La tutela della privacy dei condomini morosi rappresenta un tema delicato, che richiede un equilibrio tra il diritto alla riservatezza individuale e le esigenze di trasparenza e gestione efficiente del condominio.
Giovedi 24 Aprile 2025 |
I dati relativi alla morosità di un condomino devono essere considerati dati personali e devono, pertanto, essere trattati nel rispetto dei principi di proporzionalità, pertinenza e non eccedenza rispetto alle finalità per cui sono raccolti, in base a quanto sancito dal Codice della Privacy (D.lgs. 196/2003) e il Regolamento Europeo GDPR.
Ciò significa che l'amministratore può trattare e comunicare tali dati solo se strettamente necessario per la gestione condominiale e con modalità che non ledano la dignità e la riservatezza del singolo.
La giurisprudenza è intervenuta più volte sul punto, stabilendo che l'affissione in spazi comuni, come la bacheca condominiale, di elenchi contenenti i nomi dei condomini morosi costituisca una violazione della privacy.
Tali spazi, essendo accessibili anche a terzi non appartenenti al condominio, non garantiscono la necessaria riservatezza. A più riprese la Corte di Cassazione ha riconosciuto la responsabilità civile dell'amministratore per aver esposto pubblicamente tali dati, sottolineando che la diffusione non autorizzata di informazioni personali può comportare il risarcimento dei danni subiti dal condomino interessato.
Da ultimo il Tribunale di Taranto con Sentenza n. 826 del 7 aprile 2025 ha ribadito come le informazioni relative alla quota di partecipazione di ciascun condomino alle spese condominiali e i dati sulla mora nei pagamenti restino dati personali sensibili, nonostante gli stessi abbiano rilievo contabile e servano alla gestione condominiale. Secondo il giudice di merito le predette informazioni devono essere soggette alla disciplina del regolamento sulla protezione dei dati personali in modo da garantire la riservatezza e la tutela degli interessati.
Se da un lato i dati relativi alla morosità del singolo condomino sono considerati dati sensibili e vanno dunque tutelati, dall’altro lato è pur vero che l'amministratore ha il dovere di informare i condomini della situazione finanziaria del condominio, inclusa l'eventuale morosità di alcuni partecipanti.
Come contemperare le due esigenze?
Ebbene tutte le informazioni relative alla situazione contabile del condominio devono essere trasmesse in modo adeguato e nel giusto contesto.
È consentito, ad esempio, che l’amministratore informi la compagine condominiale circa l’esistenza di condomini morosi nel corso delle assemblee, così come è lecito, e anche doveroso, che egli invii comunicazioni riservate ai singoli condomini interessati al fine di sollecitare il pagamento del dovuto.
È altresì ammesso che l’amministratore inoltri via email a tutti i condomini documentazione contenente i nomi dei morosi, sempre che l'informazione sia necessaria per la gestione condominiale e non venga diffusa oltre tale ambito.
Discorso a parte merita la questione relativa alla comunicazione ai terzi creditori dei nominativi dei condomini morosi.
E infatti, in virtù del principio di trasparenza e collaborazione sancito dall’art. 63 delle disposizioni di attuazione del Codice Civile, l’amministratore ha il preciso dovere di fornire ai terzi creditori del condominio – ad esempio fornitori di servizi o professionisti – i nominativi dei condomini che non hanno adempiuto al versamento della loro quota di spese.
Tale obbligo nasce dalla necessità di tutelare i diritti dei creditori, i quali, privi di un autonomo rapporto negoziale con ciascun condomino, devono poter individuare il debitore effettivo per promuovere eventuali azioni di recupero del credito.
Il rifiuto o il ritardo ingiustificato nella comunicazione espone l’amministratore a responsabilità risarcitoria nei confronti del terzo creditore.
È chiaro dunque che in questo caso l’interesse del creditore viene valorizzato dalla legge rispetto al diritto alla privacy del singolo condomino moroso.
Attenzione la comunicazione ai creditori è funzionale anche a garantire una maggiore tutela dei condomini che hanno regolarmente versato la propria quota. Qualora infatti l’amministratore non comunicasse i nominativi dei morosi, i creditori potrebbero agire nei confronti dell’intera compagine condominiale e pretendere il dovuto da chi ha già pagato.
La gestione della morosità in ambito condominiale richiede un'attenta considerazione del diritto alla privacy dei singoli condomini.
L'amministratore deve operare con trasparenza e nel rispetto delle normative vigenti, evitando pratiche che possano ledere la dignità e la riservatezza delle persone coinvolte. Comunicazioni mirate e riservate, effettuate nei contesti appropriati, rappresentano la via corretta per gestire tali situazioni senza incorrere in violazioni della privacy.