Cassazione: madre anoressica? un solo incontro settimanale e sotto sorveglianza

Cassazione: madre anoressica? un solo incontro settimanale e sotto sorveglianza
Lunedi 23 Marzo 2009

Roma, 23 mar. (Apcom) - La madre anoressica, in caso di separazione, può incontrare i propri figli soltanto una volta alla settimana e sotto la sorveglianza degli assistenti sociali. La Cassazione, confermando una sentenza della Corte d'appello di Bologna, ribadisce infatti che "la patologia di cui è affetta la madre" causa "difficoltà a rapportarsi con terzi". Tuttavia, precisa la Corte, il diritto di visita della mamma, sebbene subordinato a limitazioni precise, non può essere "cancellato" del tutto.

Per questo i giudici della prima sezione civile, con la sentenza 6200/2009, hanno respinto il ricorso dell'ex marito della donna che, invece, chiedeva di vietare alla ex moglie l'incontro con i figli che sono stati affidati a lui proprio per "la personalità psicotica della madre" che l'ha portata ad "un ripiegamento in se stessa con rifiuto della vita sociale". In pratica, il diritto di continuare a vedere i figli resta "in piedi" ma la Cassazione, "legittima" la decisione dei giudici di merito che lo "circoscrive". I magistrati infatti non solo hanno limitato gli incontri ad una volta soltanto alla settimana, ma hanno disposto che questi avvengano nella casa dei nonni materni, "in ambiente familiare protetto e sotto la sorveglianza degli operatori sociali". L'obiettivo infatti, in questo caso, è soltanto quello di "non recidere - si legge nella sentenza - il tenue legame che ancora può essere coltivato" con i figli. In sostanza, i magistrati affermano che l'anoressia impedisce un rapporto affettivo "pieno".

I giudici della Cassazione hanno così chiuso la vicenda di due coniugi di Forlì che nel 2005 si sono separati proprio a causa dell'anoressia da cui era affetta la donna. Il tribunale aveva perciò affidato i figli al padre, assegnatario per questo della casa coniugale, aveva limitato il diritto di visita della madre e fissato un assegno di mantenimento in favore della ex moglie di 250 euro al mese. Una sentenza confermata anche in appello contro la quale l'ex marito ha presentato ricorso chiedendo sia di eliminare del tutto il diritto di visita, sia di ridurre l'assegno in quanto l'ex moglie viveva, senza pagare affitto, in una casa di proprietà dei genitori. La Cassazione, nel confermare il diritto di visita "limitato", ha respinto il ricorso anche con riferimento alla riduzione dell'assegno. "L'aiuto ricevuto dalla famiglia di origine - scrive a questo proposito la Corte - non può esonerare l'altro coniuge dall'obbligo della prestazione". Insomma, se i genitori danno una mano alla figlia l'ex marito non ne può approfittare per 'defilarsi'. 

Fonte: APCOM

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