Il reato di maltrattamenti e l'aggravante della “violenza assistita”

A cura della Redazione.
Martedi 4 Novembre 2025

La Sesta Sezione penale della Corte di Cassazione con la sentenza n. 30314/2025 chiarisce in presenza di quali circostanze è configurabile, nel reato di maltrattamenti, la fattispecie aggravata della “violenza assistita”.

Il caso: La Corte d'appello di Messina confermava la condanna di Tizio alla pena di anni tre e mesi uno di reclusione, oltre alla pena accessoria dell'interdizione temporanea dai pubblici uffici, per il reato di maltrattamenti in danno della convivente, con l'aggravante dell'aver commesso il fatto in presenza della figlia minore.

Tizio ricorre in Cassazione, deducendo, in particolare: a) violazione di legge e di motivazione in relazione alla sussistenza del reato di maltrattamenti alla ritenuta credibilità della persona offesa; b) violazione di legge e di mancata assunzione di una prova decisiva sulla sussistenza dell'aggravante, con riferimento al mancato espletamento di una perizia sulla minore, che, peraltro, aveva solo sei mesi all'epoca dei fatti; ciò in relazione a quanto dichiarato dalla persona offesa, e cioè che la bimba vomitava alla vista del padre.

La Cassazione, nel ritenere inammissibili i suddetti motivi, evidenzia che:

  1. nel ricorso Tizio non evidenzia alcun elemento idoneo a disarticolare il giudizio di credibilità ed attendibilità delle dichiarazioni rese dalla persona offesa, giudizio che la Corte territoriale, con motivazione scevra da vizi logici o giuridici, ha ancorato non solo alle caratteristiche del racconto della vittima, peraltro, neppure costituitasi parte civile, ma anche al riscontro offerto dalle dichiarazioni della madre, sia de relato che dirette, avendo la donna riferito di avere assistito personalmente a diversi episodi di violenza e di avere notato segni sul viso e sul corpo della figlia;

  2. la Corte territoriale, con motivazione immune da vizi logici o giuridici, ha ravvisato la contestata aggravante in considerazione delle dichiarazioni rese dalla persona offesa, che ha riferito della costante presenza della minore alle condotte maltrattanti del ricorrente e della sua reazione alla vista del padre, considerata dai Giudici di merito quale sintomo del malessere della minore.

  3. va, al riguardo, ribadito che in tema di maltrattamenti, è configurabile la fattispecie aggravata della c.d. "violenza assistita", a prescindere dall'età del minorenne, purché, come accaduto nel caso di specie, il numero, la qualità e la ricorrenza degli episodi cui questi assiste siano tali da lasciare inferire il rischio della compromissione del suo normale sviluppo psico-fisico.

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