Equitazione e Covid–19: entro quali limiti ci si può prendere cura del proprio cavallo

Mercoledi 18 Marzo 2020

Il DPCM del’11 marzo ha circoscritto e specificato le modalità di gestione della vita lavorativa, sociale e ricreativa degli italiani, già delineate nel DPCM del 09 marzo, con l’attivazione di misure urgenti di contenimento del contagio da COVID -19 sull’intero territorio nazionale.

Oltre alla chiusura di tutte le attività commerciali di vendita al dettaglio con esclusione del settore dei beni alimentari, necessari e farmaceutici, ha disposto la chiusura dei centri sportivi con l’unica eccezione per gli atleti professionisti che, in modalità conforme alle norme a tutela della salute disposte dal DPCM, possono continuare ad allenarsi.

Vi è tuttavia una limitata cerchia di atleti che ben è autorizzata ad accedere alle strutture nell'adeguato rispetto delle norme anti covid – 19: trattasi nello specifico di  cavalieri ed amazzoni.

L’equitazione, sport ora professionistico, riconosce alcune tutele di riguardo al cavallo sportivo, proprio come agli atleti professionisti che in ragione di impegni nazionali od internazionali di rilievo deve e possono cercare  di salvaguardare la propria forma fisica.

Nel comunicato dell’11 marzo scorso il Presidente della FISE ha specificato che sono autorizzati a raggiungere e prendesi cura del proprio cavallo:

- gli atleti professionisti;

- i tesserati FISE laddove  vi sia  situazione di necessità preferibilmente certificata da veterinario;

Equitare è un modo di vivere e, citando il celebre dott. Giancarlo Mazzoleni, con sentimento.

Il cavallo pertanto, sportivo o meno, nel circuito FISE o meno, necessita di cure ed accudimento che devono essergli date e garantite : diversamente potrebbe essere a rischio la salute stessa dell’animale con pregiudizio della sua stessa vita tanto da incorrere nel reato di maltrattamento ex art. 544 ter del c.p.

Rimane pertanto possibile raggiungere, muovere ( non cavalcare ), nutrire ed accudire il proprio cavallo  solo ed esclusivamente nel caso in cui tale operazione non possa assolutamente essere svolta da altri soggetti che lavorano ed operano all’interno della struttura equestre.

L’eccezionalità della situazione non permette visite ed accessi quotidiani alla circolo ippico o maneggio ma, solo ed esclusivamente quelli indifferibili, strettamente limitati e necessari al mantenimento in salute del cavallo.

Tale impossibilità deve essere resa nota con un comunicato e/o avviso scritto del gestore di struttura il quale potrà predisporre e/o gestire gli accessi dei proprietari dei cavalli al fine di svolgere le opportune cure in modo coerente con il rispetto delle norme di sicurezza anti contagio imposte dal DPCM.

Laddove il centro equestre informi dell’impossibilità di dare seguito alle cure primarie, necessarie ed indifferibili dei cavalli il proprietario,  con autocertificazione, potrà accedere per il tempo strettamente necessario a svolgere tale attività - NON per una galoppata di piacere o per trascorrere un pomeriggio all’aperto!

E’ in ogni caso fatto divieto di montare a cavallo, anche per evitare il rischio di infortuni e successivi accessi presso le strutture sanitarie già in stato di sofferenza.

Analogamente è ammessa e permessa l’attività agricola e delle fattorie pertanto, anche in questo caso, gli animali dovranno e potranno essere adeguatamente curati.

Le Forze dell’Ordine possono verificare  la reale sussistenza dell’esigenza indifferibile e, in caso contrario, sanzionare tutte le persone coinvolte nella violazione della norma, il tutto anche in danno della stessa struttura equeste e degli altri proprietari.

L’invito è sempre quello di rimanere a casa, lasciare che i professionisti agiscano in via di protocollo d’emergenza e solo laddove sia reale, concreto e dimostrabile il rischio per la salute dell’animale - solo allora - recarsi dal fidato amico.

Presto saremo di nuovo in sella!      

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