece viene sempre pubblicato verso la metà del mese successivo.

Si ricorda che per le rivalutazioni monetarie di legge bisogna utilizzare esclusivamente l'indice FOI (e non il NIC) il cui valore ufficiale, come detto, è pubblicato dell'Istat solo verso la metà del mese successivo a quello di riferimento; per questo motivo bisogna sempre attendere qualche settimana in più per poter calcolare la rivalutazione.

L'aggiornamento dell'indice Istat FOI nelle nostre applicazioni avviene nello stesso giorno in cui l'Istat pubblica il valore dell'indice sul proprio sito istituzionale; il comunicato stampa è diffuso in mattinata e pubblicato sul sito istituzionale dell'Istat generalmente alle 10 e talvolta alle 11.

Inoltre in questa pagina, così come in molte applicazioni disponibili su questo sito, pubblichiamo sempre la data di aggiornamento del prossimo indice Istat in modo che all'occorrenza possiate prenderne nota.

Titoli di Stato e Tassi

Risultano sostanzialmente stabili i rendimenti dei BOT (2,31%) mentre si registra un aumento del rendistato che sale dal 3,08% al 3,29%.

Ricordiamo che il rendistato è il rendimento medio lordo mensile dei BTP con vita residua superiore ad un anno quotati alla Borsa Italiana e si utilizza generalmente per il calcolo del maggior danno.

Se vuoi calcolare i rendimenti dei BOT in base al prezzo di acquisto e alla durata puoi utilizzare questa applicazione gratuita.

Comunicato ISTAT

Nel mese di marzo 2025, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenti dello 0,3% su febbraio e dell’1,9% su marzo 2024, dal +1,6% del mese precedente; la stima preliminare era +2,0%.

La dinamica dell’indice generale riflette principalmente la risalita del tasso di variazione tendenziale dei prezzi degli Energetici non regolamentati, tornato positivo (da -1,9% a +0,7%) e, in misura minore, l’accelerazione dei prezzi dei Tabacchi (da +4,1% a +4,6%) e degli Alimentari non lavorati (da +2,9% a +3,3%). Un sostegno all’inflazione si deve anche ai Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,1% a +3,5%), ai Servizi relativi alle comunicazioni (da +0,5% a +0,8%) e infine ai Beni durevoli (la cui flessione si attenua da -1,5% a -1,2%). All’opposto, decelerano i prezzi degli Energetici regolamentati (da +31,4% a+27,2%) e quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,9% a +1,6%).

A marzo l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile (a +1,7%), mentre quella al netto dei soli beni energetici accelera lievemente (da +1,7% a +1,8%).

La crescita tendenziale dei prezzi dei beni si accentua (da +1,1% a +1,5%), come anche quella dei servizi, seppur in lieve misura (da +2,4% a +2,5%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si riduce, portandosi a +1,0 punti percentuali (+1,3 a febbraio 2025).

Il tasso tendenziale di variazione dei prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumenta lievemente (da +2,0% a +2,1%), mentre quello dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto resta stabile (a +1,9%).

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+1,2%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,7%), degli Energetici non regolamentati (+0,6%), dei Tabacchi (+0,5%), dei Servizi relativi all’abitazione (+0,4%) e dei Servizi relativi alle comunicazioni (+0,3%); gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi degli Energetici regolamentati (-2,5%) e degli Alimentati non lavorati (-0,3%).

L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a +1,3% per l’indice generale e a +1,0% per la componente di fondo.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta di 1,6% su febbraio, per la fine dei saldi stagionali di cui il NIC non tiene conto, e del 2,1% rispetto a marzo 2024 (da +1,7% di febbraio); confermando la stima preliminare.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su febbraio e dell’1,7% su marzo 2024.

Nel primo trimestre 2025 i prezzi al consumo, misurati dall’IPCA, evidenziano aumenti più elevati per le famiglie con minore capacità di spesa e relativamente più contenuti per quelle con livelli di spesa più alti (+2,0% e +1,8% rispettivamente).


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